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Trekkenfield numero 96: vivisezionati gli Assoluti, c'è del buono e del meno buono PDF Print E-mail
Monday, 05 July 2021 07:16

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Sarà stata l'aria di Rovereto, sarà stato l'elegante palcoscenico del bello stadio a misura di atletica, sarà stata l'accurata regia della settantaseienne società organizzatrice e la austroungarica signorilità dei suoi dirigenti, sarà stato il prosecchino bello fresco distribuito generosamente,...che serà...serà, ma il clima che si respirava domenica sera 27 giugno era di una - per noi - eccessiva euforia.  Parliamo dei recenti Campionati italiani assoluti. Noi non ci occupiamo di attualità, come sapete, le nostre finalità sono diverse. L'unica concessione è la pubblicazione integrale di «Trekkenfild», foglio online che Daniele Perboni e Walter Brambilla sfornano con lodevole continuità e tempestività. Non entriamo nel merito del loro lavoro, ognuno fa il suo.

Ciò da cui non possiamo esimerci è di confrontare il presente con quanto accadde ieri, perfino con l'altro ieri, e rispolverare uno dei pilastri del pensiero di Bruno Bonomelli, dal quale abbiamo sempre sentito affermare che l'atletica italiana non ha mai conosciuto il valore di  un principio basilare: il progresso, l'idea del progredire, che dovrebbe essere alla base dell'esistenza del nostro sport. Che cosa intendiamo dire? Che non si può far finta che siano stati conseguiti grandi risultati nel 2021 quando in parecchie specialità siamo ai livelli degli anni '90, e ancora indietro '80, '70, addirittura '60. Oh, voi - a dire noi - sempre esagerati. Sicuri? Nel peso donne sia lode imperitura - lo diciamo con grande rispetto - per Chiara Rosa alla ventinovesima maglia tricolore, ma per il resto siamo rimasti ai tempi (1959-1960) di Paola Paternoster: l'anno olimpico 1960 chiuse la stagione con 13.85, sarebbe stata sesta nella finale 2021, con il 14.38 del 1959 addirittura quinta. Angela Anzellotti, da Gussago, provincia di Brescia, lanciava la boccia di ferro a 16.64 nel 1976, quaranticinque anni fa.

E il martello uomini? Bravissimo Marco Lingua, 43 anni, forte come un toro diceva il nostro amico Claudio Enrico Baldini una ventina d'anni fa, ma 74 metri, roba da anni '80, ma non lui sia chiaro, il livello della disciplina. Lui è ancora il più bravo? Onore a lui. Tre soli omoni oltre i 72 metri, poi il precipizio, si è andati in finale con 58 metri, il nostro amico Nick Cabra, a Brescia, faceva molto meglio trentacinque anni fa. Entusiasmo alle stelle per Dariya Darkach, 14.47, brava, perfino limite per partecipare ai Giochi Olimpici (li chiamano ancora così...), il che vuol dire che anche a livello internazionale questa disciplina è in coma. Ma, mentre un tale ci decantava le grazie muliebri della giovin donna ukrainian-born, noi pensavamo che cinque anni fa ella saltava 14.16, ci son voluti cinque anni per arrivare a 14.47, trentuno centimetri in cinque anni. Sapete quanto ha saltato la terza di questa gara? 13.21, buono per la medaglia.

Ad evitare malintesi: per noi gli atleti son bravi sempre e comunque. Di loro abbiamo il massimo rispetto. Tirano il martello a 58 metri? Saltano 13.21 nel triplo? Quella è la farina del loro sacco, è quanto possono dare. Se potessero, farebbero meglio, e sarebbero molto più contenti anche loro.

Che famo? Continuiamo? Potremmo, ma non ci interessa. Se non se ne occupano quelli che avrebbero il dovere di farlo e titolo professionale per offrire delle riflessioni, dovremmo forse occuparcene noi? No. Ma per favore, vi chiediamo solo di non prenderci per i fondelli cercando di farci vedere lucciole per lanterne. Non c'entra «Trekkenfild», non c'entrano Brambilla-Perboni. Noi torniamo al nostro passato, prossimo o remoto che sia, con un solo rimpianto: non cambia mai nulla. Quasi nulla. Lo predicava già Bonomelli settanta-ottanta anni fa, ma dicevano che era un rompicoglioni.

Last Updated on Monday, 05 July 2021 16:39
 
Battaglia di staffette fra Palermo, Roma e Padova: correvano gli anni 1958 - 1959 PDF Print E-mail
Sunday, 27 June 2021 00:00

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In alto a sinistra: il quartetto del Club Atletico Centrale che scese in pista nell'ottobre 1960 ai Campionati nazionali di staffette, a Bari: Roberto Frinolli, Ugo De Mohr, Attila Viragh, Giovanni Castello. A destra, il quartetto dell'Assicurazioni Generali Società Atletica Palermo campione d'Italia nel 1958: Secondo Lo Grasso, Pino Bommarito, Paolo Puleo, Gianni Scavo, in mezzo il presidente Vittorio Orlando. Sotto: la formazione delle Fiamme Oro Padova con Nereo Fossati, Pierluigi Fattorini, Michele Guerra, Adriano Loddo, campione nazionale 1959 e primatista di club. Nel centro, la riproduzione del diploma rilasciato ai campioni palermitani nel 1958

Vedete che se si cerca con attenzione, qualcosa salta fuori…I nostri ripetuti solleciti non son caduti del tutto nel vuoto. Il nostro socio Giorgio Lo Giudice, che ha vissuto intensamente l’atletica e lo sport romano come atleta, poi tecnico, dirigente di club, per un bel po’ d’anni giornalista della redazione capitolina della «Gazzetta dello Sport», ci ha fatto avere la foto che oggi pubblichiamo, insieme ad altre: al momento vi diciamo solamente che risale all’anno 1960, i dettagli ve li daremo fra qualche paragrafo. “Beccatevi ‘sta primizia” ci scrive Giorgio, per chiudere con un ”Come eravamo forti!”, e da questa esclamazione traspare tutto l’amore che ha sempre portato alla sua società: il Club Atletico Centrale, di Roma ovvio. Oggi ne è presidente, la sede sta a casa sua, recentemente ha dato incarico ai disegnatori di reinventare il logo.

La foto ha innestato la voglia di curiosare in quegli anni ormai lontani, che furono i primi decisivi per molti di noi che giurammo fedeltà a questo nostro sport. E allora ci siamo messi, come sempre, a sfogliare materiale cartaceo, cui siamo affezionati senza tentennamenti. La foto mostra quattro giovanotti, quindi di quartetto trattasi, non di cantanti (all’epoca ce n’era uno famosissimo) ma di atleti. Quartetto in atletica sta per staffetta, ce ne sono di tutti i tipi, ma le «classiche» son due, nel caso in questione parliamo di quella più lunga, 4 atleti per 400 metri ciascuno.

Partiamo dal 1958, anno che fece registrare il primato nazionale per squadre sociali ad opera degli atleti della Assicurazioni Generali Società Atletica Palermo: Giuseppe «Pino» Bommarito, Paolo Puleo, Secondo Lo Grasso, Giovanni «Gianni» Scavo vinsero la finale dei Campionati italiani, allo Stadio Olimpico di Roma, in settembre (dal 12 al 14). Fu uno dei 48 primati nazionali stabiliti quell’anno e omologati dal Consiglio Direttivo federale, a Trento il 21 febbraio 1959, alla vigilia del Congresso che elesse il generale delle Fiamme Gialle, Gaetano Simoni, e vide il dott. Primo Nebiolo entrare nel Consiglio della Federazione.

Di quella gara scrisse Alfonso Castelli su «Atletica»: “La 4x400 ci ha offerto una battaglia veramente da togliere il respiro. La superba frazione finale di Scavo ha consentito alle Assicurazioni Generali di battere di pochissimo la brillante Comense. Ottima anche la prova del Capitolino, con Lopatto e Spinozzi particolarmente in forma, che ha migliorato il proprio primato di 1”1”. Tre decimi separarono Generali e Comense: 3:17.0 e 3:17.3 Le prestazioni individuali degli atleti citati: Scavo finalista (quinto) sugli 800 metri e Spinozzi (ottavo); Lopatto fuori in batteria sui 400; Bommarito finalista (quinto) sui 200. Gli altri del Capitolino furono Bracchitta e Castello; la Comense schierò Pisani, Biondi, Fattorini, Fossati, gli ultimi due saranno due insostituibili nelle future formazioni delle Fiamme Oro Padova.

Il 1959 ebbe un inizio funesto: il 9 aprile, sulla strada da Mondello a Palermo, incontrò una tragica fine Gianni Scavo, incidente stradale. Il giovane avrebbe dovuto volare a Milano per prendere parte (12 aprile) alla gara di 2000 metri inserita nel programma della «Pasqua dell’atleta» (gara vinta dal bresciano Giorgio Gandini su Alfredo Rizzo). Dopo una eccellente stagione di corsa campestre (quinto alla «Cinque Mulini» e 14esimo agli «Assoluti»), aveva già fatto un convincente esordio (5 aprile) sulla pista palermitana dello Stadio delle Palme nella Coppa Bruno Testa, dal nome del giavellottista zaratino, uno dei migliori negli anni ’30, palermitano d’adozione morto a soli 40 anni, nel marzo del 1956, “colpito da una forma influenzale subdola”, se ne andò in pochi giorni. Testa si divideva fra gli uffici delle Poste Centrali della città e lo stadio dove allenava con passione e competenza. Notizie raccolte sul documentatissimo volume «Storia dell’Atletica siciliana», di Sergio Giuntini e Pino Clemente.  Scavo onorò l’impegno: corse e vinse i 1500 in un riposante 4:01.5 e poi l’ultima frazione della 4x4 (con Bommarito, Viola, Puleo), 3:20.3. Il club non aveva lesinato mezzi: erano scesi a Palermo, Consolini, Meconi, Rado, nei diecimila metri ci piace ricordare il bergamasco Vittore Lazzarini, che tanto ha fatto per l’atletica della sua Val Seriana, e Tom Assi: finirono primo e secondo.

La fase regionale del Campionato di società fu occasione propizia per le staffette: il Club Atletico Centrale ebbe il miglior tempo (3:18.8), le Fiamme Oro (3:19.6), l’A.S. Roma (3:20.3), cui va aggiunto questo stesso tempo per la Assicurazioni Generali Palermo alla «Coppa Testa». La prima occasione buona si presentò a Napoli, il 24 maggio, dove vennero concentrati i migliori atleti militari per la inaugurazione della nuova pista detta dell’Arenaccia. C’ erano Berruti, i fratelli Giovanni e Carlo Lievore, anche atleti francesi, qualche greco. La 4x4 denominata Italia A era formata da quattro atleti delle Fiamme Oro Padova, e quindi il loro tempo (3:16.7) fu valido come primato per squadre di club. Gli atleti: Pierluigi Fattorini, Michele Guerra, Adriano Loddo, Nereo Fossati. Dietro Francia A (3:19.5) e Italia B (3:19.7, con Tito Morale).

Le tre semifinali dei «societari» (Milano, Bologna, Roma) riscrissero la lista della 4x400. Il Club Atletico Centrale limò altri tre decimi al primato nazionale (3:16.4) con Andrea Bracchitta, Giovanni Castello, Attila Viragh, Enrico Spinozzi. Quartetti agguerriti e tempi importanti: A.S. Roma 3:20.1, VIII Comiliter Roma 3:20.2, Ass. Generali Palermo 3:21.8, Fiamme Gialle 3:22.0. Andiamo a Milano: Pro Patria 3:19.6, Fiat Torino 3:20.3, Pirelli 3:21.0. A Bologna: Fiamme Oro Padova 3:21.3, normale. Piccola curiosità: nella seconda serie vinse la Polisportiva Edera Forlì, che schierò in seconda frazione Raffaele Bonaiuto, giavellottista, niente male il tempo 3:26.3.

Volendo stare sui ricordi di persone da noi conosciute, l’estensore di queste cronachette vuol citare il nome di Girolamo Ghezzi, tesserato per le Fiamme Gialle e poi finanziere per tutta la vita. Ghezzi, negli anni di cui trattiamo, correva soprattutto i 400 ostacoli, atleta da 55 secondi e spiccioli, ma era bravo anche sui piani, attorno ai 50 netti. Nella serie di cui trattiamo (la seconda) si classificò (56.3) dietro al messinese Giovanni Bonanno (56.0); quarto il globetrotter dell’atletica italiana, Franco Bettella, finito a Palermo, e sesto tal Roberto Frinolli, accasato al Centrale Roma. Il nostro finanziere tornò in pista il 7 giugno all’Arena di Milano, in una indimenticabile edizione del Trofeo Caduti Universitari; eccellente il tempo 55 netti, ma restò fuori dalla finale. Poi altri due impegni nella 4x4, terza in batteria e sesta in finale. E qui il primato nazionale di club subì lo scossone più robusto: i poliziotti di stanza a Padova, con i soliti Fattorini, Guerra, Loddo, Fossati, fermarono le lancette su 3:14.3, due decimi meglio dell’VIII Comiliter con Morale in ultima. Uno scriba senza nome dettò: “Il record della staffetta 4x400 per squadre sociali sta vivendo in queste settimane una vita difficile. Battuto il 24 maggio a Napoli dalle Fiamme d’Oro Padova, è stato strappato loro soltanto sette giorni dopo dalla coraggiosa formazione del C.A. di Roma. Ma a distanza di altri sette giorni i padovani se lo sono ripreso. Ed in questo duello appassionante il tempo è sceso da 3:17.0 delle Assicurazioni Generali Palermo agli odierni 3:14.3”. Giornata indimenticabile si diceva…per chi ha memoria: Berruti fece scendere il primato italiano dei 200 da 21.1 a 20.7! La pista era di 500 metri, ma al tempo non c’era ancora la regola della pista di 400 metri. Curve o non curve, Luigi Conti fece il primato dei 3000, 8:12.4.

Prendiamo congedo dal nostro Girolamo Ghezzi, il quale trascorse gran parte della sua vita a Brescia, precisamente a Bovezzo, alle porte della città, verso la Val Trompia. Lì fu attiva una delle migliori società bresciane, la Fabarm Bovezzo, dove operava, tra gli altri, il prof. Franco Mauro, atleta e allievo di Bruno Bonomelli, poi insegnante di educazione fisica. La realtà societaria era di dimensioni ridotte, ma la passione, la signorilità dei suoi dirigenti e tecnici, ancor oggi potrebbero essere indicati a modello: molti hanno continuato a dare il loro contributo al Gruppo Giudici, altri si sono sempre impegnati nell’organizzazione di gare provinciali e regionali. Una delle tante realtà locali che hanno costruito l’atletica nazionale. Senza fare chiasso.

I poliziotti persero la finale dei Campionati di società a Genova: 4x4 solo quarta con una formazione rimaneggiata. Ma l’epopea continuò: il quartetto stavolta azzurro Bommarito, Lombardo, Fattorini, Panciera spazzolò le spalle ai tedeschi nell’Esagonale di Duisburg: 3:11.1 contro 3:11.7. Arrivo concitato anche a Malmö contro la Svezia: 3:12.9 e 3:13.2. Secondo posto alle Universiadi a Torino: 3:11.7 contro 3:09.5 della Germania (che schierava Otto Klappert, il quale, in anni a venire, sarà dirigente della Federazione europea, a Torino vinse il bronzo sui 400). Poi vennero gli Assoluti allo Stadio Olimpico: ed eccoli, Fossati, Fattorini, Guerra, Loddo, primi, 3:13.4, nuovo primato per club; secondo VIII Comiliter (con Morale in seconda) e poi il C.A. Centrale (Castello, Frinolli, Viragh, Spinozzi) 3:17.7, per la gioia del nostro amico Giorgio Lo Giudice. Ma non è finita: sempre sulla pista che si preparava alla solenne funzione olimpica, gli azzurri presero le misure di Germania e Finlandia: tedeschi con Klappert in seconda e Karl Kauffmann in ultima (fra un anno 44.9 nella finale olimpica a pari di Otis Davis, primi atleti sotto i 45 secondi) 3:10.4, ma l’Italia è lì, 3:11.1 (Catola, Fossati, Panciera, Fraschini – cremonese di Pizzighettone, terra celtica di robusti mangiari, fagioli con le cotiche di maiale, “non aguzzan l’ appetito i bianchi mangiari ma le bragiole e le salsicce sì” scrisse Pietro l’Aretino, uno che se intendeva), e anche i vikinghi son vicini, 3:11.7. Pensate che sia finita? No, ci sono ancora i Campionati mondiali militari, sempre a Roma, nell’ottica della preparazione olimpica: Loddo, Morale, Fattorini, Fossati, 3:15.5, senza strapazzarsi troppo, vinsero sui greci.

Anno Domini 1959 archiviato. Adesso siamo nel mese di ottobre 1960, a Giochi fatti, nei quali il quartetto azzurro Bommarito, Fraschini, Fossati, Panciera, uscì nella prima semifinale, quarta, cedendo per sedici centesimi il terzo posto ai britannici: 3:07.7 (3:07.83 elettrico) ampiamente nuovo primato nazionale. Scendiamo a Bari, dove si assegnarono i titoli nazionali di 3000 metri siepi, decathlon, staffette. In ordine: le siepi le «brucò» il bresciano Franco Volpi, che aveva subìto l’infamia di non essere incluso fra gli azzurri per i Giochi…carattere ribelle, gli piace correre in montagna (eresia! allora, oggi, anno 2021, tra corsa in montagna, trail, passeggiate, scampagnate e merende, non si parla d’altro), e poi non vuole venire a Schio a inanellare ossessivi giri di pista come una marionetta caricata a molla….e via enumerando, quindi, stai a casa tua, nel quartiere Costalunga, a Brescia, sentenziò l’intransigente Federatletica. E la geniale FIDAL buttò nella pattumiera un possibile finalista sulle siepi, Volpi valeva già meno di nove minuti. Una inutile ottusa cattiveria. Enzo, detto Franco, fu un precursore della corsa nella natura. Poi i geni scoprirono (meglio, qualcuno glielo fece scoprire) l’allenatore svedese Gösta Olander e i boschi di Volodalen, meta di pellegrinaggi a pagamento. Franco Volpi correva nei boschi della Maddalena, la montagnetta di casa dei bresciani, senza far spendere soldi pubblici, correva… e aveva sempre con sé un sacchetto per mettere funghi, asparagi selvatici, sottili e saporitissimi, erbe di ogni tipo, frutti di bosco.  E correva, il Volpi, oh sì se correva.

Franco Sar vinse il decathlon…stando su un altro pianeta, 1200 punti di scarto sul secondo. La Pirelli (Sardi, Sisti, Vincenzi, Ottolina) campioni d’Italia della staffetta che si chiama veloce, e dovettero dir grazie alla eccezionale ultima frazione del Sergio di Camnago Lentate. E si fecero beffe dei celerini padovani che schieravano (batteria e finale, notare) Livio Berruti, campione olimpico sette settimane prima! Altri tempi…ridadeceli, per favore… L’altra staffetta rispettò la gerarchia: Fiamme Oro (Fattorini, Fossati, Fraschini, i soliti più Vittorio Bertellotti, uno regolare sui 49 secondi) 3:15.4, Fiat Torino 3:18.1, C.A. Centrale 3:20.5 con i quattro ritratti nella foto uscita fuori da qualche cassetto romano. Che nell’ordine da sinistra sono: Roberto Frinolli, Ugo De Mohr, Attila Viragh, Giovanni Castello.

È ora di fermarsi qui, che dite? Ammesso, e non concesso, che fin qui siate arrivati...

Last Updated on Saturday, 26 June 2021 23:05
 
L'italiano più veloce sui 250 metri? Il più rapido sulle 2 Miglia? Scopritelo qui PDF Print E-mail
Friday, 25 June 2021 09:02

Presentiamo oggi nella sezione riservata alle compilazioni un aggiornamento di liste un po' speciali curate, come sempre, dai nostri due esperti: Enzo Rivis ed Enzo Sabbadin. Si tratta delle liste delle discipline che si usa chiamare «non olimpiche», crediamo sia intuitivo a chiunque il significato. L'aggiornamento odierno mette in pari la compilazione che fu presentata in questo nostro sito parecchio tempo fa e che era la continuazione e l'ampliamento delle precedenti liste pubblicate su un supporto DVD (era il 2009). Quelle che presentiamo oggi riguardano corse ed eventi di campo che hanno caratteristiche diverse da quelle che si fanno di solito (un esempio: il decathlon in un'ora). E sono tutti risultati fatti dagli uomini, poi verranno le distanze spurie della marcia, e poi le analoghe compilazioni per le donne. Un po' alla volta..

Dove le trovate? Sulla sinistra della pagina di apertura, localizzatevi sulla voce «Liste italiane di ogni tempo», troverete la dizione «Uomini: discipline NOL (1)». Il numero 1 tra parentesi presuppone che ci sarà anche un 2, che riserveremo alla compilazione relativa alle disciplne di marcia. Avete due possibilità: o aprire il documento lì a sinistra, come abbiamo appena indicato, oppure aprirlo direttamente cliccando qui. In seguito le avrete sempre a disposizione nello spazio «Liste». Quando verranno aggiornate? Diciamo di tanto in tanto, a discrezione dei compilatori, secondo il loro tempo disponibile. Nonostante il loro impegno, accuratezza e capacità, anche i nostri amici statistici possono aver omesso un risultato, sbagliato un nome o una data, inciampi normali nelle compilazioni numeriche. Saranno grati a tutti coloro che li contatteranno direttamente se si verificasse qualcuna di queste evenienze. I loro indirizzi sono  This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it   e  This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it .

New statistical compilation update by Enzo Rivis and Enzo Sabbadin: the Not Olympic Events, races and field events, Men. You can find the compilation on the left side under «Uomini: discipline NOL (1)».

Last Updated on Friday, 25 June 2021 13:49
 
I libri dell'A.S.A.I. a Rovereto in occasione dei Campionati nazionali assoluti PDF Print E-mail
Tuesday, 22 June 2021 14:07

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È un esperimento, non più di questo. Gli ottimi rapporti di amicizia con il presidente Carlo Giordani e con tutto lo staff della U.S.Quercia Trentingrana di Rovereto ci hanno suggerito di utilizzare i Campionati italiani assoluti, in programma nell'incombente fine settimana, per portare a conoscenza di atleti, dirigenti, tecnici, e di tutti coloro che in 27 anni non si sono mai accorti che esiste l'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli", i nostri lavori di valorizzazione storica del nostro movimento atletico. Non a caso abbiamo scelto i Campionati nazionali assoluti: l'A.S.A.I. ha prodotto, finora, nove volumi di storia dei Campionati, dal primo del 1897 fino a quello che 1945. Parecchi nostri soci hanno contribuito con scritti e ricerche a questi nove volumi, costruiti su una struttura «portante»: un approfondito excursus sulla società dell'epoca presa in considerazione (arte, musica, pittura, politica, letteratura, grandi personaggi), una dettagliata fotografia dell'atletica mondiale, l'approfonditissima ricostruzione dei Campionati italiani assoluti, con i risultati completi (e di tutte le discipline). Ricco e attraente il materiale fotografico. Su questo schema sono stati innestati, di volta in volta, approfondimenti su grandi atleti del tempo di cui si tratta, oppure eventi mondiali con partecipazione italiana, ricerche storiche sul giornalismo nazionale.

I libri che due nostri soci hanno consegnato allo Stadio di Rovereto a Carlo Giordani sono stati già usati, in parte, per la conferenza stampa  di presentazione dei Campionati tenuta sabato scorso. Gli altri verranno consegnati - a chi li vorrà - ai partecipanti ai Campionati. Che ne sarà delle copie distribuite? Difficile dirlo, soprattutto in una società devastata dall'uso smodato dei telefoni portatili e da quegli strumenti che stanno rendendo le persone degli analfabeti integrali. Ormai siamo ridotti alla vergogna di esprimere i sentimenti, gioiosi o dolorosi, con gli emoji, pittogrammi o ideogrammi che van bene per tutto.

Grazie agli amici della Quercia Rovereto, con l'augurio che il Campionato abbia il miglior successo, come gia' quello organizzato nella stessa sede nel 2014.

Nelle foto, scattate dal nostro socio Elio Forti, momenti...conviviali, come buona tradizione locale, dopo la consegna dei volumi agli organizzatori.

Last Updated on Wednesday, 23 June 2021 18:53
 
«Trekkenfild» ci racconta stavolta anche 27 anni di vita della nostra A.S.A.I. PDF Print E-mail
Monday, 21 June 2021 13:39

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«Trekkenfild» è la pubblicazione online ideata nel 2013 da un vigevanese cresciuto nella bottega della rivista «Atletica Leggera», Daniele Perboni, e da un milanese, che per sfuggire alla noia di occuparsi di polizze assicurative aveva indirizzato lo sguardo sull'atletica e alla corsa in particolare, Walter Brambilla, che più milanese non si può. Il meneghino bazzicò  a lungo gli uffici della rivista «Jogging», divenuta poi «La Grande Corsa», poi perse la grandezza e divenne solo «La Corsa», e alla fin fine perse tutto e defunse. Peccato. Sparì nelle nebbie pavesi anche «Atletica Leggera». Doppio peccato.

Il Brambilla e il Perboni rimasero dunque orfani di spazi da riempire con cronache, interviste, risultati, statistiche. Considerando anche che il resto del panorama editorial-atletico è una valle di lacrime, dove si sopravvive con fatica. Ma i due, tempra lombarda, non si diedero persuasi che non si potesse ancora scrivere di atletica. Utilizzando le opportunità offerte dai sistemi informatici, nel 2013, crearono questo strumento che ciascuno più leggere sul suo ordinatore. Con una qualità inarrivabile: è gratis, non si paga neppure 1,927 centesimi di euro, e con gli spendaccioni che circolano in atletica, questo rende appetibile la pubblicazione da Vipiteno a Capo Passero.

Dedichiamo poche righe a questo nuovo numero 95. C'è tanta attualità, resoconti, un doveroso ricordo di Paola Pigni, e si chiude con un racconto-intervista sui 27 anni di esistenza del nostro Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli". Non è la prima volta che «Trekkenfild» si occupa di noi, e di questo noi siamo riconoscenti. E cerchiamo di ricambiare. Grazie Daniele, grazie Walter.

Last Updated on Monday, 21 June 2021 17:45
 
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