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Il perito edile Luigi Beccali va negli States ma per correre al Madison PDF Stampa E-mail
Lunedì 03 Febbraio 2020 17:18

Il lettore E.G., incuriosito dalla notizia che abbiamo scritto ieri a proposito della miglior prestazione italiana indoor sul miglio, ci chiede se possiamo raccontare qualcosa in più di Beccali e della sua trasferta americana nel 1937. Non facciamo altro che riprendere quanto scritto dal mai sufficientemente rimpianto Marco Martini, nostro socio fondatore e vicepresidente per molti anniil quale dedicò un capitolo alla lunga carriera del campione olimpico nel libro (edito dall'A.S.A.I., novembre 2010) «1929 - 1932 - Luigi Beccali, la goliardia e il mito dell'uomo integrale».

Scrisse Martini, nel suo stile stringato e documentatissimo:

"1937 - Luigi va negli Stati Uniti in qualità di perito edile per studiare le costruzioni statunitensi.

20 febbraio, New York, Madison Square Garden, NYAC Games, organizzazione New York Athletic Club, indoor, miglio: 1. Glenn Cunningham (USA) 4:12.4; 2. Gene Venzke (USA) 4:12.9; 3. Beccali 4:14.3 (questo tempo viene considerato come la prima miglior prestazione italiana sulla distanza) ; 4. Miklós Szabó (HUN) 4:17.0.

27 febbraio, New York, Madison Square Garden, Campionati statunitensi, organizzazione Amateur Athletic Union, indoor, 1500m: 1. Archie San Romani (USA) 3:51.2; 2. Beccali 3:51.3 stimato; 3. Gene Venzke (USA) 3:51.4 stimato ; 4. Miklós Szabó (HUN) 3:52.4 stimato; 5. Don Lash (USA).

1 marzo, Newark, New Jersy, indoor, 1 miglio e mezzo: 1. Don Lash (USA) 6:47.0; 2. Beccali non cronometrato.

... marzo, località sconosciuta, indoor, tre quarti di miglio: 1. Glenn Cunningham (USA) 3:10.2; 2. Gene Venzke (USA) non cronometrato; 3. Beccali non cronometrato.

... marzo, Memphis,Tennessee, indoor, miglio: 1. Glenn Cunningham (USA) 4:16.5; 2. Beccali non cronometrato; 3. Gene Venzke (USA) non cronometrato.

17 marzo, New York, Madison Square Garden, NYKofC, organizzazione Knights of Columbus, indoor, miglio: 1. Glenn Cunningham (USA) 4:08.7; 2. Archie San Romani (USA) 4:08.9; 3. Beccali 4:09.0 (miglior prestazione italiana sulla distanza); 4. Gene Venzke (USA) 4:11.1.

24 marzo, Worcester, Massachussets, NYKofC, indoor, miglio handicap: 1. Beccali (scratch in gara a vantaggi); 2. Joseph Mac Cluskey (USA)

Beccali continuerà il suo soggiorno con alcune gare all'aperto, l'ultima a Princeton il 9 giugno.

Visto che parliamo di «primati» in pista coperta desideriamo rendere merito a tre ricercatori che negli anni '80, insieme a Marco Martini, erano tra i migliori statistici al mondo: il francese Jacques Carmelli, lo statunitense Steven J. Mc Peek e l'italiano Giorgio Malisani, di Ferrara, che per parecchi anni fu nostro socio. I tre, nel gennaio 1987, a Ferrara, presentarono un loro lavoro «Cronologia dei primati indoor di atletica leggera mondiali, europei, italiani», ricerca fondamentale cui ci siano riferiti tutti.

Ultimo aggiornamento Lunedì 03 Febbraio 2020 22:18
 
1966: quei dodici pionieri che affrontarono i primi Giochi Europei Indoor (1) PDF Stampa E-mail
Sabato 01 Febbraio 2020 15:00

 

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In queste foto appaiono alcune delle persone citate nell'articolo che segue. Nelle due orizzontali (che provengono dal "Lascito Rosetta e Bruno Bonomelli", e quasi sicuramente furono scattate dallo stesso Bruno) sono ritratti (in alto, Milano 19 maggio 1963), da sinistra, tre dei migliori mezzofondisti dei primi anni '60: Gianfranco Sommaggio, Alfredo Rizzo e Francesco Bianchi. Sotto (Perugia, 4 luglio 1952), durante un raduno preolimpico indetto dalla Federazione, si riconoscono Lauro Bononcini, in camicia bianca, Commissario Tecnico a quel tempo; davanti a lui, con una maglietta scura, l'allenatore Peppino Russo; di fianco a Bononcini, maglia scura, il martellista Avio Lucioli, fiorentino; fu iscritto ai Giochi Olimpici, non fu molto fortunato: non superò la qualificazione per poco: la misura da superare era di 49 metri, il suo migliore lancio fu 48.74, primo dei non classificati. All'epoca vestiva i colori della Etruria Prato. Lucioli, classe 1928, vive tutt'ora a Firenze. Nella foto verticale, gomito a gomito, Gianfranco Carabelli e Francesco Bianchi, con la maglia della Nazionale in un incontro a squadre

 

Quel 1966 si aprì con alcune novità burocratiche per l'atletica italiana. Subito sul primo numero, 8 gennaio, del settimanale della Federazione, «Atletica», venne data notizia, e Regolamento, della «Sezione Primavera», «allo scopo di sviluppare e propagandare l'attività delle categorie ragazzi e ragazze è istituita una speciale sezione denominata Sezione Primavera». Istituito anche il «Trofeo Forze Armate» riservato ai gruppi sportivi militari. Sul numero 2 del 15 gennaio, troviamo la nuova regolamentazione della categoria allievi / allieve. Arrivò poi il «Trofeo Cinque Cerchi» per ragazzi / ragazze. Da parte sua il ministero della Pubblica Istruzione emanò il regolamento per l'attività sportiva scolastica. Sul numero 5 del 5 febbraio, l'articolo di apertura, che si intitolava «Impianti atletici al coperto», fu firmato da Peppino Russo, ex ostacolista di buon valore, poi insegnante e allenatore per tutta la vita. Personaggio effervescente, siculo di Palermo, gran parlatore - da come lo conoscemmo - simpatico e appassionato, fu fra i primi allenatori a occuparsi di come allenarsi d'inverno, e nel 1951, fece stampare dalla Federazione un suo libretto dal titolo «Guida breve per la preparazione invernale». Russo, nell'articolo sugli impianti, evidenziava la necessità di avere degli spazi coperti, anche di semplice struttura, ma idonei a ospitare una qualche attività di allenamento per gli atleti. Un primo segnale circa la necessità di avere uno spazio coperto per poter svolgere la preparazione, soprattutto in certe regioni settentrionali. Gli fece eco, sul numero pure di febbraio, «Atletica Leggera», con un commento di Marco Cassani dal titolo «Un tetto per l'inverno», che scrisse:«L'atletica indoor diventa una necessità...», non più solo preparazione ma anche controllo agonistico. La rivista tornerà sull'argomento impianti al coperto con un intervento concreto: nel numero di maggio (pagina 21) pubblicherà un articolo di Dani Eynard dal titolo praticamente uguale «Un tetto per l'atletica». Dani (Daniele) Eynard, architetto, è stato uno dei grandi dirigenti dell'atletica bergamasca. Iniziò così il suo articolo: «Atletica indoor vuol dire spettacolo...» e poi fece proposte realistiche, riferendosi ad altre esperienze europee (Madrid, Stoccarda, Londra Wembley):«Il Palazzo dello Sport alla Fiera Campionaria di Milano, i vasti padiglioni dei complessi espositivi di Genova e Torino sono in grado di ospitare l'anello di legno di una pista indoor smontabile e trasferibile...». Una visione anticipatrice di quello che sarebbe avvenuto, in Italia, solamente anni dopo.

Su quella stessa pagina del bollettino FIDAL, anche una tragica notizia per il nuoto italiano: il giorno 28 gennaio era caduto un aereo su una pista dell'aeroporto di Brema, tutti morti i 46 presenti sul volo, fra i quali i nazionali Bruno Bianchi, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Chiaffredo Rora, Daniela Samuele, l'allenatore Paolo Costoli e il telecronista Nico Sapio.

Su quella stessa pagina, di taglio basso, direbbe un proto, l'annuncio di una delle migliori decisioni per lo sport italiano: la creazione della Scuola Centrale dello Sport. «Nella sua riunione del 27 gennaio scorso - si legge nell'articolo - la Giunta Esecutiva del C.O.N.I., in attuazione alle direttive del Consiglio Nazionale, ha preso una importante decisione. Considerando le sempre maggiori esigenze della preparazione olimpica, per la attuazione del programma per la formazione, l'aggiornamento e la specializzazione degli Istruttori delle varie specialità sportive (...) Il C.O.N.I. ha deliberato di provvedere con la massima sollecitudine alla istituzione ed al funzionamento della Scuola Centrale dello Sport con il compito di: a) curare la formazione di nuovi istruttori con una qualifica particolarmente elevata attraverso corsi triennali riservati ad elementi provenienti dall'attività sportiva e che dimostrino, attraverso apposito concorso, la loro preparazione culturale ed elevate attitudini all'insegnamento sportivo; (...) La Scuola Centrale dello Sport avrà sede in Roma nel complesso sportivo dell'Acquacetosa messo a disposizione dal Comune. Il preventivo di massima è di circa 650 milioni». Sul n. 27 del 23 luglio venne poi pubblicato il bando di concorso. Sembrava essere una grande idea che, purtroppo, in parte è rimasta tale, finendo per creare, nel migliore dei casi, ottimi dirigenti, ma anche tanti impiegati, pochi veri istruttori da campo.

Nelle file del nostro Archivio Storico abbiamo avuto un Maestro di Sport fra i soci fondatori: Claudio Enrico Baldini, autore nel 1969 di una eccellente «Storia dell'atletica leggera piacentina», e da qualche anno è nostro socio il Maestro dello Sport Gianfranco Carabelli, che attualmente è presidente della Accademia Maestri dello Sport. Ma, visto che stiamo parlando dell'anno 1966, corre l'obbligo di ricordare che l'atleta Carabelli, al Comunale di Firenze, vinse il titolo italiano degli 800 metri, dopo un serratissimo finale con Franco Arese: 1:52.5 a 1:52.6.

Stagione indoor '66. Sul numero 8, il Comunicato federale n. 29, del 19 febbraio, riportò l'autorizzazione a gareggiare al meeting di Berlino Est per tre atleti italiani: Sergio Bello, Francesco Bianchi e Umberto Risi. Sulla pista della Dynamo (domenica 20 febbraio) Francesco Bianchi, allenato da Carlo Venini, succedette a Luigi Beccali nella progressione del record indoor del miglio: «Ninì» aveva corso in 4:09:0 sui legni americani di New York nel marzo del 1937, «Cecchin»  scese a 4:04.6. Risi fece il suo primato personale sui tremila (8:19.6) e Bello corse i 400 in 50.1 (batteria) e 50.3 (finale dei secondi). Sia il tempo di Risi che il 50.1 di Bello erano le migliori prestazioni italiane in pista coperta.

Mentre dovrebbe gioire per questi «primati» (il miglio è gara vera, specialmente al coperto) e potenziare l'attività, la FIDAL che fa? Proibisce, punisce, cancella. Leggete sempre  dal Comunicato del 19 febbraio:«La FIDAL, a seguito di specifica richiesta avanzata da Comitato laziale, dispone che, mancando una speciale regolamentazione, non sono attualmente consentite in Italia manifestazioni indoor o tipo indoor a carattere agonistico e ciò anche in considerazione della assoluta assenza attualmente di impianti idonei a tali manifestazioni (...) Ogni iniziativa per manifestazioni del genere su impianti di fortuna deve essere, pertanto, considerata priva di ogni contenuto agonistico ma valutata come completamento dei programmi di preparazione invernale». Era successo che il Comitato laziale aveva organizzato sul piccolo impianto delle «Tre Fontane» una riunioncina con quattro gare: lungo, 60 yard ostacoli, 60 metri, 50 metri ostacoli donne. C'erano Ottoz, Ottolina, Giani, Frinolli, Liani, e citiamo il nome di Sparacino che divenne un importante dirigente dell'Alitalia. Ma per la FIDAL , no, niente indoor, se non lo dico io...

(arrivederci alla prossima puntata)

Ultimo aggiornamento Lunedì 03 Febbraio 2020 14:07
 
Il nostro «contagiri» ha fatto segnare 50mila contatti in trenta giorni PDF Stampa E-mail
Giovedì 30 Gennaio 2020 20:33

Oggi, giovedì 30 gennaio 2020, è stato stabilito un primato, diciamo un primatino, per non essere troppo sussiegosi. Però ne siamo orgogliosi. Attorno alle ore 14, il «contagiri» di questo nostro sito ha segnato un dato superiore ai 50 mila contatti in trenta giorni. Non era mai successo, anche se nel passato 2019 abbiamo assitito ad una crescita costante che aveva portato il sito a chiudere dicembre a ridosso dei 47.500 contatti mensili. I conti del mese di gennaio 2020 li faremo domani notte, meglio sabato mattino.

Questo dato, che ci inorgoglisce, al tempo stesso ci spaventa un po'. Sapremo mantenere questo interesse, che, sia detto per qualche scettico facile alle battutine semistupide, non è nato a caso ma frutto di una costante diffusione di sollecitazioni sia in Italia - soprattutto, visto che l'atletica nazionale è il nostro scopo di esistere, i fighetti che hanno imparato sei parole di inglese, direbbero, la nostra mission - che in altri Paesi attorno al mondo. Grazie a tutti, soprattutto a chi ci segue, ci legge, e fa da cassa di risonanza. Vale la pena ricordare che a ottobre 2011, dopo qualche anno di esistenza del sito, eravamo ad un totale di 33 mila contatti. Oggi facciamo 50 mila in 30 giorni. Non male, no? È vero che undici anni fa era un'altra Era, che tanto è cambiato nei mezzi di comunicazione e di diffusione. Comunque, i nostri progressi non sono nati per volontà dello Spirito Santo.

Ultimo aggiornamento Giovedì 30 Gennaio 2020 21:26
 
Stagione 2019 all'aperto: le liste ogni tempo ne misurano lo spessore tecnico PDF Stampa E-mail
Lunedì 27 Gennaio 2020 13:12

Enzo Rivis e Enzo Sabbadin hanno sfornato l'aggiornamento delle liste italiane di ogni tempo all'aperto a conclusione della stagione 2019.  Presentiamo oggi il risultato del loro lavoro, cui hanno aggiunto queste annotazioni: nelle nostre liste, nel 2019, sono entrate 254 nuove prestazioni contro le 227 del 2018. Meglio le donne degli uomini: 140 contro 114. Un occhio anche alle categorie giovanili: sono entrate 35 prestazioni, con largo dominio delle donne (31) e solamente 4 maschi.

Ecco qualche indicazione che faciliterà la consultazione delle liste: sulla sinistra della "copertina" del sito, alla voce «Liste italiane di ogni tempo», utilizzare questi due link: uomini  e donne. Le compilazioni di liste nel nostro sport possono sempre essere difettose, non sono mai materia immutabile, pur se redatte con la massima attenzione come fanno i nostri due soci: per questo, coloro che avessero, eventualmente, osservazioni, aggiunte, correzioni, chiarimenti, possono, anzi li invitiamo a farlo, rivolgersi direttamente agli autori:  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , sempre disponibili ad apportare doverose integrazioni, nel caso servano.

Per gli amici stranieri che ci seguono:

Italian All - time Outdoor RankingsMen & Women, compiled by Enzo Rivis and Enzo Sabbadin. Open the two links

Les meilleurs athletes italiennes de tous les temps en plein air, par Enzo Rivis et Enzo Sabbadin, en cliquant sur le deux link hommes et femmes

Listas italianas de marcas de todos tiempos a l'aire libreHombres y Mujeres, compiladores Enzo Rivis y Enzo Sabbadin. Abrir las dos direcciónes

Ultimo aggiornamento Lunedì 27 Gennaio 2020 14:21
 
Corsa campestre, potrebbe essere scuola di campioni, direbbe Bruno Bonomelli PDF Stampa E-mail
Domenica 26 Gennaio 2020 10:00

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Quando sentiamo parlare di cross o ne vediamo scrivere, il nostro pensiero corre al nostro mentore, il maestro di Rovato, Bruno Bonomelli. Nessuno come lui - e nel dire nessuno non abbiamo timore di essere smentiti - ha insegnato, propugnato, sostenuto in forma battagliera, sulla stampa che pubblicava i suoi articoli e all'interno del movimente atletico nazionale, il «verbo» della corsa attraverso i campi. L'unico a scrivere un libro sul cross, il primo nel 1966 con il suo amico Emanuele Carli, il secondo, più ampio, nel 1974, con una parte dedicata all'allenamento firmata dal compianto Enrico Arcelli. Il titolo di quella due pubblicazioni: «Corsa campestre, scuola di campioni». La produzione giornalistica di Bi.Bis sui cross provinciali, regionali, nazionali, internzionali, è mastodontica, non ne avete idea. E parliamo di tempi quando gli articoli erano articoli non le poche righe di oggi.

Disciplina sempre guardata con fastidio, con sospetto, dagli allenatori dei tempi che furono, tutti epigoni di quel Goffredo Sorrentino, medico, che aveva scritto il testo che era diventato il «corano» (basta usare sempre «bibbia» per indicare il testo di riferimento per eccellenza) per tutti i preparatori: «L'atleta - Coltura pre - atletica e coltura atletica completa», edito a Bologna da Cappelli Editore nel 1925. Per questo dotto signore di Ancona il cross era ridotto a:" (l'atleta)...nella giornata di domenica, insieme con alcuni amici, o consoci del club al quale appartiene, farà un piccolo «cross-country» di 2, 3 chilometri, senza forsarsi troppo e senza pretendere di fare tempi da record, ma solo per il piacere di ossigenare signorilmente il proprio organismo, e per isvelenirlo di quel tanto di veleno che ogni individuo assorbe quotidianamente nella vita di città, di ufficio, di officina, e di scuola". E in una nota aggiunge:" Il cross-country fatto così, come lo consiglio io, cioè a pure scopo di divertimento e di ossigenazione, non può nuocere...". Ci piacerebbe tanto decrittare questo ossigenare signorilmente, che ci risulta di oscuro significato. Resta che il «vate» (a quei tempi andavano di moda) dell'allenamento influenzò con queste fanfaluche sulla corsa campestre la Federazione, i suoi uomini, i suoi allenatori. La parola d'ordine sorrentiniana era «riposo, riposo, riposo» d'inverno, altro che corse nei campi: "...un poco di saltellamenti alla corda, un poco di corsa sul posto per mantenere il fiato...molti esercizi respiratori e addominali...e poi una energica spugnature fredda...coricarsi presto e levarsi mezz'ora prima del solito...".

Fecero sparire il cross nel 1939, proibito per decreto fidalino agli atleti migliori, riservato ai Terza Serie e ai non tesserati. Fermiamoci, allontaniamoci dal passato e guardiamo al presnte. Se non ci fossero Walter Brambilla e Daniele Perboni con questa loro «coronavirus» per il cross, vogliamo dire, di continuare a parlarne, dove sarebbe finito? Esattamente come oggi, domenica 26 gennaio 2020, cross dei «Cinque Mulini», edizione numero 88, ininterrotto dal 1933: diciannove righe e mezzo, titolino su una colonna, in fondo a una pagina, sulla «Gazzetta dello Sport»; zero righe sul «Corriere della Sera»; zero righe su «La Repubblica». Questi sono i tre che abbiamo avuto sott'occhio. Almeno un po' di rispetto per una vecchia signora, 88 anni!

Tutto questo, magari fuori tema, per presentare il numero 78 di «Trekkenfild», la creatura di Brambilloni (sintesi di Brambilla e Perboni): dove si parla di «Campaccio», «Cross per tutti», «Vallagarina». Bonomelli ringrazia. Poi, su «Star Trek», troverete anche altro, leggetevelo.

Ultimo aggiornamento Domenica 26 Gennaio 2020 17:19
 
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