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Aldo Capanni sarà ricordato domenica a Navazzo nella 42esima edizione della "Diecimiglia del Garda" PDF Stampa E-mail
Martedì 28 Luglio 2015 09:58

Il nome di Aldo Capanni, nostro mai dimenticato socio fondatore, segretario fin dal debutto dell'Archivio Storico, scrittore di cose di sport, ma soprattutto nostro amico, verrà omaggiato ancora una volta (dal 2007, anno della sua improvvisa e prematura scomparsa) durante le premiazioni della corsa podistica "Diecimiglia del Garda", che si disputerà domenica prossima a Navazzo di Gargnano, sul lago di Garda. Il ricordo di Aldo fu voluto dal nostro socio Aurelio Forti, pilastro portante della corsa podistica fin dalla sua nascita 42 anni fa e grande estimatore del nostro amico fiorentino.

Navazzo è un piccolo borgo adagiato su una piana di fronte al Monte Pizzocolo e alla Cima Tre Punte, conosciuta anche come Monte Castello. Siamo sulla sponda bresciana del lago di Garda. La "Diecimiglia" nacque nel 1974 come "La Camináa". Quarantadue edizioni consecutive, con momenti di grande risonanza internazionale grazie alla partecipazione di atleti blasonati. Le difficoltà di questi ultimi anni, di natura "numismatica", ne hanno ridotto lo spessore tecnico ma non hanno affievolito la passione di Aurelio e dei suoi amici del GS Montegargnano.

Un contesto nel quale il nome di Aldo Capanni ottiene il meritato e commosso ricordo, lui che amava la corsa quanto la vita.

Ultimo aggiornamento Martedì 28 Luglio 2015 10:20
 
Un nuovo libro sulla storia dei 100 metri ai Giochi Olimpici: da Berlino 1936 a Roma 1960 PDF Stampa E-mail
Martedì 28 Luglio 2015 09:35

Gustavo Pallicca ha inviato alla sede dell'A.S.A.I. una copia di un suo nuovo lavoro: il terzo volume della storia dei 100 metri ai Giochi Olimpici. Il periodo preso in considerazione va da Berlino 1936 a Roma 1960. Chi è interessato alla pubblicazione può contattare direttamente l'autore per maggiori dettagli Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.    

Ultimo aggiornamento Martedì 28 Luglio 2015 09:54
 
Paco Ascorbe ci riporta indietro nel tempo quando l'atletica spagnola indossava le braghe lunghe PDF Stampa E-mail
Sabato 25 Luglio 2015 12:40
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Siamo nel 1917 - Partenza di una prova di 100 metri al Campo di Atocha, in San Sebastián. Gli atleti si destreggiano su un singolare...materiale sintetico: fango purissimo dei Paesi Baschi. Archivo de la Federación Guipuzcoana de Atletismo

Vi abbiamo lasciato tempo sufficiente per assimilare il corso intensivo di lingua spagnola, come annunciammo lo scorso 23 giugno presentando il libro prodotto dalla Associazione degli statistici sulla progressione dei loro primati nazionali? In quella occasione lasciavamo intendere che alla recensione del libro avremmo fatto seguire un articolo di un nostro socio spagnolo. Ed eccoci all'appuntamento.

Nel frattempo abbiamo ricevuto alcune righe dal presidente della A.E.E.A., José Javier Etayo, che qui riportiamo:"Muchísimas gracias por la cariñosa reseña de nuestro libro. Como bien dices, ha sido un gran esfuerzo por parte de todos nosotros, pero estamos muy satisfechos del resultado.A la presentación vinieron muchos antiguos atletas (por ejemplo Garriga, que mencionas) y fue una gran alegría para ellos".

Adesso tocca a Francisco "Paco" Ascorbe prenderci per mano e riportarci indietro nel tempo, a quello stesso tempo che pure segnò la nascita del movimento pedestre italiano accanto alla ginnastica che inglobava discipline che sarebbero diventate in seguito "atletiche". A questo proposito abbiamo in serbo una bellissima sorpresa italica che pubblicheremo prossimamente. Il nostro socio Paco Ascorbe - che possiamo insignire, senza pericolo di essere smentiti se non dalla sua modestia, del titolo di "miglior statistico mondiale" per la disciplina del salto in lungo, della quale possiede una base di dati impressionante - ci propone un articolo sugli "antenati" dell'atletica spagnola. Una lettura piacevole e non difficile anche per chi non domini perfettamente l'idioma di Pedro Calderón de la Barca. Ringraziamo Paco per questo apprezzato contributo, e buona lettura ai nostri affezionati utenti.

 El Atletismo es un afán incesante por ser más rápido, alcanzar mayor distancia o lanzar más lejos. Este libro es un recorrido fiel de la historia de ese afán en nuestro país. El final está aún por escribir pero también el comienzo.

Para buscarlo hemos tenido que recorrer el camino en sentido inverso tratando de fijar un momento en el que podamos garantizar que tiene lugar nuestro deporte en unas condiciones más o menos aceptables.

Por ahora ese momento tiene una fecha concreta, el 18 de noviembre de 1900, un lugar, Barcelona, y un protagonista, Miguel Valdés. Coincide con el primer récord glosado en el libro porque la prueba es la carrera de velocidad pura, la de cien metros, la que abre este historial.

En este artículo vamos a reflejar sus antecedentes inmediatos y a situar la evolución de nuestro deporte en ese momento. Sin duda el mejor testigo de esa época es la prensa y tratándose de Cataluña, la prensa deportiva, que a finales del siglo XIX comienza a tener identidad propia.
Nuestro principal testigo será la publicación “Los Deportes”, que vio la luz el 1 de noviembre de 1897 en Barcelona de la mano de Narciso Masferrer. Aprovechando la pequeña tradición de las publicaciones de corte asociativo, nace como órgano oficial del Real Club de Regatas, del Club Velocipédico y de la Asociación Catalana de Gimnástica, fundada ese mismo año. Pero también incluirá información de otros deportes como esgrima, náutica, foot-ball, toros, patines, caza, pelotarismo, polo, lawn-tennis, equitación, excursionismo, etc.

Como es lógico, no aparece el atletismo, que ha adquirido identidad propia en otros países pero aún no se ha implantado en el nuestro. Podremos encontrar su germen en la gimnástica, el excursionismo e incluso en el deporte velocipédico que, como veremos acoge carreras a pie. Precisamente las carreras a pie son la única modalidad atlética actual que recoge la revista en el nº 5 de 1897 cuando hace un completo repaso del estado del deporte en Barcelona. Las cita pero no ofrece ningún dato adicional.

Narciso Masferrer tiene una concepción global del deporte e iniciativas para desarrollarlo.

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Ultimo aggiornamento Sabato 25 Luglio 2015 17:59
 
Da queste pubblicazioni si diffuse il "verbo" che segnò una nuova era per la corsa lunga in Italia PDF Stampa E-mail
Venerdì 17 Luglio 2015 00:00

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"Che cos'è il "Marathon Club Varese"? Il MCV è stato fondato oltre un anno fa su iniziativa di Arcelli, De Martini e Gervasini, con lo scopo specifico di interessarsi ad un settore dell'atletica leggera che fino ad allora era stato piuttosto trascurato e in qualche caso maltrattato, quello delle gare di fondo". Può essere considerato l'antenato degli annuari di maratona che sarebbe fioriti negli anni a venire, in Italia e nel mondo. Il Centro Studi era il fiore all'occhiello, direttore Roberto Gervasini. E poi le organizzazzioni che partivano dalla considerazione " per la crescita della maratona italiana è importante infoltire il calendario nazionale delle gare di fondo". L'esatto contrario di oggi con un calendario assurdo, pletorico, basato solo sull'affarismo e non certo sullo sviluppo dello sport e della corsa. Il MCV promosse due corse nel 1970: la Maratona Ignis, a Cassinetta di Biandronno, il 24 maggio, e l' Ora Rub-Kor su pista, a Varese, il 27 settembre. Gara sull'ora che è stata lasciata pressochè morire....perchè era troppo bella!  Meglio la "Quattro Passi attorno al fienile", rende di più.

L' Annuario 1971 riporta le classifiche per intero, certo non si parla delle migliaia di oggi: nella Maratona Ignis partirono in 52 e arrivarono in 42. Vinse Gian Franco Sommaggio su Herman Geier e Francesco De Menego, che dopo la carriera sportiva intraprese quella politica fino a diventare sindaco di Cortina D'Ampezzo e poi assessore regionale all'ambiente. In quell'orine d'arrivo spuntano nomi come quello del piacentino Enzo Boiardi, che stabilì il primato italiano delle 24 ore con poco più di 211 chilometri. E tanti nomi della maratona italiana che poi avrebbero identificato una epoca: Mario Binato, Vito Melito, Toni Ritsch, Massimo Begnis, così alla rinfusa senza stabilire priorità. Nell'Ora di corsa, furono stabiliti due nuovi primati italiani da Pippo Cindolo: quello dell' Ora e, di passaggio, quello dei 20 km. Ma anche Gioacchino De Palma e Umberto Risi fecero meglio del precedente primato dello stesso Risi.

Quel primo Annuario della maratona italiana era completato da analisi, dalla classifica completa dell'anno 1970, l'ultimo aveva 3 ore 57:15:, dai risultati delle altre tre maratone italiane oltre a quella di Cassinetta: i Campionati internazionali militari a Viareggio, il Campionatoi nazionale a Grottammare, la Maratona Dorando Pietri a Carpi. Ed ecco l'intervento di Bruno Bonomelli che dà in pasto a tutti i dati del suo archivio pubblicando la classfica italiana di tutti i tempi, ed aggiunge una lista di prestazioni su distanze errate. Enrico Arcelli apre inceve la conoscenza a cosa bere e mangiare durante una gara di maratona (l'articolo era stato pubblicato sulla "Gazzetta dello Sport").

Accompagnano questa prima pubblicazione artigianale le copertine del programma della terza Maratona Ignis - Ire del 1973 e quella del trimestrale del Marathon Club, ormai divenuto elegante opuscolo a stampa. In questo numero 3 -4 giugno - settembre 1972, oltre alla cronaca dei maratona dei Giochi Olimpici di München, lo studio di Bonomelli che ricostrisce i primi 10 maratoneti italiani, anno per anno, dal 1896 al 1972, uno studio che il maestro di Rovato non abbandonerà mai, arricchendolo e integrandolo con nomi e prestazioni che andava scoprendo durante le sue continue ricerche. Parla poi Oscar Barletta, l'uomo che con la sua passione e umanità ha contribuito forse più di tutti alla rinascita della maratona italiana. Citiamo un passaggio di quella intervista, un passaggio che riguarda un nostro caro amico e socio. Parlando dei Giochi Olimpici Barletta dice:"Fava ha ottenuto un'affermazione che, francamente, all'inizio della stagione nessuno si sarebbe aspettato da lui, nonostante avesse fatto intendere fin dai cross che ci trovavamo davanti ad un elemento sul quale il mezzofondo italiano poteva fare affidamento, per doti, serietà nella preparazione e determinazione in gara, a qualsiasi livello, ritengo che Fava abbia tutti i numeri per diventare uno dei più grandi atleti del mezzofondo che abbia mai avuto l'Italia". Proprio lui, Franco Fava.

Le pubblicazioni, queste qui presentate e altre ancora, sono consultabili nella Biblioteca dell'atletica, a Navazzo, lago di Garda, che funge anche da biblioteca per il soci dell'Archivio Storico.

Ultimo aggiornamento Sabato 18 Luglio 2015 01:04
 
E se fra questi ci fosse un qualche possibile campione olimpico del futuro? Sperare non costa nulla PDF Stampa E-mail
Lunedì 13 Luglio 2015 15:32

Raul Leoni ci ha fatto cortesemente pervenire due documenti relativi all'imminente Campionato del mondo allievi (youth, nella accezione anglofona) che si apriranno mercoledì nello Stadio Pascual Guerrero di Santiago di Cali, che però tutti conoscono solo como Cali, in Colombia. La conclusione domenica prossima.

Raul, il più esperto conoscitore delle categorie giovanili non solo in Italia, ci ha fatto pervenire una nuova edizione delle liste italiane di ogni tempo e il "book" della squadra azzurra con biografie di tutti i giovani partecipanti italiani, con informzioni non solo atletiche. Nel ringraziare Raul per l'importante contributo al nostro sito, auguriamo anche il miglior successo ai giovani azzurrini.

Ultimo aggiornamento Lunedì 13 Luglio 2015 17:24
 
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