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Piccolo suggerimento: non dimenticatevi che la correttezza non è un optional PDF Stampa E-mail
Mercoledì 24 Maggio 2017 09:05

Alcuni utenti ci hanno segnalato nelle ultime ore di aver letto su altri siti articoli da noi pubblicati, in particolare quello che si riferisce ad una piccola, parziale storiella senza eccessive pretese, del primato nazionale dei 3000 metri uomini. Le segnalazioni sottolineavano una certa mancanza di correttezza nel riprendere testi senza indicarne, almeno, la fonte. Ringraziamo chi ci ha inviato queste segnalazioni, che ci offrono l'occasione per alcune puntualizzazioni.

Non ci disturba che altri riprendano, anche integralmente, nostri scritti. Anzi. Significa che sono buoni materiali e che chi collabora con noi conosce la materia (atletica italiana, soprattutto, ma non solo). Il limite è quello di sempre: la correttezza. Noi non chiediamo autorizzazioni preventive per  accordare la pubblicazione dei nostri articoli, ma invitiamo, adesso, con fermezza a indicare la fonte e il nostro indirizzo e mail. Da anni ormai i giornali usano la formula "Riproduzione riservata" per tutti gli articoli pubblicati. Fra i nostri soci parecchi hanno esercitato, o esercitano, la professione di giornalista. Citare le fonti è sempre stato un obbligo morale e legale non un optional. Nella confusa palude della informazione (informazione?) che corre sul filo del web e dei cosiddetti social si scambia per libertà l'abuso, si considera del tutto normale il navigare alla ricerca di qualcosa da copiare, spesso senza fare neppure lo sforzo di riscrivere gli stessi contenuti in maniera diversa.

Ha scritto Ferruccio de Bortoli, direttore del "Corriere della Sera" e del "Sole-24 Ore", nel primo capitolo del suo recentissimo libro "Poteri forti (o quasi)":"...trovo desolante questa proletarizzazione insulsa della professione, quest'epica dell'universalità della rete che trasforma i redattori in minatori del web, peraltro destinati ad essere sostituiti non in piccola parte (succede già) da disciplinati algoritmi".

Noi abbiamo soci che si sono consumati il fondoschiena sulle  spesso scomode sedie delle biblioteche, per sfogliare migliaia di pagine, per ricercare, confrontare, studiare, approfondire. Meritano rispetto. Non abbiamo l'abitudine di firmare i nostri articoli, talvolta li presentiamo ringraziando gli autori. Non chiediamo niente di più che il dovuto, sacrosanto rispetto. Chi ha orecchie per intender...

E già che ci siamo. Spesso (ormai troppo sovente) qualcuno ci chiede di pubblicare ricerche, oppure chiede a noi di farne per conto di questo o quell'altro. Noi non siamo un autobus su cui si sale senza pagare il biglietto. L'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli" è una piccola confraternita di amici che condividono (linguaggio mututato dai social network) comuni passioni. Associazione indipendente che non ha mai ricevuto un centesimo di lira (al tempo) o di Euro dalle squattrinate (poverette!) organizzazioni sportive di qualsiasi livello, nazionale, regionale, provinciale, zonale, che hanno sempre, Dio sa come mai, problemi di bilancio. Abbiamo preso una decisione irremovibile che si articola in pochi chiari punti:

- non pubblicheremo sul sito A.S.A.I. contributi storici, statistici, di attualità, che non siano elaborati da soci in regola con la quota annuale;

- non faremo nessuna ricerca per conto altrui, se chi ce lo chiede non è socio del nostro Archivio, con regolare pagamento della quota annuale;

- non pubblicheremo segnalazioni di libri di cui non ci venga inviata almeno una copia per recensione (questo punto è in vigore da tempo)

Ricordiamo che la quota annuale di adesione al nostro Archivio è ferma da molti anni (diciamo pure: sempre) a 50 Euro, una miseria. Il costo del caffè in un bar onesto, per 50 giorni in un anno.

Ultimo aggiornamento Domenica 28 Maggio 2017 10:11
 
Taccuino della memoria: 18 maggio, il primato dei 3000 metri da Finelli a Di Napoli PDF Stampa E-mail
Venerdì 19 Maggio 2017 10:08

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Resta, al momento, l'unico italiano ad aver corso i tre chilometri appena sotto i 7 minuti e 40 secondi. Sono passati 21 anni da quel giorno. Era il 18 maggio 1996, sulla pista di Formia, per la 29esima edizione della riunione (si chiamavano così un tempo, ci ha ricordato qualche giorno fa, col sorriso, un anziano atleta della Bentegodi Verona) inventata dal genio istrionico e simpatico di Elio Papponetti, rietichettata meeting e, quell'anno, ulteriormente arzigogolata in un  roboante "World Formia Meeting". Amichevoli ironie a parte, che successe quel giorno? Successe che Genny Di Napoli riscrisse il primato nazionale dei 3 mila metri, con un responso cronometrico finale di 7:39.54, cifra che resta lì, granitica, impavida, inamovibile a distanza di ben 21 anni. E Genny è anche orgoglioso titolare di primati ancor più longevi (2000 metri, miglio e 1500 metri). Se mettessimo insieme anche solo i suoi quattro primati all'aperto raggiungeremmo una anzianità di oltre 100 anni...mezzofondo italiano, se ancora esisti batti un colpo.

Di quella gara di Formia ci sono solo flebili tracce nelle due riviste italiane che avrebbero dovuto essere i pilastri della informazione atletica: la federale "Atletica" e la vigevanese "Atletica leggera". Evidentemente il 1996 - anno olimpico, si noti - non era un momento molto felice per la informazione con le scarpette chiodate. Il foglio ufficiale aveva ricevuto ordini di suonare la grancassa sulla cosidetta "vita federale", a nostro avviso "coma federale". La rivista privata si arrabattava ormai per sopravvivere. Sta di fatto che, opinioni personali a parte, del primato di Genny si hanno: zero righe di commento e risultati neppure completi sul bollettino fidalino, e un pezzullo striminzito ma almeno i risultati completi sulle pagine di "Atletica Leggera", che pure aveva rappresentato per tanti il banco di scuola per imparare qualcosa di atletica. Tempi di passaggio? Ma di che state parlando? Neppure l'ombra, l'estensore del misero articoletto su "AL" riesce perfino a sbagliare il tempo del primato.

Genny era già detentore del primato: 7:42.68 a Montecarlo nel 1993, cinque centesimi meglio del 7:42.73 di Francesco Panetta (Cagliari 1987). Le liste italiane ogni tempo, compilate da Enzo Sabbadin ed Enzo Rivis, liste che potete leggere per intero su questo sito (sotto la voce Liste italiane di ogni tempo, uomini) raccontano anche che delle prime dieci prestazioni nazionali Genny è titolare di tre, Daniele Meucci e Stefano Mei di due ciascuno, completano il quadro Panetta, Stefano Baldini e Salvatore Antibo. Sempre considerati i primi dieci tempi, ben otto appartengono al secolo passato, gli unici due tempi etichettati Anni Duemila sono di Meucci. In diciassette anni...un po' pochino, no? Che dite?

Se si mettono insieme risultati all'aperto e al coperto (sempre disponibili sul nostro spazio, qui a fianco), e si stilano i primi 10, il "tesoretto" personale di Genny  (che è pure primatista nazionale in pista coperta) aumenta fino al 60 %:

7:39.54     Di Napoli                  1996

7:41.05 i   Di Napoli                   1997

7:41.74     Meucci                      2012

7:41.93     Di Napoli                   1996

7:41.94 i   Di Napoli                    1995

7:42.68     Di Napoli                   1993

7:42.73     Panetta                     1987

7:42.85     Mei                            1986

7:43.10 i   Di Napoli                    1997

7:43.14     Baldini                       1996

Considerando nuovamente le liste Sabbadin / Rivis che elencano i migliori 40 atleti ogni-tempo sapete qual è il risultato più antico? Quello di Franco Arese: 7:51.2 (primato italiano) ottenuto il 20 giugno 1971, a Varsavia, quando vinse nettamente la 17esima edizione del Memorial Janusz Kusocinski su un plotone di 21 partenti; secondo il tedesco est Scholz (7:54.2), terzo il britannico Baxter (7:54.6), settimo uno junior che sarebbe diventato famoso ma che ebbe un tragico destino: Bronislaw Malinowski (7:58.0). "Ciccio" Arese era l'unico italiano in gara a quella edizione del famoso meeting polacco. Il "Kusocinski" era già stato teatro di un primato italiano sulla distanza: nella terza edizione, 10 giugno 1956, Gianfranco Baraldi, sedicesimo su 22 partenti, segnò 8:26.8. Ai primi due posti i famosi ungheresi Sandor Iharos (7:59.4) e Laszlo Tabori (8:00.0). L'esatto tempo del bergamasco fu oggetto di una lunga diatriba fra Bruno Bonomelli e la Federazione italiana, forse un giorno ve la racconteremo. A quella edizione del "Kuso" si registrò la prima partecipazione italiana: c'erano, oltre a Baraldi, Moreno Martini (400m ostacoli), Attilio Bravi (lungo), Giulio Chiesa (asta), Silvano Meconi (peso), Pino Dordoni (20Km marcia), Mario Paoletti (400m).

Siamo partiti dal ricordo del 18 maggio 1996, ma nella storia dei 3000 metri questa data ebbe un altro "spartiacque": il 18 maggio 1968, il modenese Renzo Finelli fu il primo mezzofondista italiano a scendere sotto gli 8 minuti, 7:59.8. Siamo a Roma, sulla nuovissima pista dell'Acquacetosa, quinta edizione del "Memorial Zauli" organizzato dal CUS Roma. A sottineare l'abisso fra la informazione del 1996 e quella del 1968, ricopiamo pari pari la cronaca (relativa al primato di Finelli) scritta da Gianfranco Colasante, uno che sapeva cosa era il nostro sport, per la federale "Atletica", che proprio quell'anno aveva assunto veste di rivista nel formato, nella impaginazione, nei contenuti:

"Infine si attendeva un po' rilassati e un po' curiosi l'esibizione di quel famoso tunisino, Mohammed Gammoudi, ventotto anni e mostro del mezzofondo mondiale. Un tremila di massa con tutti i nostri migliori che lottavano anche contro l'esile ungherese Mecser, che ricordiamo protagonista a Budapest. Se è vero che l' Acquacetosa ha sposato il mezzofondo, le nozze sembrano felici. Alla fine ha vinto il modenese Renzo Finelli cogliendo per la prima volta nella nostra storia un "tempo" inferiore agli 8 minuti, evento che ha un suo significato profondo e che va interpretato come tappa di transito. E dietro via via tutti gli altri, a migliorare e a divertire, con Giuseppe Ardizzone che diventa sempre più tranquillo della sua forza, Giuseppe Cindolo che si affina, Antonio Ambu che tiene, Umberto Risi che recita la sua stagione d'arrivo". Codicillo: Gammoudi fu secondo in 8:01.8, Mecser terzo 8:03.0, Ardizzone quarto 8:04.0.

Ventotto anni per scendere da 8 minuti a 7:39, e siamo fermi lì da 21. Nell'anno del Signore 2017, il migliore italiota ha corso in 7:50.78, venticinque - trenta metri davanti a Finelli....A ridatece Finelli! Per non dire di Genny Di Napoli!

Nelle foto: a sinistra, l'arrivo di Finelli sulla pista dell'Acquacetosa, dietro il tunisino Gammoudi; a destra, Genny Di Napoli sulla piazza di Vigevano insieme al keniota David Chelule al termine di una edizione della "Scarpa d'Oro".

Ultimo aggiornamento Venerdì 02 Giugno 2017 10:09
 
18 maggio '96: era 21 anni fa, il presente del passato PDF Stampa E-mail
Giovedì 18 Maggio 2017 19:59

Sono passati 21 anni, e, nonostante il trascorre del tempo, il primato è sempre saldamente lì, a ricordarci che "eppur non si muove", l'esatto contrario della frase attribuita a Galileo Galileo. Quale primato? Chi? Dove? Ve lo racconteremo a breve.

Ultimo aggiornamento Giovedì 18 Maggio 2017 20:29
 
Ricordo di Valentyn Mankin tre volte campione olimpico questa sera nella sede di UNIVELA a Campione PDF Stampa E-mail
Giovedì 18 Maggio 2017 12:12

Subito una occasione per parlare di Giochi Olimpici e di un grandissimo campione della vela: il sovietico (ai suoi tempi), ukraino di nascita, Valentym Mankin, che vinse tre ori olimpici in tre classi diverse della vela fra il 1968 e il 1980. Questa sera, alle ore 18, nella sede di Univela Sailing, a Campione sul Garda, verranno intitolate a lui le aule dove studiano aspiranti velisti di tutto il mondo.

Vi proponiamo una bellissima intervista realizzata da Sandro Pellegrini a Mankin, a ragione considerato uno dei più grandi velisti olimpici di ogni tempo. Ci sono passaggi nelle sue risposte che invitano a riflettere, in particolare quando parla di Coppa America e di regate olimpiche, e degli atleti che fanno parte dei gruppi militari. Meditate gente, meditate...Torneremo sull'argomento dopo la cerimonia a Campione.

https://www.youtube.com/watch?v=_wZBpvGycuc

Ultimo aggiornamento Giovedì 18 Maggio 2017 12:17
 
Sta prendendo forma il nuovo progetto "Sognando Olympia": presentazione ai primi di giugno PDF Stampa E-mail
Domenica 14 Maggio 2017 08:36

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Secondo incontro dei promotori del progetto "Sognando Olympia", sabato scorso, sulla terrazza del Circolo Vela Gargnano, a Bogliaco, difronte ad un lago di Garda inondato di sole e dominato dalla imponente mole del Monte Baldo, dalla sponda veronese, la terra che diede i natali 100 anni fa ad Adolfo Consolini.  Erano presenti Franco Capuccini, presidente del CVG, Sandro Pellegrini, giornalista e uomo-comunicazione dello stesso CVG (organizzatori della famosa "Centomiglia" velica, la 66esima edizione il 10 e 11 settembre), Enzo Gallotta, giornalista per molti anni al "Giornale di Brescia", Elio Forti, l'uomo che con la sua passione trascina la organizzazione della corsa podistica "Diecimiglia del Garda" (44esima edizione il prossimo 6 agosto, con ricordo, come ogni anno dal 2007, del nostro indimenticabile Aldo Capanni), oltre che promotore di una società di podisti, il GS Montegargnano che conta circa 130 aderenti, e, non ultimo, da molti anni socio attivo del nostro Archivio Storico; al tavolo anche altri due soci A.S.A.I., Encarnacion Tamayo Nevado e Ottavio Castellini.

Definito un programma di massima per il 2017 (nelle intenzioni il progetto è quadriennale con punto d'arrivo i Giochi di Tokyo 2020). Capisaldi: vela, podismo, atletica, ciclismo, qualche iniziativa anche culturale, e tutto quello che verrà. Lo spirito che anima i promotori è stato ed è quello di promuovere i valori che furono alla base dell'ideale olimpico, valori che, purtroppo, si sono annacquati in furberie, ruberie, interessi talvolta inconfessabili, demolizione di un'etica vera e non di facciata come oggi. I promotori non si illudono di cambiare il mondo dello sport e dell'olimpismo, ma sono impegnati a battersi per parlare sempre più spesso di quegli sbiaditi valori. Una presentazione pubblica è stata messa in calendario per i primi giorni di giugno, in una località gardesana.

"Sognando Olympia" è un progetto aperto. Se "Centomiglia" velica e "Diecimiglia" podistica sono i capisaldi, ci sono altre adesioni già definite, come quella della Atletica Virtus Castenedolo che, ai primi di settembre, proporrà ancora l'incontro europeo per club Masters, sulla pista di Gavardo, e, a fine ottobre, il Virtus Lancio Story, che potrebbe presentare qualche novità. Una bella iniziativa, seguita personalmente da Enzo Gallotta, si concretizzerà nel mese di agosto, a Maderno, con lo scoprimento di una targa a ricordo di Ugo Locatelli, campione olimpico a Berlino '36, con la Nazionale azzurra insieme ad Alfredo Foni, Annibale Frossi, Pietro Rava, la squadra di Vittorio Pozzo. Locatelli fu anche campione del mondo nel 1938, nello Stadio Olimpico di Colombes. Curiosità: la Francia ottenne l'organizzazione della Coppa Rimet proprio durante i Giochi Olimpici a Berlino.

Questo per ora è solo un canovaccio molto approssimativo, se ne saprà di più alla presentazione. Intanto i nostri lettori che volessero saperne di più sui partners di "Sognando Olympia 2017" possono curiosare su questi indirizzi:

https://www.centomiglia.it/

https://www.diecimigliadelgarda.net/

https://www.virtuscastenedolo.it/index.php?c=3

Nella foto, scattata da Encarnita Tamayo, da sinistra, Enzo Gallotta, Franco Capuccini, Elio Forti, Sandro Pellegrini e Ottavio Castellini

Ultimo aggiornamento Giovedì 18 Maggio 2017 18:09
 
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