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Lutto per il nostro amico e socio Franco Fava: a 93 anni se ne è andato papà Luigi, suo primo tifoso PDF Print E-mail
Monday, 04 August 2014 10:10

Abbiamo appreso, purtroppo in ritardo, del lutto che ha colpito il nostro amico e socio Franco Fava. Il 9 luglio è mancato suo padre Luigi, che nel prossimo mese di settembre avrebbe raggiunto l'invidiabile traguardo dei 93 anni. "Se ne è andato nel sonno - ci ha scritto Franco - senza aver sofferto particolari disagi dovuti all'età, se non quelli di una ridotta mobilità negli ultimi tempi".

Siamo vicini a Franco, che è stato per alcuni di noi un mito nello sport, anche e forse soprattutto per quel suo modo unico di interpretarlo con libertà, spensieratezza, voglia di mettersi sempre in gioco. Ma anche un fraterno amico e un attento e partecipe socio di questo nostro Archivio Storico. Ci permettiamo di ricordare che volle offrire uno dei nostri volumi della Storia dei Campionati italiani (il quinto, 1925 - 1928) alla memoria di suo fratello Antonio, medico, uomo di squisita umanità, ghermito nel pieno della vita.

Su nostra sollecitazione Franco ha scritto un ricordo di suo padre Luigi che noi ci permettiamo di offrire ai nostri soci e ai nostri utenti. Lo sport non è solo racconto di falcate, tiri o zompi, ma anche e soprattutto di sentimenti e di riconoscenza per chi ci ha aiutati a percorrere la nostra strada e ci è stato vicino, silenzioso artefice e al tempo stesso spettatore interessato. Lo fu il signor Luigi con i suoi figli. Nelle righe che leggerete la vita e l'atletica si intersecano strettamente, il legame è l'amore.

Un abbraccio da tutti noi, Franco.

"Mio papà si chiamava Luigi, era nato a Roccasecca il 29 settembre del 1921, non gli piaceva tanto il giorno di nascita che condivideva con Berlusconi e Bersani...Cresciuto tra la Ciociaria e le Marche, da dove proveniva la mia bisnonna, conobbe mia madre (Giuseppina) a Contigliano, Rieti, il paesino dove visse Andrew Howe e la mamma Renée nei primi tempi del loro arrivo in Italia. L'incontro tra Luigi e Giuseppina avvenne durante uno dei suoi lunghi trasferimenti in bici da Cupramontana (Ancona) a Roccasecca (Frosinone). Si sposarono nel 1945 e mantennero la corrispondenza con un soldato tedesco (il soldato buono, dicevano sempre), fino alla morte di lui, vale a dire 10 anni fa. Ogni anno lui mandava una lettera con una banconota di 10 a volte 20 marchi...

Nella vita ha fatto (con successo) il collaboratore scientifico per l'industria farmaceutica IBI, per le province di Frosinone e Latina. Era il coccolo di medici e farmacisti, con molti dei quali aveva mantenuto stretti rapporti di amicizia fino a qualche anno fa. Era un autodidatta, non aveva frequentato grandi scuole, aveva solo la quinta Elementare, ma convinse i dirigenti dell'azienda farmaceutica a farsi assumere dicendo che il diploma di Liceo era andato smarrito durante la guerra. Anche grazie alle buone parole del fratello di mia mamma (Vittorio), laureato in medicina, che già lavorava in azienda come ispettore. Per il suo alto rendimento nel lavoro e impegno fu premiato più volte dal principe Borghese, allora proprietario dell'Istituo... Mia mamma, diploma di maestra elementare lo aiutò nel suo lavoro, era lei che batteva a macchina le relazioni settimanali con una Olivetti Lettera 22, la stessa con la quale io ho iniziato a scrivere i miei primi articoli e che tuttora custodisco.

Quando mio fratello Antonio, primo e vero appassionato di atletica in famiglia, iniziò a correre grazie a quel talent scout di allora, Enzo Leone, e alla passione infinita di Pietro De Feo, mio papà fu anche il suo primo tifoso. Un entusiasta della sua attività, quanto lo era mio nonno paterno Francesco. Nel 1967 o 1968, con la Prinz Nsu, papà ci portò a Rieti a una prova interregionale di cross, nella quale sotto la neve vedemmo il successo di Antonio.

Ma quando Antonio decise di iscriversi alla facoltà di Medicina, fu ancora più contento. Pensò, sono sicuro, finalmente avremo un medico vero in famiglia. E quando fui io a iniziare a fare atletica, fu altrettanto incoraggiante anche con me. Il suo motto era "fai quello che vuoi (negli studi), ma cerca di farlo al meglio".

Una data che non ha mai scordato è quella del 19 marzo 1969. Io vinsi il titolo interregionale (una sorta di campionato a squadre di cross), sul percorso dell'aeroporto di Spoleto. Gara che non so per quale motivo fu trasmessa in Tv, intervistato ringrazio in particolare i miei genitori perché quel giorno era San Giuseppe (onomastico di mia madre) nonché festa del papà. Per questo anche era particolarmente legato al Mondiale di cross che io corsi ininterrottamente dal 1970 al 1979, perché quasi sempre coincideva con quella data.

Nei primi anni di attività era mio nonno Francesco a raccogliere tutti i ritagli di giornale in cui si parlava della mia attività atletica. Una cassapanca piena di pagine ingiallite, che lui ha poi fedelmente custodito e di cui andava orgoglioso, così come i miei trofei che ancora fanno bella mostra nella casa di famiglia dove lui ha vissuto fino al giorno della sua morte (9 Luglio). In bella mostra c'erano e ci sono ancora due opere dello scultore bresciano Bombardieri, da me vinte in occasione del Trofeo San Rocchino.
Ai campionati italiani di cross, nel 1975 a Cassino, sotto una pioggia battente c'erano accanto a me mio nonno e mio papà a tenere in custodia la tuta prima della partenza. Non veniva spesso a seguirmi nelle gare. Del resto sapeva che nei primi tempi ero in buone mani, sotto le alit protettive di Pietro De Feo, prima, e di Enzo Leone, dopo. Ma sono ancora oggi grato all'Istituto Biochimico Italiano (IBI), suo datore di lavoro che alla fine degli anni 70, come premio per il suo rendimento nel lavoro, gli offrirono un viaggio per lui e mia mamma, per una delle mie corse all'estero. Scelsero la Corrida di San Silvestro a San Paolo del Brasile...

Di sé, di me e anche di mio fratello Antonio, diceva che eravamo resistenti alla fatica perché avevamo preso un po' da lui. Di quando sotto il sole e con una valigia sulle spalle si faceva a piedi anche 20 km per salire su a Cupramontana nei primi anni 40. O delle sue lunghe traversate dalle Marche al basso Lazio in bici, dormendo sotto i ponti in tempo di guerra.

Con mia madre papà è stato un ottimo genitore. Soprattutto erano appassionati di sport e di atletica in particolare. Erano, come si direbbe oggi, genitori modello e moderni. Ci hanno dato fiducia nelle nostre scelte, anche quando la scelta era, come nel mio caso, tra l'atletica e una laurea. Per questo appena ho potuto ho ripreso gli studi trasformando in età matura il mio diploma Isef in laurea in Scienze e Attività Motoria, all'Università di Tor Vergata. Fino all'ultimo papà non si è mai perso una diretta tv di una manifestazione di atletica".

Last Updated on Monday, 04 August 2014 15:36
 
La "Lettre" di agosto della Commissione Storica francese disponibile sul sito www.cdh.athle.com PDF Print E-mail
Friday, 01 August 2014 07:24

Abbiamo puntualmente ricevuto dall'amico Gilbert Rossillo la comunicazione che la nuova "Lettre", relativa al mese di agosto, messa a punto dalla Commissione Documentazione e Storia della Federazione Francese è disponibile sul loro sito. Storia, attualità, compilazioni statistiche, e molto altro nella "Lettre". Chi dei nostri soci e degli utenti del nostro sito abbia curiosità per la storia atletica d'Oltralpe può entrare in questo indirizzo: https://www.cdh.athle.com/ dove, per un appassionato di atletica c'è tanto materiale interessante. Questo scambio di notizie rientra in un accordo di collaborazione instaurato fra l'A.S.A.I. e la Commission Documentation et Histoire de la Fédération Française d'Athletisme. Accordo che ha portato la percentuale di contatti sul nostro sito all' 8 per cento in Francia, terzo Paese dopo Italia e Spagna, dove il lavoro del nostro socio Carlos Fernández Canet sta dando ottimi frutti (8.9 per cento).

Last Updated on Friday, 01 August 2014 07:35
 
Dedicata a tutti quelli che cercano "idee nuove" per la povera, vecchia ma affascinante atletica PDF Print E-mail
Wednesday, 30 July 2014 11:47

Speriamo di sbagliarci ma ci pare di udire rumori di sottofondo che sussurrano di cambiamenti di "format" - altro vocabolo che va molto di moda in certi ambienti - per questa atletica vecchia e spelacchiata, dicono loro, ancora affascinante, qualche volta, diciamo noi. E sono in tanti quelli che, grazie anche ai "nuovi media" che danno fiato a tutti, si dilettano a sparare cazzate, che, disgraziatamente, trovano talvolta ascolto. Ormai c'è chi è sempre più orientato a fare di questo nobile sport una specie di Circo Barnum. Un ritorno alle origini, direbbe il nostro Marco Martini, che ha indagato le radici del nostro sport e ne ha trovate alcune proprio nel circo.

Le immagini che vi proponiamo non sono futuribili ma incredibile, assurda, pazzesca realtà in una città cinese. Un nostro lettore (e amico), Nello Del Gatto, che per motivi di lavoro ha trascorso qualche annetto nella Repubblica Popolare fondata da Mao Zedong, ci ha inviato un indirizzo internet con una primizia: la pista quadrata. Sì, avete capito bene: quadrata! Ci faremo premura di inviarla alla Mondo, la ditta italiana che costruisce la gran parte delle piste di atletica in ogni remoto angolo del pianeta. Voi intanto fatevi una bella risata  https://shanghaiist.com/2014/07/29/heilonjiang_sports_ground_having_r.php .

Questa supera di gran lunga un'altra bestialità di cui eravamo venuti a conoscenza qualche anno fa: una pista di 392 metri (ci pare di ricordare) dalle parti del lago di Garda...perchè non c'era spazio per quella regolamentare di 400! Sciocchezzuole rispetto alla fantasia cinese.

Last Updated on Thursday, 31 July 2014 10:21
 
"Lo sport alla Grande Guerra": un convegno a Firenze, relatori anche Zanetti Lorenzetti e Giuntini PDF Print E-mail
Monday, 28 July 2014 00:00

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I nostri soci Sergio Giuntini e Alberto Zanetti Lorenzetti sono stati fra i relatori al convegno "Lo sport alla Grande Guerra", interessante rassegna in due giornate all'Istituto Geografico Militare, a Firenze, nei giorni 9 e 10 maggio. La finalità del convegno è indicata nel documento di presentazione. "  Lo sviluppo delle istituzioni sportive fu, col servizio militare e l’istruzione obbligatoria, una delle componenti fondamentali della “preparazione militare della nazione” e della “nazionalizzazione delle masse” degenerata nel carattere totalitario delle guerre mondiali. La popolarità dello sport fu però al tempo stesso anche un veicolo di diffusione dell’internazionalismo e del pacifismo. Non a caso il Comitato Olimpico Italiano, componente del Movimento Olimpico Internazionale, acquisì una sua struttura stabile proprio nel 1914, mentre le società sportive (in particolare quelle di ciclismo, automobilismo, alpinismo, aviazione) concorrevano alla mobilitazione militare e politica sostenendo il patriottismo, l’irredentismo e l’interventismo. Celebrando il suo decennale nel Centenario della grande guerra, la SISS, con il contributo della SISM, del Cesefas (Centro Studi per l'ed.fisica e le attività sportive) e dell'Igm (Istituto Geografico Militare), ha perciò voluto dedicare un convegno di studio al ruolo che lo sport e gli atleti ebbero in guerra e alle conseguenze di questa esperienza per le successive vicende dello sport".

Sergio Giuntini ha intrattenuto i presenti con una relazione su "Sport e Grande Guerra, i futuristi al fronte e il Battaglione Lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti". Alberto Zanetti Lorenzetti, attingendo alla ricca collezione di pubblicazioni del suo "Archivio Ettore Mettica," ha messo il focus della sua relazione su "Il ruolo delle pubblicazioni sportive nella Grande Guerra, attraverso il contributo delle maggiori testate: La Gazzetta dello Sport e La Stampa Sportiva".

Alberto e Sergio ci hanno fatto pervenire le loro interessanti dissertazioni che pubblicheremo in questo nostro spazio a partire dai prossimi giorni.

Last Updated on Sunday, 27 July 2014 22:55
 
I nostri sette volumi della storia dei Campionati italiani entreranno al Manhattan College di N.Y. PDF Print E-mail
Friday, 25 July 2014 00:06

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I sette volumi della storia dei Campionati italiani di atletica leggera  compilati da vari soci dell'A.S.A.I. (Quercetani, Frasca, Martini, Zanetti Lorenzetti, Giuntini, Castellini)  hanno varcato l'Oceano Atlantico ed entreranno a far parte  della biblioteca del Manhattan College di Riverdale (New York), prestigiosa università cattolica lasalliana fondata nel 1853. Nella Heritage Hall del Bowerman Building, nell'Historic Hayward Field, di Eugene (Oregon), dove sono in corso i Campionati mondiali juniores, in un amichevole incontro il nostro socio Ottavio Castellini ha consegnato i sette volumi a Dan Mecca, Head Coach delle squadre di atletica leggera del Manhattan College. Fra i due esiste un rapporto di amicizia che si è consolidato negli anni, l'occasione dei Mondiali junior è servito a questa consegna dei nostri volumi. È il primo passo, il secondo sarà la spedizione di tutti i volumi e i CD/DVD prodotti dall'A.S.A.I., per dar vita ad uno scambio permanente di pubblicazioni.

During a friendly meeting in the Heritage Hall of the Bowerman Building, inside the Historic Hayward Field Stadium in Eugene, Oregon, Ottavio Castellini has donated the seven books of the history of the track & field Italian Championships (1897 - 1940) to Dan Mecca, Head Coach of the Manhattan College, a Lasallian Catholic College since 1853,  based in Riverdale, New York. The A.S.A.I. books will enter in the Library of the College.

Nelle due foto scattate da Paco Ascorbe, un amico spagnolo presente a Eugene come delegato statistico per conto della Federazione internazionale, il nostro socio consegna i libri a Dan Mecca, sullo sfondo di magnifiche foto di questa "cattedrale" dell'atletica in cui operò un personaggio indimenticabile come Bill Bowerman e che vide le "galoppate" di un altrettanto mitico Steve Prefontaine.

Last Updated on Friday, 25 July 2014 02:30
 
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