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La pista di atletica del «Campus Pino Dordoni» a Piacenza è diventata verde PDF Stampa E-mail
Sabato 02 Aprile 2022 00:00

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Ci saranno in tanti di quelli che hanno annunciato la loro presenza? Gli amministratori comunali, pare signora sindaco in testa, assessore allo sport (ovvio), e magari qualche altro. Il 12 giugno «La Primogenita», leggi Piacenza (non è detto che con la cultura straripante di oggi tutti lo sappiano, e magari sappiano il perchè si chiama così), andrà alle urne per il rinnovo del governo della città. E quindi una passerellina sportiva in questo momento non guasta certo. Ci saranno - pare - rappresentanti delle istituzioni sportive fidaline e conifere, e fors'anche il campione olimpico Maurizio Damilano. Ci saranno - questo è certo - persone che il rifacimento del manto gommoso hanno fermamente sognato, voluto, e per esso si sono impegnate. Innalziamo vessilli e lodi a tutti, come scriveva Gianni Brera in occasioni simili. E - questo è il nostro augurio - che festa sia davvero, per l'atletica piacentina. 

La quale, poveretta, pur essendo in buona salute, può contare solo su queste sei corsie adesso color verde smeraldo. Avete capito bene: la provincia di Piacenza (circa 280mila abitanti) ha una sola pista di atletica per tutti, da Marsaglia a Cotrebbia, la prima respira lo iodio del mar ligure, la seconda i miasmi del fiume Po. Non ci sembra che chi ha governato nei decenni abbia di che sentirsi orgoglioso. Anche questo chiamato pomposamente «campus» all'americana (avessero mai visto con i loro occhi cosa vuol dire «campus» a Eugene, Stanford, e nelle decine e decine di università statunitensi) purtroppo è uno stadiolo che serve a malapena l'attività locale. Con sei corsie non si va oltre l'attività regionale.

E, in più, porta un nome illustre, il nome di un campione olimpico. Scrisse Pindaro, "nulla vi è di più splendente di una vittoria ad Olimpia". E Pino Dordoni da quello splendore fu illuminato. Fu campione di Olimpia ma anche campione d'Europa, prese parte a quattro edizioni dei Giochi Olimpici moderni. Fu - e non lo diciamo solo noi, poveri scriba - il miglior stilista che abbia marciato su una strada o su una pista. Il suo era un incedere di eleganza sublime, un movimento composto e potente, non quello che, volgarmente, viene chiamato dai beceri «sculettamento». Diciamola chiara e forte: Pino Dordoni avrebbe meritato qualcosa di meglio nella sua città.

Ma tant'è, questa è la realtà. Domani pomeriggio, ore 15, domenica 3 aprile 2022, l'anello verde smeraldo verrà simbolicamente consegnato alle società piacentine, Atletica Piacenza e Atletica 5 Cerchi, per citare le due che da qualche anno si sono accollate l'onere della gestione dell'impianto, il vero tasto dolente degli impianti sportivi nel nostro Bel Paese, campi chiusi, piscine chiuse, per mancanza di soldi, ci dicono. Sipario.

Un amico ci ha trasmesso la foto di una nuova targa applicata sul cancello d'ingresso alla pista. Una dizione per noi insolita, non l'avevamo mai vista prima: parla del «rifacimento pista realizzata dal Comune di Piacenza», per evitare malintesi...vedi mai l'avesse fatta qualcun altro...

Caro Pino, almeno domani il tuo nome verrà ripetuto molte volte. E per noi che siamo fra i promotori del ricordo della tua vittoria olimpica settant'anni fa, questo non può che farci piacere. Consideriamo la passerella di oggi un primo, piccolo, atto delle iniziative in tuo onore che seguiranno durante l'anno. Intanto diamo appuntamento a chi vorrà esserci domenica 24 aprile, quando l'Atletica Piacenza organizzerà una riunione, con al centro due gare di marcia ad invito sulla distanza di 5000 metri valevoli per il Trofeo Pino Dordoni. Abbiamo tempo per riparlarne.

Ultimo aggiornamento Sabato 02 Aprile 2022 17:29
 
Ci ritroveremo a Firenze, nella sede dell' A.S.S.I. Giglio Rosso, domenica 8 maggio PDF Stampa E-mail
Giovedì 31 Marzo 2022 06:23

Ricominceremo esattamente da dove lasciammo tre anni fa: la sala biblioteca nella sede della società A.S.S.I. Giglio Rosso Firenze. Uno spazio che per noi ha significati affettivi e culturali che suscitano tanti ricordi di persone straordinarie: Roberto L. Quercetani e Aldo Capanni. Dopo essere stati costretti per la situazione sanitaria degli ultimi due anni ad annullare l'Assemblea, si tornerà «in presenza», come si usa dire adesso delle lezioni per gli studenti: appuntamento domenica 8 maggio nella sede della storica societá sul Viale dei Colli. Ci fa piacere con l'occasione, non solo ringraziare per la ospitalità, ma inviare un caloroso augurio al presidente Marcello Marchioni, a tutti i dirigenti, tecnici e atleti, collaboratori, che il 14 aprile, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, presente il sindaco di Firenze, apriranno i festeggiamenti per i 100 anni di vita della Arno Società Sportiva Italiana, che vide la luce proprio il 14 aprile 1922.

Ultimo aggiornamento Giovedì 31 Marzo 2022 06:25
 
Trekkenfild 105: fra volate e salti, spazio anche al nostro ricordo di Pino Dordoni PDF Stampa E-mail
Venerdì 25 Marzo 2022 08:53

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Tengono saldamente il banco - non potrebbe essere diversamente - i recenti Campionati mondiali in pista coperta che inducono i redattori alla ennesima...copertina...sul velocista Jacobs. Ripetiamo: per chi si occupa di attualità, non può essere diversamente. Una porzione di spazio è pure dedicata a Gianmarco Tamberi. Dentro, delle otto pagine della ormai consolidata pubblicazione online sei sono riservate all'evento. A Vasyl Matvijchuk, un buon corridore ukraniano trapiantato a Domodossala da parecchi anni, è poi riservato uno spazio altrettanto doveroso, e non serve dire perchè. Segue il racconto narducciano di ricordi atletico-giornalistici.

A chiudere, due argomenti legati anch'essi all'attualità. Il primo riguarda il can-can sollevato da una manovra (non chiamiamola guerra in questo momento, per carità) per mettere la museruola (professionale) a Franco Bragagna, da anni ormai consolidato telecronista per l' atletica, e anche altro, dai microfoni pubblici della RAI. Pare stia sui piedi alla nuova padroncina del vapore ludico-televisivo, assecondata - secondo componenti di «cerchi magici» più o meno rotondi - da menelle fidaline, alimentate da profonda antipatia per l'altoatesino commentatore. Quindi, come avviene quasi sempre, giocano simpatie-antipatie, scontri di caratteri diversi, arraffatori di piccoli poteri che non sopportano di essere punzecchiati. E la professionalità? La cultura? What??? Si è formata una pattuglia tipo «Salvate il soldato Ryan» (Steven Spielberg regista, secondo Oscar come miglior regia, Matt Damon soldato da salvare dopo essere stato rugbista da mito sudafricano), tutti i componenti proprio sinceri? Noi, parliamo della nostra micropattuglia che frequenta solo archivi polverosi, esprimiamo solidarietà - per quel che conta - a Franco Bragagna, che stimiamo perchè lo consideriamo «uno dell'atletica» che fa bene il suo mestiere senza secondi fini (campanellino alle orecchie di qualcuno?). E che, in più, è anche nostro socio: è un dovere morale per noi «Salvare il soldato Frank».

Abbiamo aperto un altro conto a debito con Daniele - Walter, che, ancora una volta, manifestano in concreto la loro vicinanza al nostro Archivio Storico e alle sue iniziative. Stavolta ci hanno subito seguito sull'annuncio che amici di Piacenza, e noi tra questi, hanno dato: il ricordo dei settanta anni del successo olimpico di Pino Dordoni. Il primo passo per una serie di iniziative che si dipaneranno nei prossimi mesi. Intanto, grazie a «Trekkenfild».

Ultimo aggiornamento Venerdì 25 Marzo 2022 11:26
 
Riflessioni sullo sport italiano, assediato da evidenti ambizioni finto-politiche PDF Stampa E-mail
Giovedì 24 Marzo 2022 09:20

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Riceviamo e pubblichiamo:

"Segnalo con piacere a tutti voi, e specialmente a quelli che hanno concorso alla sua realizzazione, la pubblicazione del «Libro d'oro per lo sport italiano» promosso e curato dall'Accademia Olimpica (A.O.N.I.) su impulso del suo presidente Mauro Checcoli.
Il volume, aperto da una presentazione del presidente C.O.N.I. Giovanni Malagò e da una introduzione tematica a firma di Mauro Checcoli, si vale della collaborazione di studiosi prestigiosi come Sabino Cassese, di personalità della cultura come Gianrico Carofiglio e di altre figure autorevoli della vita pubblica a testimoniare forse la volontà di un rapporto più stretto con il nostro sistema sportivo e i ricercatori che si dedicano a questo genere di analisi, emerse tardivamente nel contesto italiano.
Noi autori ci abbiamo messo la nostra passione e le nostre competenze. Con l'auspicio che... sia solo l'inizio".
 
Questa nota viene dal prof. Nicola Porro, del Dipartimento di Scienze umane, sociali e della salute dell' Università di Cassino e del Lazio meridionale.
Dal  Maestro dello Sport, Gianfranco Carabelli, nostro socio, abbiamo anche ricevuto l'indice degli argomenti trattati in questo volume, nel quale è presente il lavoro di un altro nostro socio, il prof. Sergio Giuntini. Di seguito l'indice...adesso non ci resta che leggere il libro, sperando di trarne motivi di speranza per il prossimo futuro:

Presentazione del presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano,  Giovanni Malagò;

Il Progetto per lo sport che verrà, Mauro Checcoli, presidente dell’Accademia Olimpica Nazionale Italiana;

Lo sport nella Costituzione, Sabino Cassese;

Lo sport e lo Stato in età liberale, Eleonora Belloni;

A proposito di ginnastica e sport di genere (femminile, plurale), di Rosella Frasca

Il CONI e il fascismo. I trionfi sportivi, la fine dell’autonomia, la tragedia finale, Antonio Lombardo

“Lo sport agli sportivi”. La politica del CONI di Giulio Onesti e i rapporti con il governo italiano (1944-1978), Nicola Sbetti

Il sistema sportivo italiano contemporaneo, Francesco Bonini

Sport e identità nazionale, Giovanni De Luna

Il CONI e i suoi protagonisti, Sergio Giuntini

Chiesa e sport: uno sguardo a partire dai discorsi dei pontefici, Antonella Stelitano

L’attività fisica come strumento di salute e benessere psicofisico, Fabio Lucidi

Lo sport come volano per l’economia italiana, Andrea Bassanino – Partner Roland Berger

Cultura sportiva e processi formativi, Alessandro Mariani

L’educazione sportiva nella scuola: competenze e strategie per insegnare e apprendere, Fabrizio Pellegrini

La dispersione sportiva, Eugenio Giani, Farnaz Farahi

Il sistema sportivo italiano come arena politica, Nicola R. Porro

Politiche sociali e sistema sportivo: i punti di incontro, Simonetta Bisi

Lo sport che cambia: porsi le domande giuste, Giulio Bizzaglia

Lo sport italiano fra biopolitica e globalizzazione, Sergio Raimondo

“Il segreto dell’invincibilità” estratto dall’Autore da: Della gentilezza

e del coraggio, Feltrinelli 2020, Gianrico Carofiglio

“L’essenza di ciò che è umano”, Gianni Letta

Ultimo aggiornamento Venerdì 25 Marzo 2022 08:46
 
1952 - 2022: Piacenza ricorda l'oro olimpico di Pino Dordoni a Helsinki PDF Stampa E-mail
Lunedì 21 Marzo 2022 00:00

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Il 21 luglio 1952 era un lunedì. I Giochi Olimpici, quindicesimi della storia moderna iniziata nel 1896, avevano debuttato il giorno avanti: Emil Zatopek aveva dominato i diecimila metri, primo dei suoi tre ori in quella Olimpiade, l'americano Walter "Buddy" Davis vinse il salto in alto. Noi, noi italici intendiamo, lasciammo sul terreno i tre velocisti dei 100 metri: Franco Leccese sfiorò la qualificazione nella settima batteria, arrivando quasi a pari con il giamaicano LaBeach, solo quasi però; Wolfango Montanari naufragò senza scampo; quello che poi avremmo conosciuto (e rispettato) per molti anni come "u professore", Carlo Vittori, fu l'unico a superare il primo turno, secondo nella terza batteria a distanza cospicua dal britannico McDonald Bailey: 10.4/10.65 contro 10.9/10.98 (cronometraggi fantasiosi in ogni caso...). Ma nel pomeriggio anche per lui il semaforo cambiò colore: da verde a rosso. Pur correndo ancora in 10.9 (11.19 elettrico) fu solo sesto nella quarta batteria del secondo turno.

Il 21 luglio 1952 era un lunedì. Si dovettero svegliare prima dell'alba (prevista quel giorno alle 4.56) i trentuno camminatori che avrebbero affrontato la gara più lunga del programma atletico: i 50 chilometri, passeggiatina da quattro ore e mezzo a quei tempi, e per quelli bravi. Qui, oggi, non vogliamo raccontarvi di quella gara (peraltro lo abbiamo già fatto su questo sito tempi addietro), vi diciamo solo, ammesso che non lo sappiate o ve lo siate dimenticato, che Giuseppe Dordoni, detto "Pino", da Piacenza, vinse la medaglia d'oro e migliorò il primato sulla distanza (introdotta per la prima volta ai Giochi nel 1936). Avremo tempo, lungo ciò che ancora rimane dell'anno 2022, di raccontarvi ancora di quel giorno: 21 luglio 1952, lunedì.

Oggi ci è stato affidato un altro compito: informare gli abituali frequentatori di questo sito (che sta subendo, purtroppo, le non gradite attenzioni di qualche idiota) o gli utilizzatori del nostro Gruppo Facebook, che alcuni amici, pochi, piacentini e non, ha dato vita ad un piccolo progetto per ricordare degnamente Dordoni e il suo successo olimpico. Ombelico di questa iniziativa la città di Piacenza, dove "Pino" ha sempre vissuto. Per ora si stanno prodigando le poche persone che hanno partorito questo ricordo a settant'anni dal grande successo (era la quarta medaglia d'oro per un marciatore italiano ai Giochi Olimpici, dopo le tre del milanese Ugo Frigerio).

L'annuncio che ci fa piacere dare da questo spazio è che il Consiglio Direttivo dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli" ha deciso di affiancare gli organizzatori e si farà parte attiva nei diversi momenti delle celebrazioni. L'A.S.A.I. impegnata da 29 anni nella conservazione e nella tutela del patrimonio storico dell'atletica italiana, si muoverà nel solco della sua ragion d'essere.

Cogliamo anche l'occasione per rivolgerci a tutti coloro che conoscono la nostra Associazione: a loro chiediamo di farci avere documenti, articoli, risultati, foto, di Dordoni, il quale ha gareggiato fra il 1946 e il 1961 in ogni parte d'Italia, e da quell'anno in poi come responsabile tecnico del settore marcia della Federazione. Tracce e ricordi ne ha lasciati tanti, come atleta e come uomo. Facciamo appello specialmente ai marciatori affinchè facciano da cassa di risonanza per queste celebrazioni. Non esitino a contattarci. Intanto noi vi informeremo attraverso questo spazio.

Nella foto: Claudio Enrico Baldini (socio fondatore dell'ASAI) scelse per la copertina del suo libro «Storia dell'atletica leggera piacentina» la celebre foto di Pino Dordoni che taglia il traguardo sulla pista dello Stadio Olimpico di Helsinki. Il libro fu edito nel 1969 dalla stessa editrice dello storico (1883) quotidiano cittadino «Libertà». Claudio Enrico aveva una vera e propria venerazione per Dordoni e la sua storia sportiva

Ultimo aggiornamento Lunedì 21 Marzo 2022 16:25
 
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