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I dieci momenti di Rio che resteranno nella mia memoria: ecco le scelte di Franco Fava (CorSport) PDF Stampa E-mail
Sabato 03 Settembre 2016 13:04

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altAi XXXI Giochi Olimpici di Rio de Janeiro hanno presenziato quattro soci dell'A.S.A.I. Bruno Bonomelli: Franco Fava, giornalista del "Corriere dello Sport", Paolo Marabini, stesso mestiere alla "Gazzetta dello Sport", Carlos Fernández Canet, delegato IOC / IAAF alla informazione statistica per l'atletica, e Ottavio Castellini, nella stessa mansione operativa.

Su richiesta di un utente del nostro sito siamo stati sollecitati a compilare una nostra classifica dei dieci momenti, personaggi, situazioni, che maggiormente ci hanno colpito per consistenza tecnica, emozionato per situazione ambientale, apprezzato per spessore umano. Abbiamo girato la richiesta ai nostri quattro  "inviati speciali". Abbiamo già conosciuto le scelte di Carlos e di Paolo. Oggi pubblichiamo quelle di Franco Fava, che mette la sua firma sul "Corriere dello Sport". Franco contribuisce spesso ad arricchire il nostro sito con suoi ricordi e tanto altro. Oggi, 3 settembre, in più, è un momento speciale per lui: è il suo compleanno. Auguri, Franchino, da tutti noi dell'A.S.A.I.

Ti dedichiamo una foto scattata da Pietro DelPero lo scorso novembre sul porticciolo di Gargnano, sul lago di Garda, in occasione della prima edizione del "Miglio Olimpico": insieme a te, Giorgio Reineri e Alberto Juantorena, campione olimpico dei 400 e 800 metri ai Giochi di Montréal 1976.

 

USAIN BOLT 200

Scontata la sua vittoria sui 100 e anche nella staffetta. Ma dove ha dato il meglio di sé è stato però sui 200, la distanza a lui preferita. E' stata questa la finale in cui si è impegnato di più, credo per lasciare il segno con una prestazione cronometrica. Pur vincendo in 19”78 ha dato l'impressione di essere tornato normale. Per la prima volta ha spinto davvero fin sul traguardo e non si era mai vista una smorfia di stizza così marcata sul suo volto all'arrivo.

 

ANDRE DE GRASSE

Bronzo 100 metri (9”91), Argento 200 (20”02) e Bronzo 4x100 (37”64). Tre volte sul podio nelle gare di Bolt. Nella finale dei 100 ha firmato il personale con 9”91 e così nelle semifinali dei 200 correndo sulla scia del giamaicano in 19”80. Nella 4x100 ha trascinato il Canada al record nazionale. A 22 anni ha un futuro nella velocità del dopo Bolt, un anno dopo il bronzo sui 100 ai Mondiali 2015 con Bromell.

 

WAYDE VAN NIEKERK

24 anni, Sudafrica. Oro 400  con 43”03 W.R! Diciassette anni dopo ha cancellato il prestigioso record dei 400 di Michael Johnson (43”18). Il sudafricano, che è allenato dalla 75enne Anne Botha, era stato protagonista già un anno fa ai Mondiali di Pechino. A Rio ha fatto una strepitosa galoppata correndo in ottava corsia. Ha un talento immenso perché è l'unico al mondo ad aver corso i 100 in meno di 10”, i 200 sotto i 20” e i 400 meno di 44”. I 43 secondi sono la sua nuova barriera.

 

DAVID RUDISHA (800)

Ancora re degli 800 dopo aver vinto anche quattro anni fa con il record del mondo dopo una gara in solitaria. Ha dominato di nuovo nonostante i problemi delle ultime stagioni e a suon di personale. La sua doppietta dopo 4 anni ha riportato alla memoria quella di Peter Snell a Roma 60 e Tokyo 64.

 

MO FARAH (5000-10.000)

Il britannico ha ripetuto gli exploit di Londra 2012, riuscendo a doppiare le due distanze con una tattica di gara fotocopia. Il che può anche non essere entusiasmante dal punto di vista dello spettacolo. Ma la sua lunga collana di titoli, dai mondiali agli europei ne fa un grande del fondo in pista. Due doppiette riuscite al solo Lasse Viren in passato (Monaco 72 e Montreal 1976). Ma il finnico fu ancora più grande perché 40 anni fa il giorno dopo il quarto oro nei 5000 corse anche la maratona dove fu buon quinto. Un piazzamento che pochi ricordano.

 

OMAR MCLEOD

22 anni, Giamaica. Oro nei 110 ostacoli. Primo giamaicano a vincere i 110 ostacoli, tradizionale campo di conquista degli specialisti statunitensi. E' anche l'unico ad aver corso i 100 sotto 10” (9”99 quest'anno) e le barriere alte sotto i 13” (personale 12”97). E' originario della provincia di Manchester, come Elaine Thompson, ma studia in Arizona. A marzo ha vinto il primo titolo iridato a Portland sui 60hs ma ai Mondiali di Pechino 2015 fu solo sesto in 13”18.

 

THIAGO BRAZ DA SILVA

22 anni, Brasile. Oro nell'asta (6,03). È la nuova rivelazione dell'asta. Dal 2014 vive a Formia dove si allena con Vitali Petrov, il tecnico che seguì anche la Isinbayeva e Gibilisco. A Rio ha beffato il primatista mondiale Lavillenie, firmando anche il record olimpico. E' il 17° atleta ad entrare nell'esclusivo club di chi ha violato i 6 metri. Saltando 6,03 si è migliorato di 10 centimetri. Petrov è convinto che potrà volare oltre i 6,16, il limite fissato dal francese quando cancellò Bubka. Deve solo controllare l'emotività.

 

ELAINE THOMPSON

24 anni, Giamaica. Oro nei 100 metri (10”71) e 200 (21”78). È esplosa quest'anno vincendo i Trials i 100 in 10”70, eguagliando il primato giamaicano della regina Fraser-Pryce. Ha vinto tre titoli come Bolt. L'ultima a realizzare la doppietta 100-200 fu 28 anni fa FloJo. A Rio ha vinto in 10”71 relegando la Fraser al bronzo. Poi ha trionfato pure nei 200 e nella 4x100. Sul mezzo giro ha dato un bel dispiacere alla campionessa iridata in carica, l'olandese Schippers.

 

ALMAZ AYANA

25 anni, Etiopia. Oro 10.000  con 29:17.45 W.R. e bronzo nei 5000. Ha firmato uno dei tre record del mondo caduti all'Olimpiade. Sui 10.000, corsi in solitaria in uno strabiliante 29:17.45, ha demolito lo storico e chiacchierato primato che la cinese Wang stabilì nel lontano 1993. Proviene da una regione ai confini del Sudan ed è allenata dal marito. Era alla sua prima Olimpiade ma aveva vinto l'oro iridato a Pechino 2015 sui 5.000. Distanza in cui qui è stata “solo” bronzo, ma dove vanta con 14:12.56 la seconda prestazione mondiale all time, realizzata quest'anno al Golden Gala di Roma.

 

RUTH JEBET

19 anni, Bahrain. Oro 3000 siepi (8:59.75). Keniota ma con passaporto del Bahrain ha vinto da junior i 3000 siepi sfiorando il record del mondo assoluto. Ha regalato al suo nuovo Paese il primo oro olimpico e anche la prima a vincere consecutivamente il titolo iridato di categoria e l'Olimpiade. Ha deciso di trasferirsi perché il governo dell'Emirato le ha pagato gli studi in veterinaria. A Rio era arrivata accompagnata dai genitori. Pochi giorni dopo a Losanna ha demolito il record del mondo.

 

YULIMAR ROJAS

19 anni, Venezuela.  Argento Triplo (14,98). Compirà 20 anni solo il 21 ottobre. A Rio ha duellato fino all'ultimo salto con la regina del triplo, la colombiana Ibarguen, conquistando l'argento sfiorando i 15 metri. E' stata la portabandiera per il Venezuela nella cerimonia di apertura. Fisico maestoso (1,92x72kg) ha iniziato con l'alto. Ma detiene anche il record nazionale del lungo (6,57). Lo scorso anno si è trasferita a Madrid dove è seguita dall'ex campione del lungo, il cubano Ivan Pedroso. I due si sono conosciuti attraverso FB.

 

NAFISSATOU THIAM

22 anni, Belgio.  Oro Eptathlon (6.810 punti). E' stata tra le sorprese più belle e più fresche. Con 6.810 punti ha fatto fuori la campionessa olimpica di Londra Ennis. Il distacco di 35 punti è il margini più ridotto tra oro e argento ai Giochi. Mamma belga e papà senegalese, ha iniziato con le sette prove già a 15 anni, ispirata dalla svedese Carolina Kluft. La specialità dove eccelle di più è l'alto: a Rio ha saltato 1,98 (record in una gara di eptathlon, una misura superiore di un centimetro a quella saltata dalla Beitia nella finale dell'alto.

 

Ultimo aggiornamento Domenica 04 Settembre 2016 08:32
 
European Masters Athletics Teams Meeting oggi a Gavardo con la regia della Virtus Castenedolo PDF Stampa E-mail
Sabato 03 Settembre 2016 11:51

EUROPEAN MASTERS ATHLETICS TEAMS MEETING: si chiama così la originale manifestazione inventata dall'Atletica Virtus Castenedolo, che può orgogliosamente sfoggiare parecchi titoli nazionali Masters conquistati in questi ultimi anni e ha tutta l'intenzione di continuare la serie. La competizione, cui hanno aderito un bel numero di clubs, andrà in scena oggi sulla pista di Gavardo, in provincia di Brescia, pista che si è già fatta una fama in fatto di gare di sprint, visti i tempi ottenuti da parecchi velocisti, tra cui il giovane Filippo Tortu, argento ai Mondiali U20 sui 100 metri, e una delle grandi speranze dell'atletica italiana.

Lo EMATM è parte del programma multisport di "Sognando Olympia", che si avvarrà della collaborazione degli amici dell'Atletica Virtus Castenedolo anche per due altre iniziative del progetto che si svolgeranno nel mese di ottobre. Nei prossimi giorni vi daremo notizie delle gesta dei nostri amici Masters in quel di Gavardo.

Ultimo aggiornamento Sabato 03 Settembre 2016 11:57
 
Giochi Olimpici e atletica italiana nella severa analisi dell'ultimo numero di "Trekkenfild on line" PDF Stampa E-mail
Venerdì 02 Settembre 2016 11:01

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Severa? Impietosa sarebbe meglio dire. Ma se la malattia è grave, il bisturi deve incidere a fondo. Abbiamo ricevuto l'ultimo numero di "Trekkenfild", periodico on line di atletica, come si definisce. Siamo al numero 38, ridendo e scherzando. Daniele Perboni e Walter Brambilla....si sono fatti sicuramente degli amici con le loro analisi "impietose", ma non si scrive - non si deve scrivere - per farsi degli amici. Per questo si mandano regali a Natale e biglietti d'auguri, non si fa giornalismo.

Numero 38, dunque, tutto in chiave olimpica e lente focalizzata sulla partecipazione italiana, che è stata quello che è stata. "Brambilboni" non fa sconti, ci sono passaggi graffianti. Se volete, potete leggere qui le loro considerazioni. E ognuno ne tragga le conclusioni che vuole. Da parte nostra, aggiungiamo solo che non è certo quella vista negli ultimi anni l'atletica italiana che ci piace. E non si può sempre vivere "aspettando Godot", nella speranza che i giovani crescano. Esistono cure ricostituenti? Bella domanda....

Ultimo aggiornamento Sabato 03 Settembre 2016 07:36
 
Disponibile la "Lettre" della Commissione Storica francese con sempre nuove interessanti ricerche PDF Stampa E-mail
Giovedì 01 Settembre 2016 10:41

Imperdibile appuntamento con l'atletica francese. Riceviamo da Gilbert Rossillo il consueto messaggio per segnalarci che, per chi vuole,  è disponibile il nuovo numero della "Lettre".

Bonjour à toutes et à tous,          
A​u nom de la Commission Documentation et Histoire de la Fédération Française d'Athlétisme, j'ai le plaisir de vous adresser la 59​è ​lettre mensuelle d'information avec son traditionnel résumé des études réalisées ou mises à jour au cours du mois d'août que vous pouvez consulter plus en détail via le lien suivant : https://cdh.athle.com/

Da leggere queste righe di JL Vollard su un personaggio poco conosciuto agli appassionati di atletica, perfino in Francia: Jean-Cluade Arifon, 400 metri ad ostacoli, talento straordinario, carriera brevissima. Una meteora, gareggiò solamente fra il 1946 e il 1948, ma sufficiente per stabilire un record europeo (51.6), arrivare in semifinale ai Giochi Olimpici di Londra 1948 e vincere un titolo di Campione di Francia , sempre 1948. Primati personali: 48.9 (400), 1:54.0 (800), 24.7 (200 H).

C'EST ARRIVÉ EN ... SEPTEMBRE 1948


D’Henri Tauzin à Naman Keïta en passant par Prudent Joye et Jean-Claude Nallet, le 400 m haies français a connu plusieurs têtes d’affiche dans son histoire, mais seuls deux athlètes ont détenu le record continental. Stéphane Diagana, probablement le plus grand de nos spécialistes du 4H, est bien sûr le titulaire depuis plus de vingt ans, mais avant lui Jean Claude Arifon a également inscrit son nom sur les tablettes européennes.
La carrière internationale du Marseillais né en 1926, se concentre sur trois saisons après la Libération avec 8 matchs internationaux et une sélection aux Jeux Olympiques en 1948. A Londres, il échoue de très peu pour rentrer dans la finale à 6, malgré un chrono meilleur que son compatriote Yves Cros dans l’autre demi-finale (52’’3 contre 52’’5). Licencié au Paris Université Club depuis cette saison, il avait battu Cros aux championnats de France en juillet, d’extrême justesse (53’1 pour les deux athlètes) et lui avait aussi pris le record de France en 1947 en remportant les Jeux Mondiaux Universitaires à Colombes.
Après les Jeux, il profita de sa forme, d’abord lors des meetings Suédois fin août, notamment en terminant juste derrière l’Américain Ault et le local Larsson à Malmoe. Pour sa dernière sélection contre la Tchécoslovaquie il s’impose le 5 septembre à Colombes et c’est lors d’un meeting à Jean Bouin, où le président de la FFA a curieusement refusé que les héros Jamaïcains de Londres, Laing, Mac Kinley, Wint et La Beach soient inscrits, qu’Arifon va donner sa pleine mesure et oublier la douleur à la cheville qui l’handicapait sur les bords de la Tamise.
Le 09 septembre, sur l’anneau parisien de 450 mètres il termine en 51’’6 et égale le record d’Europe de Rune Larsson, médaillé de bronze à Londres. Une belle carrière se présente devant lui alors qu’il n’aura 22 ans qu’en novembre, et pourtant il disparaîtra des pistes pour des raisons extra-sportives et on ne reverra jamais cet immense talent (Crédit photo But & Club).
Rédation Luc VOLLARD
 

Ultimo aggiornamento Giovedì 01 Settembre 2016 13:20
 
I dieci momenti di Rio che resteranno nella mia memoria: ecco le scelte di Paolo Marabini (GdS) PDF Stampa E-mail
Mercoledì 31 Agosto 2016 12:22

altAi XXXI Giochi Olimpici di Rio de Janeiro hanno presenziato quattro soci dell'A.S.A.I. Bruno Bonomelli: Franco Fava, giornalista del "Corriere dello Sport", Paolo Marabini, stesso mestiere alla "Gazzetta dello Sport", Carlos Fernández Canet, delegato IOC / IAAF alla informazione statistica per l'atletica, e Ottavio Castellini, nella stessa mansione operativa.

Su richiesta di un utente del nostro sito siamo stati sollecitati a compilare una nostra classifica dei dieci momenti, personaggi, situazioni, che maggiormente ci hanno colpito per consistenza tecnica, emozionato per situazione ambientale, apprezzato per spessore umano. Abbiamo girato la richiesta ai nostri quattro  "inviati speciali". Abbiamo già conosciuto le scelte di Carlos. Oggi pubblichiamo quelle di Paolo Marabini, giornalista alla "Gazzetta", redazione ciclismo, ma che sa di atletica (e non solo) come pochi, anzi pochissimi. Un maniaco della precisione, della documentazione, "nel rispetto di chi mi legge", come dice lui. Da un paio d'anni "prima firma" della "Rosea" al Giro d'Italia. Neofita olimpico, Rio lo ha tenuto a battesimo. Lo abbiamo già rimarcato ma lo ripetiamo: ognuno di noi ha la sua sensibilità, la sua capacità di reagire emozionalmente, la sua competenza specifica di un determinato sport. Noi non dobbiamo compiacere nessuno, non vinciamo premi, ognuno ha compilato in totale autonomia. Per dirla pirandellianamente: Così è (se vi pare). E se non vi pare fa lo stesso.

Io me li ricorderò così, di Paolo Marabini

400 uomini - Il record mondiale del favoloso Wayde Van Niekerk, ottenuto in ottava corsia e in una finale olimpica, è una delle più grandi imprese della storia dell'atletica. E poi battere di 73 centesimi Kirani James... Non servono molti aggettivi per descrivere questa gara, è bastato averla vista!

 

10.000 donne - Pensavamo che avremmo dovuto attendere ancora un po' prima di veder cadere il record del mondo della gara più lunga del programma su pista, anche perché le occasioni sono rare e per lo più legate alle grandi manifestazioni. Poi è spuntata Almaz Ayana e tanti saluti: chissà se il 29'17"45 della fenomenale etiope resisterà 23 anni come il record della Wang Junxia?

 

Maratona uomini - E' raro assistere a una maratona di una grande manifestazione in cui un atleta è talmente padrone della situazione da gestirla a proprio piacimento dal primo all'ultimo metro. Era successo a Samuel Wanjiuri a Pechino, s'è ripetuto qui con Eliud Kipchoge, capace negli ultimi due anni di lasciare il segno in tutte le più prestigiose maratone.

 

4x100 uomini - Benché molti lo ritenessero scontato, il nono oro olimpico di Usain Bolt era il meno semplice di tutti, dipendendo non solo dalle proprie gambe e dagli avversari, ma anche dalle prestazioni e dai cambi dei compagni. E poi il Giappone, che sorpresa.

 

400 donne - Che Shaunae Miller valesse l'oro lo si sapeva. Ma che lo potesse vincere in quel modo, con tuffo sul traguardo, chiudendo in 49"44 sulla favorita Allyson Felix... Uno dei finali più elettrizzanti della storia, senza alcun dubbio. Con la coda del palpitante dopocorsa della giovane promessa bahamense, rimasta a lungo distesa sulla pista a smaltire l'immane fatica e a godersi il trionfo

 

Asta uomini - Forse la più grande sorpresa dei Giochi, non tanto per l'esito finale, ma soprattutto per come è maturata. Con Renaud Lavillenie che sembrava volare sicuro sino all'oro a suon di salti immacolati e Thiago Braz Da Silva - attenzione, non un carneade - che si è inventato la gara della vita uscendo nel finale. Velo pietoso sul dopo gara del francese.

 

5000 donne - Tutti a pensare che Almaz Ayana, una settimana dopo l'oro con record mondiale dei 10.000, facesse un sol boccone delle avversarie anche sulla mezza distanza. Invece chapeau a Vivian Cheruiyot, che ci ha sempre creduto e ha piazzato un ultimo chilometro super.

 

800 uomini - David Rudisha ci aveva abituati bene ed era impensabile che potesse ripetere il doppio exploit - oro e primato mondiale - di Londra 2012. Ma si può rimanere insensibili di fronte a un trionfo in 1'42"15, ottenuto dopo il capolavoro tattico keniano? Era dal Peter Snell di Tokyo 1964 che non si vedeva un bis sulla distanza: ciò avvalora ulteriormente l'impresa di David.

 

Alto uomini - Il rimpianto per l'assenza di Gianmarco Tamberi è davvero forte, ma siamo poi sicuri che avrebbe avuto ragione di Derek Drouin? Per battere il canadese in giornata di grazia e capace di superare al primo tentativo tutte le misure da 2.20 a 2.38, una prestazione perfetta avrebbe anche potuto non essere sufficiente.

 

400 hs donne - Gran bella atleta questa Dalilah Muhammad, capace di centrare a 26 anni il primo titolo importante della carriera: il tempo finale ha risentito delle condizioni non ideali, ma la ragazza ha talento, tecnica e ritmica. E in gara secca vale il record del mondo della Pechonkina.

Ultimo aggiornamento Giovedì 01 Settembre 2016 08:22
 
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