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"This is my secret": Rafer Johnson was a special teacher for the Italian decathletes in 1957 PDF Stampa E-mail
Domenica 09 Febbraio 2014 16:15

altJust a few track enthusiasts know that Rafer Johnson toured Italy three years before winning the decathlon gold medal at Rome Olympic Games. Marco Martini, in both Italian and English language, unveils that forgotten event whose outcome resulted so fruitful for Italian decathlon. We present today the English translation.
On the left: Rafer Johnson with the Italian Franco Radman (national record holder of the decathlon before being a good javelin thrower, 80.89 with the old implement) and the FIDAL president, Luigi Ridolfi.

 

 

 

 

 

One of his favorite amusement as a boy, together with his brothers and sisters, was to roll along with – or inside of – the empty boxes of a conveyor belt of a cannery of his hometown, Kingsburg. One day, when he was ten years old, he waited too much time to hop off, and his left foot wedged between the belt and the metal rollers, and his instep got entirely torn loose. Surgeons sewed the flap of skin back into place, but the functional recovery process was long, and the foot never returned to normality. Throughout his athletic career and his whole life, it kept hurting. That painful injury did not hamper that boy so keen on sport, to become one of the greatest decathlete of all time. His name is Rafer Johnson and, three years before winning the gold medal at the Rome Olympics in 1960, he toured Italy for a fortnight.

La Gazzetta dello Sport of 12 July 1957 gives notice of his arrival with the following words: «The decathlon world record holder Rafer Johnson is due to arrive at the Malpensa airport to-day, at 16.45, directly from the United States.  Johnson is going to spend a few days in our country. He will be present in Parma on July the 14th and 15th to watch the decathlon second and third-class level italian championships, then will be in Brescia on 16 July, and later on also at Schio together with the decathletes of our national team».

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Ultimo aggiornamento Domenica 09 Febbraio 2014 16:11
 
Abbiamo ricevuto il nuovo bollettino (No 93/2014) dell'Associazione spagnola degli statistici PDF Stampa E-mail
Mercoledì 05 Febbraio 2014 14:34

Il nostro diligente portalettere ci ha recapitato il nuovo bollettino compilato dalla A.E.E.A, corposa pubblicazione, quanto a dimensioni, che tratta di atletica spagnola e non solo. Caso mai (ma proprio caso mai...) qualcuno di quelli che dicono di essere soci A.S.A.I fossero interessati ad arricchire le loro letture, possono richiedere e pagare la loro copia personale, inviando una e mail direttamente a Ignacio Mansilla ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ), chiedendo i dettagli.

Ultimo aggiornamento Venerdì 07 Febbraio 2014 09:09
 
Giuseppe Beviacqua al Cross dei "Cinque Mulini" 1948: questa la risposta corretta al nostro quiz PDF Stampa E-mail
Martedì 04 Febbraio 2014 16:30

Foto unica, forse con eccessiva presunzione, crediamo che nessuno la abbia mai vista prima d'ora. Questa nitida immagine viene dall'Archivio Bruno Bonomelli. Stava in un raccoglitore di plastica rossa con scomparti per conservare le foto. La proprietà delle foto e del contenitore potrebbe risalire al cremonese Giuseppe Italia, uno dei migliori corridori di corsa camepstre degli Anni '40 e grande amico del rude bresciano. Niente di più ovvio che il bravissimo Italia, davvero una squisita persona generata dalla stupenda Bassa Padana, terra di effluvi, sapori, che trastornano il goloso (avete a che fare con uno...), abbia donato le sue preziose carte all'unico uomo che le meritava.

E allora chi è "il giovanotto" della foto? Il ligure Giuseppe Beviacqua, che è stato uno dei protagonisti del fondismo italiano negli Anni '30-'40. Un grande per la storia del nostro movimento atletico. Nel 1948 aveva ormai i suoi annetti, tanto che possiamo leggere una annotazione scritta di pugno da Bonomelli con quella sua grafia netta ed elegante. Sul retro leggiamo:" Presente il padre di Italia che esclama: chi è quel vecchietto? Ma digli che vada al ricovero!".

Pensate che valga la pena aggiungere che non abbiamo ricevuto neppure un tentativo di risposta? Vabbuó, come diceva quel comandante di navi da crociera intanto che la sua affondava e faceva dei morti.

Ultimo aggiornamento Martedì 04 Febbraio 2014 16:59
 
La nuova "Lettre" della Commissione Storica francese è da oggi disponibile per chi abbia interesse PDF Stampa E-mail
Lunedì 03 Febbraio 2014 15:58

Abbiamo ricevuto dall'amico Gilbert Rossillo l'annucio che la nuova "Lettre" messa a punto dalla Commissione Documentazione e Storia della Federazione Francese è disponibile sul sito dei nostri "cugini" francesi. Chi dei nostri soci e dei nostri utenti fosse interessato può entrare in questo indirizzo: https://www.cdh.athle.com/

Ultimo aggiornamento Lunedì 03 Febbraio 2014 16:08
 
"Questo è il mio segreto": così, nel 1957, Rafer Johnson fece conoscere il decathlon agli italiani PDF Stampa E-mail
Sabato 01 Febbraio 2014 09:45

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Rafer Johnson durante un leggero allenamento allo Stadio dei Marmi, a Roma

 

Ritorno al passato. No, tranquilli, non vi invitiamo ad andare a cena al ristorante romano omonimo che sta difronte al Pantheon! Vi chiediamo solamente di leggere questa bella storia (perchè ne scrive forse di brutte?) narrata da Marco Martini su uno dei grandissimi campioni del decathlon: lo statunitense Rafer Johnson. Non molti sanno che Johnson venne in Italia tre anni prima di vincere la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Roma. Adesso Martini, con gli strumenti che predilige (pala, piccone e microscopio) scava e focalizza quella tournée di cui si avvantaggiarono soprattutto gli atleti e i tecnici italiani che furono a contatto con lo statuario atleta americano in quei giorni. Cogliamo l'occasione per ricordare che sempre su Johnson e i Giochi Olimpici 1960 potete leggere, se lo avete perduto all'epoca, o rileggere, per rinfrescare la memoria, un bel saggio storico-statistico di Gabriele Manfredini: "Giochi Olimpici 60, niente vacanze romane per i grandi del decathlon impegnati all'Olimpico".

Il testo di Martini che oggi pubblichiamo in italiano avrà anche una versione inglese nei prossimi giorni. We will post an English version of this story in a couple of days.

Da ragazzino, insieme a fratelli e sorelle, si divertiva spesso a lasciarsi portare sui binari o all’interno dei contenitori che viaggiavano su quei binari, di una trasportatrice a motore di una fabbrica di conserve alimentari della sua cittadina, Kingsburg. Un giorno però, quando aveva dieci anni di età, aspettò un po’ troppo a saltar fuori, e il suo piede sinistro si incastrò tra la cinghia e i nastri trasportatori. Ne risultò un distacco praticamente completo del collo del piede, che i chirurghi ricucirono con perizia, dalle cui conseguenze, dopo un lungo periodo di recupero funzionale, non riuscì però mai a uscire completamente, di tanto in tanto afflitto da dolori sia durante la carriera agonistica sia negli anni successivi. Quel doloroso infortunio comunque non impedì a quel ragazzo così appassionato di sport di diventare uno dei migliori decatleti di tutti i tempi. Il suo nome è Rafer Johnson, e tre anni prima di vincere la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Roma nel  1960, soggiornò per un paio di settimane in Italia.

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Ultimo aggiornamento Sabato 01 Febbraio 2014 16:22
 
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