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Se ne è andato Vanni Loriga, per decenni scrittore e narratore di atletica leggera PDF Stampa E-mail
Martedì 19 Luglio 2022 15:18

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Abbiamo appreso da un amico la scomparsa di Vanni Loriga, 95 anni, per decenni giornalista e inviato del «Corriere dello Sport», il quale ha scritto prevalentemente di atletica leggera con sicura competenza e spesso con una vena ironica. Ci era stato detto da persone romane a lui vicine che aveva avuto un incidente casalingo e aveva dovuto essere ricoverato per una degenza non breve, con una via crucis da un ospedale all'altro. È rimasto attivo fino all'ultimo: ancora non molti giorni fa abbiamo visto la sua firma su uno scritto in una pubblicazione telematica. Loriga era sardo di nascita, aveva avuto una carriera militare prima di passare al giornalismo. Da quel che sappiamo iniziò la sua avventura ai Giochi Olimpici di Melbourne 1956. Di quel lungo viaggio in nave dall'Italia all'Australia, durato giorni e giorni, Loriga raccontò aneddoti e curiosità in una piccola pubblicazione alcuni anni fa. Per un certo numero di anni è stato anche socio del nostro Archivio Storico. Come ospite era stato presente alla iniziativa da noi voluta e realizzata per ricordare i due primati del mondo e la medaglia di bronzo conquistati da Giuseppe Gentile ai Giochi Olimpici di Città del Messico. Era il mese di ottobre del 2018, e ci trovammo ad Agazzano, in provincia di Piacenza: anche in quella occasione Loriga portò la sua testimonianza con la consueta verve oratoria. 

A lui il nostro pensiero reverente e le condoglianze alla sua famiglia.

Ultimo aggiornamento Martedì 19 Luglio 2022 16:15
 
Liste italiane di ogni tempo aggiornate per seguire le prestazioni di Eugene PDF Stampa E-mail
Lunedì 18 Luglio 2022 00:00

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Pubblichiamo, mentre sono in corso  a Eugene (Oregon) i Campionati mondiali del nostro sport, una nuova edizione delle liste italiane di ogni tempo. Lavoro di compilazione curato da Enzo Sabbadin e Enzo Rivis, cui è affidata, diremmo da sempre, la tenuta in ordine delle liste. I compilatori ci hanno informato che l'aggiornamento è datato 7 luglio. Coloro che hanno un qualche interesse a seguire gli atleti italiani e i loro risultati ottenuti nella città statunitense possono aprire questi due link: uomini, donne. Le liste aggiornate sono sempre disponibili nella apposita sezione «Liste italiane di ogni tempo» che si trova sulla sinistra della copertina del sito.

Ultimo aggiornamento Martedì 19 Luglio 2022 04:57
 
Luigi Ferrario e Alfredo Berra, quando di atletica scriveva chi davvero ne sapeva PDF Stampa E-mail
Sabato 09 Luglio 2022 15:53

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Curiosando alla ricerca di «reperti» d’altri tempi, ci siamo imbattuti in un ritaglio del «Corriere dello Sport» di sabato 26 settembre 1953. Archiviato quello che stavamo cercando, abbiamo allungato lo sguardo sul resto. Si riferiva, con ampi spazi, della prima giornata dei Campionati nazionali assoluti allo Stadio Olimpico. Esordio elegiaco di Luigi Ferrario:“Il cielo è un incanto, lo Stadio una meraviglia. L’accurato tappeto del prato fa spicco fra il cemento delle gradinate, il rosso delle corsie, il verde cupo dei sedili, dove potranno prendere posto le 90 mila persone delle quali è capace lo stadio”, «pezzo» di apertura della prima pagina del quotidiano, cinque colonne. Una vera e propria articolessa – come la definirebbero i nuovi filosofi del giornalismo che non c’è, quello delle 40 righe, meglio 38, tanto la gente non legge, ditela giusta: tanto i giornalisti non scrivono – che girava in sesta pagina ed era affiancata da un altro commento di un tale che sapeva cosa era l’atletica: Alfredo Berra. Luigi Ferrario aveva scritto di atletica per la «rosea» per molti anni, e della «Gazzetta» era stato anche direttore dal novembre 1944 al 23 aprile 1945, indicato dai gerarchi fascisti della Repubblica di Salò, che aveva espropriato la testata.

Scorriamo i risultati: toh, guarda chi c’è nei 100, prima batteria Tonino Siddi, con i colori della Brigata Calvesi (Atletica Brescia); in sesta, Carletto Vittori, da Ascoli Piceno, che, vincendo la finale il giorno dopo, confermerà il titolo dell'anno precedente. Che Siddi fosse l’imprevedibile che aveva sempre dimostrato, trovò conferma nel successo anche nella terza batteria dei 400, davanti al trentino Luigi «Gino» Jacob, terzo Filiput. Quest’ultimo corse anche la prima batteria dei 400 con ostacoli. Giuseppe Dordoni gli altri lo videro solo...di schiena; settimo il ventino (scriverebbe Camilleri) Abdon Pamich. Taddia, il bel Teseo dell'atletica italiana, prese a martellate il prato ma dovette tenere a bada il nomade Danilo Cereali che era vicino un paio di palmi; il pavese Alberto Guzzi fece un più che dignitoso, per i tempi, 14.75 nel triplo. Le finali femminili furono preda delle solite note, risultati tecnici per i quali l'aggettivo «modesti» suona ad elogio: Ester Palmesino (alto), Amelia Piccinini (peso) e Edera Cordiale (disco). In queste specialità di lancio fecero capolino i nomi di due atlete che, piano piano, domineranno per parecchi anni: la romana Paola Paternoster e la bergamasca Elivia Ricci, che andrà in sposa ad Edmondo Ballotta, piacentino di Caorso (dove esistono ancora le vestigia di una faraonica centrale nucleare dismessa), discendente di uno dei pionieri sportivi di quella città, il padre Alfredo, suo primo istruttore.

Sui due giri di pista, prima batteria: sesto, Ivo Palleri, di Pescara, spaziava su tutte le distanze del mezzofondo, proprio nel 1953 fu campione nazionale sui 3000 metri siepi; negli anni ’90 fu eletto presidente del Comitato regionale abruzzese. Nella seconda ci son parecchi dei nostri «beniamini» (lo son tutti, in verità): secondo troviamo il ventenne milanese Alfredo Rizzo, al quinto il piacentino Walter Sichel, che ha dato la sua esistenza all’atletica della sua città, prima come atleta, poi come dirigente, allenatore, umile portatore d’acqua; ci fossero in Italia, oggi, qualche decina di Walter Sichel avremmo risolto parecchi problemi del nostro sport. Davanti al piacentino e dietro di lui, due atleti che si conobbero e si frequentarono, almeno sui campi del Piemonte: Enrico Dall’Anese e Giuliano Gelmi. Quarto Enrico, che così entrò in finale, quinto Walter, sesto Giuliano. Estroverso Dall’Anese (che era nato in Francia, a Metz, nel 1929) bazzicò parecchie società sportive piemontesi; altro tipo il bergamasco di nascita Gelmi, che iniziò la carriera a Torino: il primo era alla Libertas, l’altro alla Lancia. Il nostro socio biellese Bruno Cerutti, attento e preciso investigatore dell’atletica sabauda, ha messo insieme una schedina di Dall’Anese e la copia originale dei risultati dei Campionati provinciali 1956: infatti l’atleta quell’anno vestiva i colori dell’Unione Giovane Biella. Nella finale dei Campionati italiani, vinta dal milanese di Desio, Vittorio Maggioni, Dall’Anese chiuse al settimo posto. Se qualcuno, punto da curiosità, vuol saperne di più su di lui, lo rimandiamo ai due documenti elaborati del nostro socio Cerutti, basta far click sopra le carte e si possono tranquillamente leggere.

Ultimo aggiornamento Domenica 10 Luglio 2022 14:47
 
Rita Bottiglieri:«Pino Dordoni fu per me un esempio di grandezza unica» PDF Stampa E-mail
Sabato 09 Luglio 2022 08:03

Rita Bottiglieri, l'indimenticabile atleta, poliedrica, generosa, titolata, che con la sua lunga attività ha onorato la maglia azzurra della Nazionale, ci ha fatto avere qualche riga di ricordo personale di Pino Dordoni, che volentieri riportiamo in questo nostro spazio. Grazie, Rita!

"Averlo conosciuto in FIDAL come coordinatore del Settore marcia agli inizi del mio percorso lavorativo in Federazione e stata una cosa davvero speciale. Conoscevo il suo valore da atleta ma scoprirne anche il suo valore umano in un altro ruolo, e una cosa che non dimentico. Sempre garbato, sempre misurato nei modi. Era un esempio di grandezza unica"

Ultimo aggiornamento Sabato 09 Luglio 2022 15:55
 
28 giugno 1926, il primo vagito del più elegante marciatore di ogni tempo PDF Stampa E-mail
Venerdì 03 Giugno 2022 00:00

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Abbiamo anticipato qualche giorno fa, con la pubblicazione della pagina del quotidiano piacentino «Libertà», l'esito della nostra iniziativa di ricordare Pino Dordoni al cimitero di Piacenza nel giorno della sua nascita. Ci fa piacere sottolineare la partecipazione dei soci, in particolare quelli di Brescia. Dei piacentini presente solo Sergio Morandi, gli altri ampiamente giustificati da impegni di lavoro. Sergio è stato fin da subito - quando un anno fa l'iniziativa di ricordare Dordoni a settanta anni dalla vittoria olimpica fu proposta - solido promotore nella città emiliana. Altri hanno affrontato trasferte non proprio agevoli, data la situazione meteoreologica: il Maestro dello Sport Gianfranco Carabelli, i giornalisti Fabio Monti e Guido Alessandrini; un messaggio di adesione ci è pervenuto anche da Gianni Romeo. Telefonata anche da Maurizio Damilano, convalescente a seguito di un fastidioso problema fisico. Franco Bragagna per la RAI ha dato risalto al significativo momento con riprese e la messa in onda di alcuni servizi sui canali nazionali.

Il filo conduttore è stato tenuto, con garbo ed eleganza, dal socio Enzo Gallotta. Queste le sue parole:

"Celebrazioni come questa rientrano negli scopi primari di questa associazione di storici dello sport che si occupano dell’atletica italiana: non dimenticare il passato di questo nobile sport. Rimarchiamo con piacere che accanto ai soci dell’ASAI si sono schierati alcuni amici di Piacenza, e la famiglia Dordoni, la moglie Graziella e la figlia Isabella. Questo di oggi vuole essere un composto omaggio a Pino nel giorno della sua nascita: oggi avrebbe 96 anni. Presenti persone, al di fuori della cerchia familiare, che lo hanno conosciuto, stimato, frequentato, ascoltato, E che gli hanno voluto bene non perché era campione olimpico ma come persona di straordinaria rettitudine e dignità.

"Oggi è un giorno di ricordo e non una passarella, non siamo allo stadio, dobbiamo raccoglierci e pensare alla persona che giace qui nel famedio di questa bella città di Piacenza. E che l’ha davvero onorata per tutta la vita: da atleta, poi da dirigente, da tecnico, da marito e padre, in una sola parola: da uomo. Sempre con la schiena diritta, aggrappato a valori che taluni ritengono superati, ma che invece sono sempre vivi, e vanno tenuti vivi. Il momento della stagione non è certamente il migliore, ma Pino nacque il 28 giugno, ed era nostro obbligo ricordarlo oggi. Chi ha voluto raccogliere il nostro sommesso invito è qui, e desideriamo ringraziare queste persone che hanno affrontato il disagio del caldo, di viaggi anche impegnativi. Ci spiace dover rimarcare la completa assenza di esponenti del mondo della marcia italiana, di ieri e di oggi.

"Un ringraziamento non formale va alla RAI che ha voluto essere presente, con i suoi tecnici e con Franco Bragagna, cui va la nostra stima per tutto quello che ha dato, sta dando e darà al nostro sport. Grazie al quotidiano locale “Libertà” che in questi mesi è sempre stato vicino agli organizzatori nelle precedenti iniziative di questo 70esimo anniversario. E con il quotidiano cittadino, che si avvicina al suo 140 anniversario di vita, grazie agli altri organi di stampa, piacentini e non, che ci hanno aiutato".

Alcune ragazze della società Atletica Piacenza hanno fatto da cornice, reggendo la bandiera con i cerchi olimpici, depositando la corona di alloro predisposta dall'A.S.A.I. e, a sorpresa, portando la fiaccola olimpica originale di Roma '60, che fu l'ultima delle quattro Olimpiadi cui prese parte Pino Dordoni. La torcia è stata messa a disposizione per questa occasione da un socio dell'Archivio Storico.

Cliccando qui potete vedere l'album completo delle fotografie scattate dal nostro socio Elio Forti.

Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Luglio 2022 13:04
 
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