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Fair Play.....What? PDF Print E-mail
Tuesday, 16 August 2016 16:48

Abbiamo letto, non molto tempo fa, nella famosa rivista medica "Brain" un interessantissimo studio effettuato da un consorzio di luminari della medicina che riuniva tutti i Premi Nobel dal 1901 (anno della prima assegnazione) ad oggi. Una indagine che ha coinvolto tutta l'umanità, dall'anno 1 dopo Cristo su su fino ai disgraziati tempi nostri. I Nobel di tutte le branche della medicina che studia quella poltiglia che chiamano cervello, o materia grigia, hanno scientificamente dimostrato che è più facile allenare le masse muscolari, bicipiti, tricipiti, quadricipiti, che quello che abbiamo, o dovremmo avere, dentro la scatola cranica. Noi ne abbiamo avuto prova ieri sera - meglio dire, notte - al termine della gara di salto con l'asta, vinta da un giovanottone carioca, Thiago Braz da Silva (a lui piace solamente Thiago Braz) con non poco strabuzzamento d'occhi di quasi tutti, che davano per scontato di sentire suonare "La Marseillaise" che al momento del parto musicale si chiamava "Chante de guerre pour l'Armée du Rhin". Abbiamo detto quasi tutti, avendo scorto in tribuna un uomo che ha introdotto ai segreti del salto con la pertica atleti come Sergey Bubka e Elena Isinbaeva. Vitaliy Petrov, ucraino, era stato chiamato anni fa da Elio Locatelli, c.t. della FIDAL, a iniettare cultura tecnica nei nostri ragazzi che volevano volteggiare un po' più in alto.

Da qualche stagione allena questi aerei ballerini carioca, ragazzi e ragazze, che si sono inerpicati al vertice del mondo. Thiago è salito da 5.93 a 6.03, netto, pulito, cristallino, una medaglia d'oro fino. Non averlo accompagnato nel giro d'onore e poi aver paragonato il pubblico brasiliano ai nazisti del 1936 per aver fischiato (cosa da disapprovare senza riserve), a noi fa parecchia pena. Le scuse successive attraverso 'ste diavolerie che chiamano "social" , surrogati , paraventi dietro cui nascondersi invece di guardare negli occhi la gente, non attutiscono la pessima impressione di un atleta che non ha saputo perdere. Una volta si diceva che prima di aprire la bocca bisognava assicurarsi che il cervello fosse inserito. In questo caso i cavi hanno fatto contatto e la luce si è spenta. Forse a causa dell'acquazzone che era caduto un paio d'ore prima. Mettiamola così.

Last Updated on Tuesday, 16 August 2016 21:39
 
Incontro con Paul Tergat, un grandissimo mito della corsa che ha onorato la "Diecimiglia del Garda" PDF Print E-mail
Monday, 15 August 2016 19:20

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Questa fotografia, scattata da Carlos Fernández Canet questa mattina, 15 agosto, in un tunnel dello Stadio Olimpico di Rio, è dedicata specialmente agli organizzatori della "Diecimiglia del Garda". Protagonista di questa immagine è Paul Tergat, un grandissimo atleta di cui elenchiamo qui solo quattro dei suoi straordinari risultati: cinque volte campione mondiale di corsa campestre, primatista mondiale tanto sui 10 mila metri in pista quanto  sulle distanza di mezza maratona e maratona, protagonista con l'etiope Haile Gebrselassie della più emozionante corsa di 10 mila metri che si ricordi nella storia olimpica, quello di Sydney 2000, quando solamente nove centesimi di secondo, meno di un soffio, li separarono all'arrivo dopo una volata mozzafiato. Vinse Haile, la loro gara rimarrà negli annali dei Giochi Olimpici, e negli occhi di chi ha avuto la fortuna di vedere quella gara.

Gli amici del GS Montegargnano hanno un ricordo indelebile di Paul Tergat, protagonista della "Diecimiglia" due volte: nel 1992, secondo dietro al suo amico Moses Tanui, altro grandissimo campione, e nel 1993, quando vinse la gara inventata....dai ragazzi dell'Oratorio! E, risvoltino curioso, in entrambe le occasioni, dietro di loro ci fu un brasiliano, Artur Castro, buonissimo maratoneta, che incontrammo qualche anno fa qui a Rio, in occasione del Mondiale di mezza maratona, e ci raccontò della sua attività commerciale nel campo del ciclismo e del podismo. Oltre a ricordare l'Italia e "quel piccolo villaggio dove si faceva quella bella corsa...come si chiamava?" Navazzo. "Claro, Navazzo". Di fronte a queste testimonianze ci siamo sempre chiesti se in loco c'è una minima consapevolezza del ruolo che questa corsa (43 anni) ha avuto. Mah....

Questa mattina l'incontro fra Paul Tergat, da qualche anno entrato a far parte del Comitato Olimpico Internazionale, e Ottavio Castellini, che ha condiviso tanti momenti della carriera del kenyota fin dal Campionato del mondo di corsa campestre a Boston nel 1992, testimone di una carriera inimitabile nella quale tutte le espressioni della corsa sono state al massimo livello: corsa campestre, pista, mezza maratona e maratona. Non ce ne sono molti, anzi Paul è unico in questa "classifica".

Nella foto, Paul con Ottavio, un incontro non privo di emozione per entrambi. Con loro, Anna Riccardi, componente del Council della Federazional internzionale.

Last Updated on Tuesday, 16 August 2016 00:04
 
Livio Berruti: come cambia la vita dopo una vittoria olimpica? Effetti collaterali del successo PDF Print E-mail
Friday, 12 August 2016 16:49

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Foto in alto: l'indimenticabile arrivo dei 200 metri dei Giochi Olimpici di Roma 1960, con Livio Berruti proiettato sul filo di lana, secondo lo statunitense Les Carney e terzo il senegalese allora francese Abdoulaye Seye. A Carney la Indian Creek High School di Crownsville, in Maryland, ha dedicato la pista di atletica costruita qualche anno fa. Seye corse sotto i colori della Francia, nonostante il Senegal avesse ottenuto l'indipendenza qualche mese prima. Fu ospite con un folto gruppo di atleti senegalesi durante i Campionati del mondo a Osaka, nel 2007. È morto nel 2011. Nella foto in basso, Livio Berruti ultimo frazionista della 4x100 fra David Sime (19) e il sovietico Ozolin (22).

"...corridori belli come Livio Berruti felicemente espresso dalle nostre risaie mai sono riuscito a vederne in mezzo secolo...". Parola di Gianni Brera, da un articolo di "laRepubblica" del 24 luglio 1984, Giochi Olimpici di Los Angeles.   Nato a Stroppiana, nel Vercellese, ancor oggi uno dei centri agricoli al 90 per cento a coltivazione di riso, ecco "le nostre risaie" citate da Brera. Il quale aggiunge:"Con Oberweger ho vinto tante Olimpiadi, stando seduto a tavola, che quando mi garantì che ne avrebbe vinta un'ennesima con Livio Berruti non gli credetti...Berruti fu il mio primo glorioso abatino. Non vinse con due metri come giurava Oberweger però si aggiudicò l'Olimpiade...".

Per tanti di noi il campione olimpico dei 200 metri ai Giochi di Roma 1960 non solo è stato un grandissimo atleta e corridore di rarissima eleganza, ma, soprattutto, ha avuto il ruolo di ispiratore del nostro amore - lunghissimo e talvolta non ricambiato - per l'atletica. Un gentleman dentro e fuori le piste, un atleta di compostezza esemplare, un uomo che per tutta la vita ha difeso valori sportivi caduti in disuso o addirittura irrisi, e che non ha mai cercato "poltrone" nello sport, sbandierando la sua medaglia d'oro per ottenere privilegi. Vicepresidente della Federazione italiana di atletica leggera per plebiscito apparente ma non per convinzione, spesso, come succede alle persone che fanno della rettitudine la loro bandiera, considerato predicatore al vento, preferì lasciare una realtà nella quale si sentiva a disagio. E se ne andò in punta di piedi. La stessa discrezione con la quale, dopo il vittorioso arrivo di Roma, si aggiustò con un gesto quasi meccanico gli occhiali scuri e andò a stringere la mano ai cinque avversari, con la cortesia propria del ragazzo ben educato in famija piemontèis. Senza scalmane, dita puntate al cielo (a chi?), immaginari colpi di pistola, idioti perchè ne abbiamo fin troppi di quelli veri, e frecce lanciate a casaccio.

Oggi, primo giorno della XXXI Olimpiade, pubblichiamo un contributo scritto di suo pugno, dal quale traspare chiaramente la vicenda umana di un grandissimo campione che ha vissuto del suo lavoro e della sua serietà, sempre con la schiena diritta. A nome di tutti i soci dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana Bruno Bonomelli tributiamogli un lungo applauso.

Una vittoria olimpica può cambiare la vita di una persona? La risposta a questa domanda non è univoca, dipende soprattutto dal tipo di sport praticato e dalla risonanza mediatica della vittoria. Per il sottoscritto la risposta è ampiamente positiva. Fortemente convinto, con la laurea in Chimica, di avere un futuro immerso in laboratori di ricerca in grado di soddisfare la curiosità di conoscere la struttura sempre più intima della materia ho commesso l’”errore”, al termine degli studi,  di accettare l’offerta di un mio amico sportivo, titolare di una affermata agenzia di pubblicità di Torino, di fare un’esperienza in questo settore. Come i barbari sono stati conquistati dalle piacevolezze del  mondo romano, l’incontro con l’ambiente della pubblicità e delle pubbliche relazioni non solo si è rivelato più gioiosamente attraente di quello più austero della chimica ma ha permesso di scoprire in me certe qualità caratteriali e sociali di cui ignoravo l’esistenza. Questo è certamente uno degli aspetti più positivi dello sport, che permette di conoscere in maniera completa le diverse sfaccettature della propria personalità.

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Last Updated on Monday, 15 August 2016 22:51
 
Dichiariamo aperti i Giochi della XXXI Olimpiade: la regina atletica ha mantenuto il suo fascino? PDF Print E-mail
Wednesday, 10 August 2016 18:18

altVenerdì 12 agosto 2016, ore 9.30 (14.30 dalle nostre parti) si alzerà il sipario sulla XXXI Olimpiade di atletica. Toccherà ai discoboli calpestare per primi l'erba dello Stadio Olimpico di Rio con il primo gruppo di qualificazione (passeranno il turno direttamente i colossi che supereranno metri 65.50, e lì vedremo cadere tanti imbroglioni che in campetti compiacenti dove il metro...non è un metro fanno mirabolanti misure, ve ne daremo conto). L' Italia del muscolo si affida ad un solo atleta, il martellista Marco Lingua, di cui già parlava bene una quindicina di anni fa il nostro Claudio Enrico Baldini. Per il resto viviamo di ricordi. Pensate al disco appunto, abbiamo oggi dei bravi e forti ragazzi ma non tanto bravi e tanto forti da arrivare fin qui. Consoliamoci rileggendo i nostri fasti antici. Se siete lettori, dateci retta, leggete l'ultimo lavoro di Marco Martini su Consolini e Tosi, oro e argento ai Giochi di Londra 1948, o se volete andatevi a cercare un articolo di Gianni Brera del 24 luglio 1984 sulle pagine di "laRepubblica", titolo "Quelle epiche battaglie tra i duellanti del disco", in cui paragona Beppone Tosi a Porthos e Adolfo Consolini a Aramis (i moschettieri, ci siamo?) e li chiama "i nostri dioscuri". Maestri, Brera di giornalismo, Martini di storia dell'atletica.

Venerdi non ci sarà ovviamente solo il disco. Giornata lunghissima per gli addetti ai lavori. Come riempire gli spazi? Consultando per esempio su questo nostro sito la nuova edizione delle liste italiane di ogni tempo tempestivamente allestite dai nostri Enzo Rivis ed Enzo Sabbadin, anche noi abbiamo i nostri due dioscuri della statistica. Edizione superaggiornata proprio in imminenza della nuova Olimpiade che stiamo per officiare.

Ci ripetiamo ma può essere utile rinfrescare la memoria sull'uso che può fare l'utente appassionato di numeri. Piccola guida alla consultazione: nella colonna di sinistra della copertina del nostro sito l'utente trova una rubrica che recita "Liste italiane di ogni tempo" con due sottotitoli "Uomini", "Donne" , dove sono pubblicate le liste degli atleti/atlete italiani di ogni tempo, che vanno ad affiancare quello storiche compilate e aggiornate da Marco Martini, in altra Sezione. Piccola guida alla lettura: troverete per tutte le attuali discipline olimpiche, e in aggiunta 3000 metri - mezza maratona - marcia 10 mila metri - giavellotto vecchio modello, i / le migliori 40 atleti/e, e le migliori 20 prestazioni. Evidenziati in rosso/giallo i risultati ottenuti nel 2016; performances indoor e record personali in pista coperta sono in calce ad ogni disciplina. Chiunque, dopo averle consultate, avrà dei rilievi da fare, o apportare aggiornamenti, o correggere qualche dato del passato, sia tanto gentile di farle avere direttamente ai due compilatori ai loro indirizzi di posta elettronica  This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it  e This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it

NEW - On the left site of this page you can find a new section "Liste italiane di ogni tempo - Uomini - Donne". It is a compilation of the Italian All-time Lists, Men & Women, compiled by the two ASAI members Enzo Sabbadin and Enzo Rivis. The Lists (40 athletes, 20 performances for each event) are updated a couple of days ago / Listas italianas todos tiempos: el link en la columna de la izquierda de esta misma pagina/ Listes italiennes de tous le tempes: hommes, femmes

Last Updated on Wednesday, 10 August 2016 19:48
 
Gianni Poli: ho dovuto attendere ma ne è valsa la pena PDF Print E-mail
Tuesday, 09 August 2016 13:34

Gianni Poli

Questa è davvero una foto inedita di Gianni Poli, uno scatto inoltre di un fotografo molto speciale. Siamo a Chiari, provincia di Brescia, il 29 febbraio 1976, al Campionato bresciano di corsa campestre, categoria juniores. Poli (18) dietro a lui Alfredo Bonetti (7), a fianco Maurizio Cominelli (6). La foto fu scattata da Bruno Bonomelli. Doppio click per ingrandire la foto.

Continua la nostra serie di articoli scritti di proprio pugno da atleti italiani e stranieri che hanno toccato l'apice sportivo con la partecipazione olimpica. Oggi è la volta di Pier Giovanni Poli, per tutti noi Gianni, maratoneta, plasmato dal dottor Gabriele Rosa. Gianni non ha avuto sempre la fortuna dalla sua parte, nonostante le immense qualità che aveva. Ci racconta il suo "pellegrinaggio" verso la partecipazione olimpica, una attesa che durò otto anni. Conosciamo personalmente qualcuno che è sempre stato convinto che il giovanotto di Lumezzane, fu scippato di quella gioia nel 1980 quando si era ampiamente meritato la partecipazione. Qualcuno ricorda ancora bene la bagarre sulle strade di Varallo Sesia al termine del Campionato italiano di mezza maratona. A te la parola, Gianni, e grazie per aver scritto per noi e per essere stato domenica scorsa ospite d'onore a Navazzo per la "Diecimiglia del Garda".

Sin da ragazzino, quando ho iniziato con la corsa, ho sempre sognato di poter partecipare ad una Olimpiade. Il mio rapporto con l’evento sportivo più importante al mondo è un alternarsi di chiaro – scuro. Lasciate che vi racconti il perchè.

Nel 1980, a 23 anni, mi ero meritato la convocazione per i Giochi Olimpici di Mosca, il sogno del ragazzino si stava avverando, ma quella trasferta per me rimase solo e soltanto un sogno. Sta di fatto che quei Giochi me li guardai alla televisione, con  tanta delusione e rammarico e non fu facile accettare quella esclusione.

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Last Updated on Wednesday, 10 August 2016 15:42
 
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