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Centoventi anni fa nasceva sul tracciato Versailles-Paris il Challenge Lemonnier PDF Stampa E-mail
Mercoledì 05 Gennaio 2022 11:53

Primo numero del nuovo Anno  (il 123esimo), tempestivo come sempre all'inizio di ogni mese, della Newsletter della Commissione Documentazione e Storia della Federazione francese Una fonte di ricerche storiche davvero di grande qualità, compilata mensilmente da un piccolo gruppo di volontari (una quindicina in tutto) riconosciuti dallo Statuto federale. Scritti storici, biografie aggiornate, liste ogni tempo, palmares delle più importanti manifestazioni, anche quelle ormai scomparse, gli incontri di tutte le squadre nazionali, e tanto altro: roba da far davvero invidia. La struttura della «lettera» prevede in apertura un breve scritto di Luc Vollard su un tema del passato, tanto remoto che prossimo. Stavolta (per la verità abbiamo già avuto occasione di occuparci di questa antica corsa parigina sul nostro sito) Luc ci porta alla edizione del 1905, la quarta, essendo il Challenge Lemonnier nato nel 1902 esattamente 120 anni fa. Per parte nostra, siamo sempre attratti da questi racconti e da queste sbiadite immagini di baffuti corridori. Speriamo piacciano anche ai nostri lettori.

La edizione 1905 fu vinta da un piccolo ma solido corridore del Racing Club de France di Paris, Jacques Versel (nato il 18 febbraio 1885), aveva dunque vent'anni al momento del successo nel «Lemonnier» (nella foto qui sotto è al centro con il numero 1) . Lo abbiamo ritrovato ancora secondo nella edizione del 1909, dietro a uno dei grandi corridori francesi, Jacques Keyser (di nascita olandese). Nelle prime posizioni anche nel 1910 e 1911. Fu primatista nazionale sui 2000 metri, due volte (1904-1906). 

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Fondé en 1902 par Jacques Lemonnier afin de perpétuer le souvenir de son frère André, champion de France du 800 m en 1894, le Challenge Lemonnier devint rapidement l'un des principaux rendez-vous de la saison athlétique. Organisé par le Racing Club de France, sur le 12,8 km du parcours Versailles - Paris, partant du rond-point de Montreuil, la course débutait par la redoutable côte de la Picardie.
Après les victoires de Gaston Ragueneau en 1902 et 1904 et Louis Bonniot de Fleurac en 1903, l’édition 1905 s’annonça plus indécise tant sur le plan individuel que par équipe. Plus de 200 partants s’élancèrent à 10 h 30 en ce dimanche 15 janvier et Racingmen et Clodoaldiens furent tout de suite aux avant-postes au sein d’un groupe d’une dizaine de coureurs.
A l’Auberge du Père Auto, au moment d’atteindre Ville d’Avray, Jacques Versel, portant le dossard numéro 1, mène le train devant Soalhat, Wattremez, Cousin, Filliatre, Lefol et Millerot qui se rapproche. Versel accélère alors et se détache d’une vingtaine de mètres. Avant la descente vers Suresnes, Georges Cousin le rejoint et le mano a mano va durer jusqu’aux abords de la Croix-Catelan où l’arrivée va être disputée.
Versel place une nouvelle attaque et Cousin ne peut cette fois-ci y répondre et c’est avec soixante mètres d’avance que le sociétaire du Racing Club de France s’impose en 43’26’’2 devant Cousin et Lefol. Par équipe, le Racing et l’UA Clodoaldienne sont ex-aequo sur six coureurs !
Cette victoire confirme le talent du jeune Versel, deuxième du National de cross en 1904 à 19 ans. Encore sur le podium en 1909, il sera aussi un excellent coureur de 1500 m, vice-champion de France la même année. Sélectionné à trois reprises consécutivement pour le Cross des Nations, c’est en 1910 qu’il y réalisera sa meilleure course en prenant le 28e place

(Crédit photo : La Vie au Grand Air)


 
Ultimo aggiornamento Mercoledì 05 Gennaio 2022 16:11
 
2021: stavolta i numeri li diamo noi dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana PDF Stampa E-mail
Martedì 04 Gennaio 2022 16:42

Auguri per il 2022. Adempiamo a questo obbligo formale. Dopo di che vi forniamo qualche cifra della nostra attività.

Poco più di 360 mila contatti (contatti, abbiamo scritto contatti, non contagi, meglio chiarire con i tempi che stiamo tutti vivendo, nell'anno 2021 e un totale al 31 dicembre di 2 milioni 385 mila. Sono i dati che riguardano questo nostro modesto spazietto riservato al passato del nostro sport: l'atletica leggera. Iniziato nella seconda parte degli anni '90, modificato nella struttura e presentazione nel 2010, in attesa di una robusta ristrutturazione, appena sarà possibile. Il dato complessivo dei contatti ha iniziato con la allora nuova versione del 2010. Prima non ci sono dati.

Pochi? tanti? ininfluenti? Ognuno ha la sua opinione. Non possiamo fare un confronto con il 2020 perchè è stato un anno assolutamente anomalo causa il confinamento obbligatorio di milioni di persone che, non avendo molto altro da fare, hanno smanettato per fino sul nostro sito. Per noi una media mensile  (2021) di contatti di 30 mila utenti non dispiace, tenuto conto del «taglio» del nostro lavoro, che è prevalentemente storico e va a sbattere contro una realtà che brucia tutto in pochi istanti. Storia? Per carità! Oramai, a malapena, ci si ricorda di quello che è capitato il giorno prima. Noi la pensiamo in modo diverso e abbiamo creato (nel 1994) questa piccola congregazione di appassionati che si occupa di quanto accaduto «ieri» nell'atletica italiana, lasciando «l'oggi» ad altri. E Dio ci guardi dall'ipotecare il domani.

Non ci stancheremo mai di ripetere le nostre due scelte: uno, ricerca sul passato, due, atletica italiana, con qualche raro sconfinamento fuori dal nostro giardinetto, in ragione delle relazioni con amici di altri Paesi che fanno il nostro stesso lavoro. Lo abbiamo già detto, ma a costo di essere noiosi lo ripetiamo: questo è quello che abbiamo deciso di fare ventotto anni fa, e questo continuiamo fare. Se vi va bene, siete i benvenuti, se non vi va bene liberi di non leggerci.

E visto che ci siamo, un chiarimento. Ci siamo resi conto che parecchi che entrano nel gruppo Facebook credono di essere soci dell'A.S.A.I. No, amici, no: soci della nostra organizzazione sono coloro che pagano la quota (modestissima) annuale, partecipanao alla Assemblea, magari anche ai nostri progetti, ecc. Inoltre preghiamo coloro che usano e abusano di 'sto Facebook di non farci perder tempo inviandoci inviti a happy hours, oppure autopromuovendo le loro iniziative e le loro onorificenze, per non parlare delle foto, belle per carità, ma non sappiamo che farcene di panorami, fiorellini, cuoricini, e via cantando. Mandateci invece la foto del nonno o della nonna che nel 1934 correvano o tiravano un peso, magari con qualche nota. Questo è quel che ci serve. Rovistate nei vostri solai, granai, cassettoni, a volte si fanno scoperte perfino divertenti. Auguroni a tutti!

Ultimo aggiornamento Martedì 04 Gennaio 2022 18:25
 
L'effige del grande Adolfo Consolini sia per tutti noi ispirazione per l'anno 2022 PDF Stampa E-mail
Venerdì 31 Dicembre 2021 00:00

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Potevamo scegliere uno dei milioni di biglietti d'auguri disponibili - gratis - in Internet, biglietti di tutte le fogge, idiomi, babbi e nonni Natale, alberelli ricoperti di palle rosse e gialle, e sul novanta per cento leggi «Merry Christmas» o «Happy New Year» come se facesse schifo scrivere un genuino Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Niente banali cartoline d'augurio. Abbiamo optato per una fotografia scattata da una nostra socia al cimitero di Costermano qualche giorno fa. Il busto di Adolfo Consolini ritornato nella terra che gli aveva dato i natali e dove lavorarva duramente la terra insieme ai suoi familiari. Il busto fu opera dello scultore Dino Morsani, di Rieti. Con lo scultoreo bronzo di questo grande campione  desideriamo inviare i nostri più cordiali auguri a tutti i nostri soci per l'imminente nuovo anno 2022, che ci farà girare le pagine del calendario. E esprimiamo l'augurio che il mite, gentile, contadino di Costermano divenuto campione olimpico, massimo traguuardo dello sport, sia di ispirazione per tutti coloro che fanno parte del nostro mondo. Noi ci siamo ritagliati il nostro angolino, senza la presunzione di insegnare niente a nessuno, ma di apportare qualche modesto contributo a ciò che è stata l'atletica leggera nel nostro Paese. Niente di più, continueremo su questa strada, aperti a tutti coloro che vorranno aiutarci in questa direzione. L'anno che conclude la conta dei suoi giorni ci ha apportato, attraverso la eco moltiplicatrice della tecnologia, la simpatia di nuovi amici. Senza trascurare nessuno, lasciateci ringraziare Giuliano Gelmi, Ennio Colò, Furio Fusi (del quale abbiamo in serbo un piacevolissimo articolo di ricordi), Giorgio Lo Giudice. Vorremmo che altri si aggiungessero. E grazie ai soci che mantengono vive le nostre pagine con le loro ricerche, le loro liste, gli aggiornamenti..

A tutti, davvero a tutti, l'augurio che il 2022 sia un anno di serenità.

Ultimo aggiornamento Venerdì 31 Dicembre 2021 09:59
 
Licinio Bugna, il velocista di Storo che piaceva anche alle stelle del cinema (2) PDF Stampa E-mail
Martedì 28 Dicembre 2021 11:44

Seconda parte della bella storia scritta da Ennio Colò per ricordare la figura del velocista (100 e 200 metri) di Storo Licinio Bugna, primo atleta trentino ad essere convocato per una edizione dei Giochi Olimpici, a Berlino nel 1936. In questa parte Colò si sofferma sulla vita del dottor Bugna, una volta accantonata l'attività atletica (ultime gare nel 1937, che abbiamo citato nella prima parte di questa storia). È una bella storia, fatta non solo di sprint, di gare, di tempi, ma è il racconto della vita di un uomo che, partito dalle montagne trentine, ottenne notorietà nello sport e successo nella vita. professionale e personale. Questo è il «taglio» che ci piacerebbe dare sempre alle nostre ricerche: c'è una vita dopo l'attività atletica, e di questa parte spesso conosciamo poco o nulla. Per questo, nel caso di Licinio Bugna, siamo veramente grati all'amico Ennio Colò che ci ha raccontato il personaggio.

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Licinio Bugna indossa in questa foto la maglia della gloriosa Pro Patria Milano per la quale gareggiò alcune stagioni. A fianco la locandina del film «I bambini ci guardano», diretto da Vittorio De Sica, protagonista l'attrice Isa Pola, che Licino sposò nel 1949

 Gli orrori della guerra

Arrivò poi la guerra e il dottor Bugna fu aggregato al reggimento Nizza Cavalleria e poi ai Bersaglieri della Centauro come sottotenente medico. Un episodio lo segnò profondamente: nel 1943 (esattamente il 21 dicembre) gli fu ordinato come ufficiale medico di assistere e certificare la morte, per fucilazione nel cimitero di Erba, del giovane partigiano Giancarlo Puecher condannato a morte da gerarchi fascisti lombardi (si veda la Nota 1 alla fine dell'articolo di Colò).

Con la fine della guerra Licinio intraprese pienamente la professione medica come assistente della Clinica Ostetrica dell’Università di Milano e come ginecologo delle Terme di Salsomaggiore.

Gli anni della maturità

In quegli anni postbellici ebbe occasione di frequentare ambienti elitari, tanto che il 13 novembre del 1949 portò all’altare nella chiesa di S.Agnese, in piazza Navona a Roma,  la famosa attrice Isa Pola, figlia di un importante colonnello (si veda la Nota 2).  Delle nozze si occupò la cronaca mondana della “dolce vita” con articoli che campeggiavano sulla stampa nazionale. Isa Pola, nome d’arte della bolognese Maria Luisa Betti di Montesano (1909-1984), nota per la sua bravura e bellezza ha recitato nel cinema e teatro,  dagli anni ’30 agli anni ’50 accanto ad attori dal calibro di Totò e Gino Cervi e sotto la guida di registi come Vittorio De Sica. Quando nel vecchio Cinema di Strada si proiettarono negli anni a seguire i film intitolati:  I bambini ci guardano, Furia, Lucrezia Borgia, per citarne  alcuni in cui Isa Pola era protagonista,  agli spettatori sembrò un sogno osservarla sullo schermo e pensare che  fosse stata consorte, almeno per qualche anno,  del loro paesano Licinio. Infatti la bella storia finì presto, troppo distanti nel lavoro, negli interessi e nel carattere e con gli scarsi mezzi di comunicazione di allora, lei impegnata a Cinecittà o a Londra a girare film e lui in quel di Milano dedicato alla professione medica. Licinio pensò così di ritornare in regione, trovarsi casa e  lavoro a Trento come medico presso la Cassa Mutua, e nel 1972, dopo l’approvazione della legge sul divorzio (1970, legge confermata dal successivo Referendum abrogativo del 1974) ottenne la separazione e sposò felicemente la signora Bianca Camin, che tuttora abita a Trento in buona salute.

Nel 1983 partecipò a Lodrone, invitato dalla Società Atletica Valchiese, alla premiazione  del Cross delle Regioni, gara nazionale di corsa campestre  e nel 1984 in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Settaurense fu uno degli ospiti d’onore nel corso dei festeggiamenti  presso il campo sportivo Grilli.

Nel corso della sua terza età Licinio poi si dedicò anche ai genitori che trasferì a Trento per averli più vicini negli ultimi anni della loro vita,  senza disdegnare ancora qualche partita di tennis, giusto per tenere in allenamento quelle qualità motorie non comuni  che lo hanno incoronato tra i migliori velocisti italiani tra gli anni ’30 e ’40. Ci ha lasciati nel 2000 a poche settimane dall’inizio del Ventunesimo secolo.

La parentela di oggi

Siccome  Licinio era figlio unico e non ebbe eredi, la parentela di questa casata dei Bugna fa riferimento ai fratelli e sorelle di papà Costante. Sono i nonni e le nonne dei nipoti  che oggi vivono e lavorano nei nostri paesi. La sorella Erminia Bugna si sposò nel 1899 con  Giovanni  Salvagni,  nonni di Bruno, Fiorenzo e Rosanna. Paola Elisabetta Bugna sposò Mariano Mosca Capelà  le cui figlie Teresa Tullia e Ancilla Sindolfa sposarono rispettivamente Simone Bugna Mozina e Bonisolli Luigi di Prè di Ledro. Entrambe le coppie divennero genitori di numerosi figli. A Bersone conosciamo Alessandro, Mario, Franco, Claudio, Cornelio e Costante mentre a Prè di Ledro nacquero Elisabetta, Clelia, Piera, Graziella, Marco, Mariano e Carlo.  L’altra   sorella di  Costante,  Lucia Giuseppina sposò Cirillo Bugna Tonaldo e dai due figli Carlo e Francesco, sposi rispettivamente di Vigilia Mosca di Prezzo e di Zita Bugna,  nacquero a  Prezzo, dove  oggi abitano,  i figli  Luciano e Rosanna e a Bersone Luciana e Bortolina.

*****

Nota 1 - Gli atti dell'unica seduta del processo (in un fascicolo scritto a mano), seduta che si tenne negli uffici della Questura di Como, atti che portarono al tragico epilogo della fucilazione del ventenne milanese Giancarlo Puecher sono dettagliati nel documento originale che si trova nell'Archivio di Stato di Milano, e possono essere consultati a questo indirizzo https://www.archiviodistatomilano.beniculturali.it/getFile.php?id=635. Sulla figura del giovane Puecher (Medaglia d'oro al valor militare) esiste anche un libro pubblicato nel 1965 da Arnoldo Mondadori, autore Gianfranco Bianchi: Giancarlo Puecher. A vent'anni per la libertà. Virginio Rognoni - che è stato ministro dell'Interno, di Grazia e Giustizia, della Difesa, e componente del Consiglio Superiore della Magistratura - scrisse alcune significative pagine su Puecher, qui Giancarlo Puecher rivive nella storia. Il padre di Giancarlo. il notaio Giorgio, venne deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, dove morì di stenti nell'aprile del 1945.

Nota 2 - Maria Luisa Betti di Montesano, in arte Isa Pola, nacque a Bologna nel 1909. Fin da giovanissima fu etichettata come «bella, fotogenica, formosa dal fascino intrigante e quasi perverso». Esordì con alcune particine con il film muto, ma fu anche la prima attrice italiana dell'era del sonoro: 1930, prima pellicola «La canzone dell'amore». La sua carriera passò di successo in successo, divenne davvero una «diva» di grandissima notorietà. Lungo l'elenco dei film che la ebbero come protagonista in ruoli diversi, nei quali non solo metteva in mostra la sua bellezza ma anche la sua versatilità interpretativa. Fu al fianco dei grandi attori italiani del tempo: Elio Steiner, Fosco Giachetti, Gino Cervi, Rossano Brazzi. Fu diretta da registi come Vittorio De Sica, Alessandro Blasetti, Mario Camerini. La sua vita sia personale che artistica incrociò un paio di volte l'atletica leggera. Come detto, fu moglie di Licinio Bugna, mentre nel 1947 fu diretta sul set da Goffredo Alessandrini nell'opera «Furia», con Rossano Brazzi e Gino Cervi. Alessandrini (che fu per molti anni marito di Anna Magnani) era stato un buon atleta in gioventù: con i colori dell'IC Bentegodi di Verona vinse il titolo italiano dei 110 metri ostacoli nel 1925 e, quello stesso anno, indossò la maglia azzurra nel primo incontro della Nazionale italiana di atletica: Cecoslovacchia - Italia, a Praga, il 30 maggio. Fu terzo sui 110 ostacoli e ancora terzo nel salto in alto (1.72). Ebbe una carriera breve in atletica attratto dalla nascente cinematografia: già nel 1929 era aiuto regista di Alessandro Blasetti. Lunga invece, lunghissima, la carriera artistica di Isa Pola: dopo gli anni dei trionfi cinematografici, si dedicò con successo al teatro, interpretando testi di autori immortali, da Goldoni a D'Annunzio, da Pirandello a George Bernard Shaw. In televisione la sua ultima apparizione nel 1970, in una commedia di Domenico Campana. Isa Pola si spense a Milano nel 1984.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 29 Dicembre 2021 15:46
 
Nostro reverente omaggio alla tomba di Adolfo Consolini al cimitero di Costermano PDF Stampa E-mail
Lunedì 27 Dicembre 2021 13:00

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Un sole splendente, che ha attutito il freddo dicembrino, ha illuminato il sacrario dove è sepolto Adolfo Consolini, nel cimitero di Costermano, località natale del campione olimpico di Londra 1948. Attorno a quella lastra di marmo dominata dal busto del discobolo, opera dello scultore reatino Dino Morsani, si sono soffermati alcuni soci e amici dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana «Bruno Bonomelli» che, anche quest'anno (dopo la cancellazione di dodici mesi mesi fa, dovuto alle forzate chiusure per motivi sanitari) hanno rinnovato questo omaggio al grande campione in occasione dell'anniversario della morte (20 dicembre1969). Con il dovuto rispetto, il soci A.S.A.I. hanno inteso già da qualche anno dare continuità ad una iniziativa della Associazione Azzurri d'Italia: Pino Dordoni, Carlo Monti, Alfredo Magni, Edoardo Mangiarotti ed altri erano soliti salire a Costermano per raccogliersi attorno al loro compagno prematuramente scomparso (aveva solamente cinquantadue anni al momento del decesso). Questo reverente gesto oggi, nelle intenzioni dei promotori, è inteso a ricordare Adolfo Consolini ma non solo lui: attraverso di lui tutti gli atleti  italiani che, grandi o meno grandi siano stati, hanno dato un senso al nostro sport.

Questa volta - lunedì 20 dicembre - nel raccolto cimitero di Costermano, sono saliti Alberto Zanetti Lorenzetti con la moglie Rosa, Erminio Rozzini e la signora Ionne, in rappresentanza dell'Atletica Virtus Castenedolo (ha aderito anche il presidente Giulio Lombardi, assente fisicamente per impegni di lavoro), Enzo Gallotta e la signora Ornella, Ottavio Castellini con Encarnación Tamayo Nevado, e Marino Piccino, ex atleta tesserato per le Fiamme Oro Padova. Messaggi di adesione anche da Sara Simenoni ed Erminio Azzaro, impegnati a Roma per un programma televisivo, e dal socio Aurelio Forti. Giulio Salamina e Albertino Bargnani hanno espresso adesione ma non se la sono sentita di affrontare il viaggio da Brescia a Costermano. Il gruppetto si è soffermato attorno alla tomba - tenuta con una certa cura stavolta - e hanno deposto una corona di alloro.

Enzo Gallotta, al rientro ha scritto e diffuso ad alcuni media bresciani, veronesi e gardesani un articolo, che è stato ripreso da GardaPost, un notiziario online che ha un vasto pubblico nell'area del lago di Garda. Direttore Simone Bottura, sempre attento alle nostre iniziative. A lui e al socio Enzo Gallotta il nostro ringraziamento. Per chi volesse leggere la notizia completa questo è il link  https://www.gardapost.it/2021/12/22/lasai-ricorda-adolfo-consolini-il-gigante-buono-di-costermano/.

Ultimo aggiornamento Giovedì 27 Gennaio 2022 10:38
 
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