Home
L'Atletica Virtus Castenedolo bi-campione d'Italia Master a squadre PDF Stampa E-mail
Martedì 19 Settembre 2017 14:06

alt

alt

 

Si è tinta di biancoverde, come già avvenuto negli ultimi anni, la finale del Campionato nazionale Master per società, ospitato ancora una volta a Montecassiano, in provincia di Macerata. L' Atletica Virtus Castenedolo, socia attiva da sempre del nostro Archivio Storico, si è aggiudicata entrambi i titoli di Campione d'Italia tanto con la squadra femminile che con quella maschile. Per i nostri amici questo titolo significa la seconda doppietta in questo Campionato nazionale, che va ad aggiungersi a quella ottenuta nel 2015 a Bastia Umbra. Nel computo dei titoli l'aritmetica ci dice che questo è il quarto successo tra gli uomini (terzo consecutivo) e il secondo con le donne. Al termine di un weekend ricco di sfide appassionanti, i bresciani hanno occupato il primo posto davanti ai tradizionali avversari dell’Olimpia Amatori Rimini, che hanno preceduto, a loro volta, Athlon Bastia, Atletica Biotekna Marcon, Liberatletica Roma e La Fratellanza 1874 Modena. Le "virtussine" hanno lasciato i successivi piazzamenti a Assi Giglio Rosso Firenze, Romatletica Footworks Salaria Village, Liberatletica Roma, Atletica Santamonica Misano e Trieste Atletica.

Accanto agli scudetti, orgoglio del club castenedolese, si contano anche vittorie individuali e nuovi primati nazionali. Quattro le vittorie femminili: sui 200 ostacoli Barbara Ferrarini (32.52) nella categoria SF50; Paola Pasini (SF55) sui 100 metri, la staffetta 4x100 (SF55) composta da Mariuccia Fausta Quilleri (avvocato in Brescia, figlia di una sorella di Rosetta Bonomelli, moglie del nostro Bruno, la quale fu fra i soci fondatori dell'A.S.A.I.), Barbara Ferrarini e dalle gemelle Patrizia e Paola Pasini; suggello finale la vittoria e il nuovo primato nazionale SF50 (4:30.53) per la staffetta 4x400 formata da Perlina Fusi, Francesca Mantovani, Barbara Ferrarini e Cristina Galli.

Al maschile tre i successi, tutti firmati dal velocista Walter Comper (SM50) sui 100 metri in 11.56 (+1.8), sui 200 con 23.88 (-1.7) e come primo frazionista della 4x400 SM50, passando il testimone a Claudio Fausti, Pierluigi Acciaccaferri e Francesco D´Agostino, crono finale 3:44.56. In aggiunta un nuovo primato nazionale M50 sui 200 ostacoli con Paolo Lombardi (28.02).

Una nuova grande soddisfazione per il presidente Giulio Lombardi (che ancora memore di come si lancia il martello ha portato il suo contributo al colletivo, con un lancio di 37.69),  per i "commissari tecnici" Francesco Baiguera ed Erminio Rozzini, per i capitani Angelo Bonzi e Paola Rosati. Ci fa particolarmente piacere raccontare di questi nuovi successi della società sportiva che, fondata nel 1969, si sta avviando al mezzo secolo di vita. Cinquanta anni spesi al servizio dell'atletica, con impegno, spesso sacrificio, sempre con modestia e altruismo. Un esempio da additare a tutti. Noi abbiamo fresco il sapore della bellissima giornata che abbiamo trascorso al campo sportivo di Castenedolo per celebrare il Memorial Adolfo Consolini, con il determinante contributo organizzativo della Atletica Virtus. Tra i protagonisti a Montecassiano quel Carmelo Rado che a Castenedolo è stato protagonista, con i suoi lanci, con la sua travolgente simpatia, con le sue belle parole a ricordo del grande Adolfo, di cui sfoggiava orgogliosamente la tuta avuta da lui in regalo, indumento confezionato da un altro grande della nostra atletica, Ottavio Missoni, che, a quei tempi, con la sua azienda vestiva la Nazionale azzurra, e poi ha vestito grandi e meno grandi del mondo intero con le sue (e di sua moglie Rosita) fantasiose ed elegantissime colorazioni.

Ma sul campo "Vittorio Colombo" di Castenedolo non si è mai dimenticata l'atletica tout court. Se i Master sono un bellissimo divertissement, Erminio Rozzini, sul campo ogni giorno da 48 anni, non dimentica il suo compito di allenatore di atletica di giovani, giovanissimi, che ha sempre portato a ottimi risultati. Vogliamo ricordare Dario Badinelli? tanto per dirne uno. Citiamo una frase che ci ha detto pochi giorni fa un altro grande della nostra atletica, Franco Sar, presente al Memorial Consolini:" Quando sui campi della Lombardia guardo i giovani allenati da Erminio, penso: hanno qualcosa di diverso, si vede la mano del tecnico di valore". Se ne accorge Sar...Ogni altro commento sarebbe stonato.

A nome del Consiglio e di tutti i soci dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli" ci felicitiamo con l'Atletica Virtus Castenedolo.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 20 Settembre 2017 17:41
 
Salvatore Massara, "Pensavamo fosse morto da tempo, e invece è ancora vivo" PDF Stampa E-mail
Giovedì 14 Settembre 2017 09:10

Solo la scanzonata ironia napoletana poteva partorire un necrologio come quello che riportiamo nel titolo. Fu dedicato a Salvatore Massara, alla sua scomparsa, nel settembre 2004, poco dopo i Giochi Olimpici di Atene, dai suoi colleghi del quotidiano "Il Mattino" di Napoli. Qualche tempo addietro ficcanasando in antiche carte, trovammo la cronaca della finale del "Trofeo Pavesi" di marcia, a Lucca, anno 1950. Primo proprio lui, Salvatore Massara. Atleta, giornalista, persona e personaggio, ci è venuto desiderio di ricordarlo, perchè, a nostro giudizio, fa parte del gran libro della storia italica del nostro sport che è scritto anche da galantuomini come Salvatore.. E abbiamo commissionato il ricordo a un nostro socio fondatore che lo ha conosciuto molto da vicino per tanti motivi: Augusto Frasca. Oggi presentiamo il suo elegante testo, ricco di notizie ma, soprattutto, di umanità. Ringraziamo lui, e vi invitiamo alla lettura.

Prima di lasciare spazio al testo di Frasca, scorrete questo collage di fotografie, riproduzione di una delle due pagine che lui stesso volle inserire nel suo ultimo libro "I sentieri d'Olimpia", stampato a Roma nel marzo del 2004, cinque mesi prima della sua dipartita. Grande appassionato di foto, aveva il vezzo di farsi immortalare accanto ai grandi campioni. Se ingrandite con un doppio click vedrete una passerella di "giganti" del nostro sport. Una recensione del libro citato è disponibile a questo indirizzo https://www.collezioneottaviocastellini.com/ultime-acquisizioni.

 alt

Generoso, fecondo, instancabile testimone di atletica. Da mesi destinato ad una conclusione traumatica dell' esistenza per una serie irrecuperabile e mal gestita di cedimenti fisici, all' indomani della morte, amici e colleghi del "Mattino", quotidiano d' una vita a far data dal 1960, momento in cui Gino Palumbo gli affidò la rubrica, pubblicarono una vignetta, rimasta storica, emblematica del personaggio: "Pensavamo fosse morto da tempo, e invece è ancora vivo". 

Calabrese di Vibo Valentia, due terzi di vita trascorsi a Napoli, scomparso settantaduenne nel settembre del duemila e quattro nella sua residenza partenopea, di Salvatore Massara esistono incancellabili tracce lasciate al ricordo di chi ne incrociò il cammino, migliaia di articoli dai due emisferi in mezzo secolo d'attività e tre pubblicazioni: "Atletica, regina dei Giochi", "L'Atletica femminile in Italia e nel mondo" e "I sentieri di Olimpia", le prime due edite negli anni Sessanta, la terza data alle stampe poco prima della morte. Nell'infanzia – la madre Maria Di Rienzo prima abruzzese ad accostarsi alla pratica medica, un fratello, Massimo, una sorella, Giuseppina – Salvatore aveva seguito le sorti del padre Francesco Saverio, impegnato a metà anni Trenta in Etiopia da ufficiale della Milizia Volontaria, prigioniero nel 1941 degli inglesi e destinato dopo l'8 settembre '43 al campo di concentramento WWZ di Eldoret a seguito del rifiuto di collaborare con le forze alleate.

Massara fu agonista nella marcia, affermandosi diciottenne, con le maglie della Polimeni Reggio Calabria, nella finale nazionale del Trofeo Pavesi 1950 e nei campionati del Centro Sportivo Italiano, portando poi a termine, nel 1953, traverso le strade lombarde aperte nella buia notte di Gallarate, la "Cento chilometri", una scommessa romantica, un azzardo tecnico, un'avventura destinata a lasciar scrivere di come tutti indistintamente, l'olimpionico o il dilettante della domenica, ancora lontani dalla fine del calvario, storditi esenza fiato tornino bambini con la voglia di piangere. Prima scelta, dopo la maturità, la vita militare con l'ammissione nel 1953 all'Accademia di Modena e, al compimento del corso, nel 1956, nella Scuola applicazioni d'artiglieria di Torino, periodo in cui fornì suggerimenti e materiali di ricerca al capitano Vittorio Battan – compagno d'Accademia di Giampiero Casciotti, vicepresidente federale nelle lunghe stagioni della presidenza Nebiolo – primo a presentarsi sull'atletica nella neonata Lascia e raddoppia, superando di getto le domande iniziali, raggiungendo 320.000 lire di vincita ma fallendo, al raddoppio, la risposta su chi, dopo Robert Garrett, Atene 1896, avesse vinto nella stessa edizione dei Giochi peso e disco. Solo più avanti, a trasmissione archiviata, si saprà il nome dell'incaricato alla maligna confezione dei quiz proposti da Mike Bongiorno: Carlo Monti, l'uomo, il velocista, la medaglia degli europei del '46, dell'Olimpiade londinese e delle infinite battaglie all'Arena contro spaccatütt Orazio Mariani, glorioso staffettista, alle spalle di Owens, Metcalfe, Draper e Wykoff, nell'unica medaglia d'argento olimpica italiana nella storia della specialità.

La possibilità di un'assunzione alla Rai, successivamente smarrita fra le trappole clientelari dell'azienda di Stato, convinse Massara all'abbandono delle stellette, sostituite poco avanti dall'ingresso nei ruoli ispettivi dell'Isveimer, l'Istituto per lo sviluppo economico dell'Italia meridionale. Che fu la sua professione, fino alla pensione, il giornalismo essendo sempre vissuto come un diporto, costante, assiduo, irrinunciabile, quasi quotidiano, ma sempre, economicamente, diporto. Cinefilo di rara padronanza, divoratore di narrativa americana, del lavoro giornalistico Salvatore Massara conservava gran parte degli stereotipi, ma aveva il vantaggio dell'ironia, in cui la componente partenopea manteneva intatta, anche quando feroce, la sua peculiarità. Memorabili, su tutti, sulle tribune stampa di mezzo mondo, i finti litigi con Vanni Lòriga, inviato del quotidiano romano, cui lo legavano, in ugual misura, immutabili, affetto e rispetto. Toccò numerose testate oltre il Mattino, Corriere sport e Gazzetta, Corriere sera e Repubblica, e fu sempre fedele alle abituali incursioni nella federale Atletica e in Atletica Leggera, il mensile nato e allevato come un figlio nella fucina vigevanese di Dante Merlo. Per quanti lo conobbero, per oltre mezzo secolo, ad Helsinki e a Los Angeles, a Sarajevo come a Belfast, a Montréal come nella familiare Scuola di Formia, fu tra i più singolari esponenti di una formidabile comunità professionale applicata all'atletica, quella comunità che, ancor prima della ineluttabilità delle stagioni, pigrizie e cadute culturali avrebbero progressivamente e inarrestabilmente disperso.

Salvatore Massara era nato il 26 agosto 1932, morendo il 26 settembre 2004. Quercia di III grado, massima onorificenza assegnata dalla Federazione italiana di atletica, l'anno dopo la scomparsa Napoli gli ha intitolato, al Vomero, la pista dello stadio Arturo Collana.

Ultimo aggiornamento Giovedì 14 Settembre 2017 18:09
 
Memorial Adolfo Consolini a Castenedolo: per non dimenticare PDF Stampa E-mail
Martedì 12 Settembre 2017 13:25

alt alt

alt alt

Neppure ai Campionati del mondo c'erano tanti fotografi! Insieme a parenti e amici muniti di telefonini che lavoravano a pieno ritmo, il nostro Archivio Storico ha schierato una "staffetta" di velocisti del click: Chantal Peiano con suo marito Pietro Delpero, suo fratello Marco Peiano, e Marco Forti, gli ultimi due, tra l'altro, nostri soci. Oggi vi presentiamo il lavoro di Pietro in due parti: alcune foto fanno da corredo di queste prime telegrafiche righe, con un rimando all'album completo di oltre 100 foto che appaiono sul sito https://www.collezioneottaviocastellini.com/ . Ma non è tutto: nel prossimi giorni vi proporremo altre foto di Chantal, e dei due Marchi, un filmato degno del Festival di Navazzo, e un testo candidato al noto premio letterario "Cestino della carta da riciclare". Il tutto per non dimenticare un pomeriggio e una serata che in molti (in tutti? probabilmente) hanno lasciato il segno. Grazie ai bravissimi amici dell'Atletica Virtus Castenedolo, gratificati dalla presenza di nipoti e nipotine del Discobolo di Mirone, e da tanti amici, parecchi non annunciati e quindi ancor più graditi.

Per adesso gustatevi il servizio fotografico di Pietro. Ma non scordate di seguirci anche nei prossimi giorni.

Tanto per essere sicuri che li riconoscerete: in alto a sinistra, Carmelo Rado, a destra, il cuboitalico (un fisico bestiale) Oney Tapia; in basso a sx, tutti in pedana; a dx, Franco Sar, da lui parole che si sono stampate nel cuore.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Settembre 2017 09:48
 
1927, Italia - Francia a Milano, un anno dopo le donne ai Giochi Olimpici PDF Stampa E-mail
Lunedì 11 Settembre 2017 07:57

Novanta anni fa,11 settembre 1927, scendeva in campo per la prima volta in un incontro fra squadre nazionali una formazione di ragazze italiane, che cercarono di opporsi, con poca fortuna in verità, alle "demoiselles" di Oltralpe. Per ricordare a chi ha ancora un briciolo di attenzione alle vicende passate del nostro sport, ripubblichiamo testo (in francese e foto) che dedicammo su questo stesso spazio , mesi fa. Ricordiamo anche che i risultati dell'incontro sono disponibili nella sezione degli incontri delle Azzurre 1927 - 1950, sezione curata e aggiornata da Marco Martini.

Le premier match, entre les équipes nationales d’Italie et de France, fût « rose ».

Les « Demoiselles » et « Signorine » furent celles qui allaient générer une confrontation sans égale dans l’histoire de l’athlétisme féminin en Italie. Le score final de 27 à 54 en faveur des demoiselles parla de lui-même. Huit courses, huit victoires françaises ! Que pouvait-on ajouter ?

Eh, les amis, ça n’a pas toujours été ainsi…

Dédions à nos amis de la Commission Documentation et Histoire de la Fédération Française d’Athlétisme ces 2 photos prises lors du premier match disputé le 11 septembre 1927 à Milan au stade de la «Società Ginnastica Forza e Coraggio».

alt

Sur la photo de gauche, les deux équipes alignées avant le match (les françaises au premier plan à droite). Dans l’ovale, le traditionnel échange de fanions entre l’italienne Andreina Sacco et la française Lucienne Laudré.

Ultimo aggiornamento Giovedì 14 Settembre 2017 15:50
 
Domani sera a Castenedolo anche noi balleremo con stelle che non tramontano PDF Stampa E-mail
Giovedì 07 Settembre 2017 13:03

Non stupisca il titolo, ha una spiegazione. Domani sera a Castenedolo come vi abbiamo già raccontato ma ve lo raccontiamo una seconda volta, si organizzerà un incontro - ricordo per onorare la memoria di uno dei più grandi atleti italiani di ogni tempo, Adolfo Consolini, del quale quest'anno ricorre il centenario della nascita. "Memorial Adolfo Consolini", lo hanno chiamato gli organizzatori, Atletica Virtus Castenedolo in primis con l'adesione del nostro Archivio Storico e il supporto della Collezione Ottavio Castellini e del Progetto "Sognando Olympia". Serata che vivrà di due momenti: una esibizione di lancio del disco al campo (che sarebbe ora di far mettere a posto e di far omologare, non vi pare amministratori locali?) del centro sportivo "Vittorio Colombo" e, dopo i dischi volanti o semivolanti, un revival di ricordi, di due grandi protagonisti, amici di Adolfo Consolini e che con lui condivisero tanti momenti ma soprattutto la straordinaria avventura di Giochi Olimpici Roma 1960: Franco Sar (sesto in una indimenticabile gara di decathlon, una delle migliori mai disputate, scontro di titani) e Carmelo Rado (settimo nella stessa gara di Consolini, il lancio del disco), affiancati da Adolfo Rotta, dirigente e allenatore milanese (cresciuto alla scuola di un innovatore dell'allenamento del mezzofondo italiano come Carlo Venini) che fu vicino al campione olimpico di Londra '48 negli ultimi mesi della sua vita, nel 1969 (il decesso il 20 dicembre).

alt

Va bene, ma questo titolo da show televisivo? Discende da una notizia che ci ha colti impreparati: ha aderito alla iniziativa, e ha confermato la sua presenza al vulcanico dott. Aronne Romano, nutrizionista assurto a guru fra VIP, Vippini e Vipponi,  un personaggio che si è guadagnato una straordinaria notorietà proprio "Ballando con le Stelle", un seguitissimo format televisivo. Cubano di origine, de La Habana, italiano di cittadinanza, giocatore di baseball prima, di rugby poi, e...Il nome? Oney Tapia. Vabbuò, e con Consolini e il lancio del disco che c'azzecca, se fa il ballerino? C'azzecca, e come! Oney - atleta non vedente, perse la vista in un incidente di lavoro qualche anno fa - si è messo al collo una bella medaglia d'argento ai Giochi Paralimpici Rio 2016 lanciando il disco a 40.89, preceduto dal brasiliano Alexandro Rodrigo Silva. Sua era stata, qualche settimana prima, la medaglia d'oro ai Campionati Europei (con 42.56), sempre nella categoria F11 (che i regolamenti definiscono Visual Impairment). Ma più che il lancio del disco fu la sua straordinaria abilità di ballerino a propiziargli il successo teleuniversale. Dice: bella forza, è cubano. Sì, ma non tutti i cubani ballano come Oney. Se vi va, guardatelo in questo video diffuso da Raiplay. Il programma è notissimo, ci dicono. Guardate 'sta salsa con Veera Kinnunen, maestra di ballo, campionessa svedese di ballo latino, anche lei notissima.

alt

Adesso avete capito il significato, anche se un po' contorto, del nostro titolo? Chissà, mentre qualcuno guarderà con nostalgia e ascolterà le belle storie vissute da Franco e Carmelo nello Stadio Olimpico romano e nell'annesso Villaggio, in quei Giochi che, per tanti, sono stati gli ultimi veri, qualcun altro, meglio altra, sognerà di ballare con il salsero italiano che viene da Cuba, il quale però, prima, avrà dato saggio di discobolo. Ci saranno tanti amici: Diego Fortuna e la sua bravissima figlia Diletta che ha vinto sul finire di luglio gli European Youth Olympic Festival, disco, ça va sans dire, primato personale a 50.23, un metro e 41 centimetri meglio della seconda classificata. Ci sarà Domenico Canobbio, camuno, l'unico delle terre comprese fra il lago d'Iseo e quello di Garda, ad aver scagliato il disco a più di 50 metri; era il 1977, la cifra "ella fu immobile e non ha ancora dato il mortal sospiro" come primato bresciano. Noi non sappiamo far di conto, pensateci voi, noi intanto brindiamo ai grandi progressi dell'atletica. Dall'aeroporto di Villafranca, dove si occupa di sicurezza, arriverà una montagna di carabiniere Luciano Zerbini, un altro pezzo di storia del "disco volante".  Questi sono alcuni, ma altri hanno annunciato che verranno, per fare degnissima cornice. Che siano tanti e entusiasti ad innalzare il vessillo dell'atletica, quella che noi vorremmo e che a Castenedolo tengono alto.

Le foto: in alto, Oney Tapia festeggiò così la sua medaglia d'argento ai Giochi Paralimpici Rio 2016, sfoggiando la mascherina paraocchi disegnata appositamente dalle sue figlie. Felice e orgogliosa anche Diletta Fortuna, figlia di Diego, otto volte campione italiano di disco, un primato personale di oltre 64 metri, lei, giovanissima, vincitrice, qualche settimana fa, a Györ, in Ungheria, della medaglia d'oro agli European Youth Olympic Festival.

Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Settembre 2017 12:24
 
<< Inizio < Prec. 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 Succ. > Fine >>

Pagina 143 di 259