Home
Trekkenfield: dalla maratona al decathlon, alle cose di casa (o cosa?) nostra PDF Stampa E-mail
Martedì 25 Settembre 2018 13:09

alt

Caldo, appena sfornato, come le girelle del forno Bertelli a Gargnano del Garda o i cornetti super di certi bar romani, al mattino. Questo non si pappa ma si legge: «Trekkenfild», il conto è arrivato a 62. Non ci pare il caso di ritornare sulle qualità di questa pubblicazione, lo abbiamo già fatto in precedenti occasioni. Una voce libera, un samizdat, non tanto clandestino, perchè ci risulta aver un buon seguito. Soprattutto ha un pregio: che mentre altri (?) le riviste le chiudono o le fanno uscire con cadenze da vergognarsi, loro sono costanti nel tempo, nei loro tempi. Dimenticavamo: soprattutto se la scrivono, non fanno copia - incolla delle notizie del sito della Federazione, italiana o mondiale che sia. Vabbuò, comandante Schettino aiutaci tu...a naufragare. Adesso, se ne avete voglia lo leggete, le cose interessanti non mancano.

Ultimo aggiornamento Domenica 02 Febbraio 2020 10:54
 
Gian Piero Massardi, protagonista dell'epoca d'oro dell' atletica a Brescia PDF Stampa E-mail
Lunedì 24 Settembre 2018 14:33

   alt alt

Ieri mattina, su una delle pagine di sport del quotidiano «Giornale di Brescia», un notizietta posta in basso ci ha annunciato la morte di Gian Piero Massardi, avvenuta a Monza, dove si era trasferito molti anni fa e dove aveva insegnato educazione fisica. Per conoscere la sua storia di atleta lasciamo parlare la scheda che abbiamo ripreso dal libro di Alberto Zanetti Lorenzetti «I colori della Leonessa - Atletica Brescia 1950 - 1990».

Le due foto che corredano questo ricordo si riferiscono alla stessa gara, all'Arena di Milano, il primo ottobre 1955, Campionati italiani assoluti. Quel giorno il potente atleta bresciano (nato a Rezzato, alle porte della città, l'8 dicembre 1934) vinse il suo primo titolo di campione d'Italia, dopo un serrato testa a testa con Ezio Nardelli, della A.T.A. Battisti Trento: 15.1 per entrambi. Massardi confermerà il suo titolo l'anno dopo a Roma, nella edizione dei Campionati assoluti che si disputa «sulla pista e sulle pedane delle Olimpiadi 1960» titola orgogliosamente la rivista federale. Massardi vince in 15 netti, davanti (15.1) al giovanissimo bolognese Paolo Zamboni (nato nella città delle Torri della Garisenda e degli Asinelli il 18 maggio 1939).

Il 1955 fu il suo miglior anno: campione d'Italia, quarto ai Giochi del Mediterraneo a Barcellona, a pari tempo con il francese  Bernard, terzo, 15.4 per entrambi, dieci risultati fra 14.9 e 15.1. Sulla rivista federale «Atletica» (numero 6, 30 marzo 1956) nel commento alla stagione precedente, leggiamo: «Tra gli atleti che hanno dato volto alla stagione 1955, il primo posto spetta senz'altro al 21enne Massardi, di Brescia, che ha dominato la scena dal principio alla fine, e che solo a novembre ha perso lo scettro di migliore della stagione, soffiatogli proprio in extremis dall'istriano Venturini. Comunque Massardi, dal 15.6 che vantava nel 1953 (gareggiò poco nel '54 per un incidente) è sceso quest'anno a 14.9, ha conquistato il massimo titolo nazionale e s'è guadagnato naturalmente la maglia azzurra». Giudizio ribadito da Renato Morino su «Tuttosport»: «Dominatore è stato Massardi  che dopo aver segnatosei volte 15.1 e tre volte 15 netti è sceso a 14.9 seguendo Venturini a 14.8. Fatalità volle che Massardi valicasse il muro dei 15.0 proprio nella sola volta che restava sconfitto». Tullio Venturini, nato a Pirano, Pola, il 21 maggio 1930, vestiva i colori della Ginnastica Triestina.Anche lui aveva avuto una stagione molto positiva, ma agli Assoluti era finito terzo lontanuccio (15.5) da Massardi e Nardelli (nato a Trento il 7 luglio 1930).

Qui di seguito la scheda dal libro di Zanetti Lorenzetti.

alt

Ultimo aggiornamento Lunedì 24 Settembre 2018 16:24
 
Cultura? Parola misteriosa e sconosciuta nel «democratico» mondo dello sport PDF Stampa E-mail
Venerdì 21 Settembre 2018 15:25

Correva l’anno 1950. L’Assemblea della Federatletica – che allora veniva celebrata ogni anno, per poi diventare a cadenza biennale agli inizi degli anni Sessanta ed infine ridursi alla riunione elettiva in svolgimento all’indomani della stagione olimpica – riuniva i delegati delle società a Palermo. All’ordine del giorno c’era la “correzione” dello Statuto. Il primo punto a cui mettere mano era la data di nascita della F.I.D.A.L. Qualcuno si era accorto che nella Carta federale la citazione dell’anno di fondazione non andava bene. Di questo, il 13 febbraio, diede conto ai lettori la «Gazzetta dello Sport» con un articolo a firma Gualtiero Zanetti, dal titolo “Tutti d’amore e d’accordo al congresso della FIDAL”. Questo che segue è uno stralcio; se volete leggerlo più agevolmente cliccateci sopra e ingranditelo:

  alt

Questo era il livello della cultura riguardante la storia dello sport esistente ad una Assemblea dell’epoca. E quando il maestro di Rovato alzava la voce, anzi la vociona, per stigmatizzare questa ignoranza, lo facevano passare per matto...

Viene da chiedersi: ma oggi, 68 anni dopo, nonostante il contributo di personaggi come Bruno Bonomelli a che punto siamo? Quale sarebbe oggi il livello culturale della massima assise della FIDAL? Ma anche di tutte le altre strutture sottostanti?

Per ora prendiamo atto che fino ai primi anni Sessanta le società di atletica potevano far sentire la loro voce ogni anno, poi ogni due, ed infine ogni quattro, ovviamente con solo e unico tema d’interesse l’elezione del nuovo presidente e del nuovo Consiglio. Ci consoliamo con i «progressi democratici» del C.O.N.I. che, dopo aver mantenuto per alcuni decenni, successivi alla caduta del fascismo, il meccanismo della nomina “calata dall’alto” del rappresentante provinciale, passò finalmente alla elezione ad opera dei presidenti delle Federazioni locali nel 1980. Proseguendo con i vistosi «progressi democratici» da qualche anno la nomina della figura di riferimento locale del Comitato Olimpico è tornata di competenza dell’apparato centrale. Praticamente ridotta a nulla.

Conclusione: se abbiamo l’impressione che a livello di cultura sportiva pochi siano stati i passi in avanti (ma perlomeno esiste qualche «nicchia» a cui attingere informazioni), notiamo anche che a livello democratico il passo è stato quello del gambero. O forse c’è ancora qualcuno che continua a far confusione fra elezioni e nomine? Tranquilli, siamo in Italia. Siamo sempre a tempo a cassare tutto….

Ultimo aggiornamento Giovedì 27 Settembre 2018 15:53
 
Novità tecniche in vista: è nata una nuova disciplina, basta con la solita atletica PDF Stampa E-mail
Giovedì 20 Settembre 2018 16:04

Un nostro socio ci segnala un video su una nuova disciplina. Vista la «fame» di qualcosa di nuovo per cercare di rovinare sempre di più il nostro sport, che è bello, plastico, artistico «a prescindere», il nostro socio ha scritto che intende proporre l'inserimento di questa nuova disciplina (ma ne troverà altre) nella lista ufficiale, e magari fra qualche anno chiederne l'inserimento nel programma dei Giochi Olimpici, tanto ormai tutti i giochi, giochini, cazzatine, vengono accettate prontamente, alla faccia delle dichiarazioni di voler ridurre l'elefantiasi dei Giochi. Magari chiedendo l'eliminazione della marcia, del triplo, del martello, eccetera. In fondo, come ha insegnato Marco Martini (chissà se ha avuto allievi) l'atletica affonda le sue radici nel circo, sì proprio il circo, quello con i clown, i leoni rimbambiti, i trapezisti, gli equilibristi, le scimmie ammaestrate.

Chi vuole cavarsi la curiosità può aprire questo indirizzo e trovare il video citato che è stato pubblicato qualche giorno fa negli Stati Uniti.

Ultimo aggiornamento Giovedì 20 Settembre 2018 16:11
 
È proprio tanto difficile versare la quota annuale di adesione alla A.S.A.I.? PDF Stampa E-mail
Lunedì 17 Settembre 2018 08:05

Ci pesa ma dobbiamo farlo: rinfrescare la memoria dei soci che ancora non hanno versato la misera quota di partecipazione al nostro Archivio Storico. Non è la prima volta che in questo spazio abbiamo cercato, sommessamente, di agire sui meccanismi della memoria (il motorino sembra essere l'ippocampo che distribuisce gli impulsi) degli smemorati. Non è la prima ma è sicuramente l'ultima. Contemporaneamente a questo messaggio, il nostro solerte segretario, Alberto Zanetti Lorenzetti, invierà, o già addirittura inviato, una email personale a ciascuno con la richiesta di mettersi in pari con l'anno 2018. Sempre come elemento rinfrescante: dal 2016 la quota di adesione alla A.S.A.I. è obbligatoria, decisione presa in Assemblea, a Firenze, con tanto di notaio per la modifica dello Statuto. Questo significa che l'essere soci comporta il pagamento degli anni 2016 - 2017 - 2018; questo non vale per il nuovo socio che ha aderito per la prima volta nel 2018, ovvio ma meglio dirlo.

Lasciamo aperta una finestra di un mese a partire da oggi: giovedì 18 ottobre «chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori», come il giochino che si faceva da bambini. A quella data chi non avrà versato 'sti miseri 50 Euro annuali, verrà depennato dalla lista dei soci. Chi non vuole, chi considera il nostro clan non funzionale ai suoi interessi specifici, ma ce lo faccia sapere, santiddio, basta una riga per email al segretario. È una questione di educazione e di rispetto: non voglio far più parte di 'sta cosa, mi cancello. Non è tanto difficile, o no? Tranquilli: non siamo come le compagnie di telecomunicazioni che prima di mollarti le studiano tutte.

Gli elementi sia per pagare la quota sia per cancellarsi sono ben visibili su questo sito. I dettagli del c/c sono pubblicati in «Benvenuti in ASAI», gli indirizzi postali, quelli email, i numeri di telefono, si trovano in «Consiglio direttivo e soci».

Ultimo aggiornamento Lunedì 17 Settembre 2018 08:37
 
<< Inizio < Prec. 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 Succ. > Fine >>

Pagina 118 di 259