Home
Carmelo Rado, 62 anni di pedana e di atletica inseguendo le traiettorie di un disco volante PDF Print E-mail
Monday, 08 December 2014 14:58

alt

In occasione dell’ultima gara del calendario regionale piemontese, un pentathlon-lanci organizzato a Santhià (VC) dal G.S. Ermenegildo Zegna, si è cimentato anche Carmelo Rado, settimo ai Giochi Olimpici di Roma 1960 e pluriprimatista mondiale masters. Rado, nato ad Oderzo (TV) il 4 agosto 1933 e trasferitosi a Villarboit (VC) con la famiglia nel 1942, iniziò la sua attività sportiva nel 1952 con l’U.S. La Vandea di Gattinara (VC) e passò l’anno successivo all’Unione Giovane Biella, società in cui già militava il lunghista “azzurro” Giampiero Druetto; con questi colori Rado raggiunse la misura di 54.96, riuscendo anche a prevalere in più occasioni su Adolfo Consolini . Trasferitosi per lavoro in Sudafrica, ottenne il suo “massimo” personale a Standerton con 58.45, l'1 dicembre 1969, quand’era tesserato per la Pol. Libertas Doppieri di Novara. Pochi giorni dopo, a Milano, sarebbe morto Consolini (20 dicembre).

Al suo rientro in Italia ha continuato a gareggiare con immutata serietà ed entusiasmo nelle categorie masters ottenendo svariati allori italiani, europei e mondiali nelle diverse specialità di lancio e stabilendo numerosi primati. Nell’ultima gara di Santhià, pur avendo conseguito un’ampia affermazione, non è riuscito a stabilire il record mondiale M80 del pentathlon-lanci, come era nei suoi intendimenti per festeggiare degnamente il ritorno nella terra della sua gioventù, e non ha fatto nulla per nascondere il suo disappunto……Poi però un buon banchetto e in un clima molto allegro e poco convenzionale lo hanno rimesso di buon umore. Al termine della premiazione, Bruno Cerutti (referente masters per il Piemonte, oltre che attivo socio A.S.A.I., a sinistra nella foto), e Mario Armano (delegato C.O.N.I. di Novara, già “oro” nel bob a 4 ai Giochi Olimpici di Grenoble 1968, a destra) hanno consegnato  a Rado una targa personalizzata a riconoscimento dei 62 anni di “ineguagliabile attività sportiva”. L’inossidabile Carmelo ha mostrato di apprezzare ed ha manifestato il desiderio di tornare (acciacchi permettendo) per realizzare un risultato tecnico più soddisfacente.

Last Updated on Tuesday, 09 December 2014 12:47
 
Camillo Onesti, milanese di Porta Ticinese con il cuore diviso fra la montagna e la sua "Stramilano" PDF Print E-mail
Wednesday, 19 November 2014 15:27

Se ne è andato a 88 anni, dopo un'esistenza vissuta intensamente, a tutta. Perché Camillo Onesti aveva l'argento vivo addosso. Da atleta, amatore più che agonista - cominciò con i cross scolastici, poi passò alla bicicletta, quindi alla montagna e alle scalate - ma soprattutto da dirigente: geniale, entusiasta, innovatore, il buon senso fatto persona.

Camillo Onesti

Nato il 6 aprile 1926 a Porta Ticinese, a due passi dal centro di Milano, ha legato il suo nome alla Nazionale femminile di sci di fondo, di cui è stato stimato e vincente direttore tecnico per 16 anni, sino al 2000: gli anni d'oro, in cui la sua bravura non fu tanto quella di conquistare le prime medaglie pesanti della storia azzurra al femminile, ma soprattutto far convivere due campionesse non facili da gestire, e tutt'altro che amiche, come Manuela Di Centa e Stefania Belmondo. Tuttavia Camillo Onesti è stato anche l'artefice, insieme a Francesco Alzati e all'ideatore Renato Cepparo, del grande successo della "Stramilano", la non competitiva più popolare del mondo. In quegli anni le grandi maratone erano ancora di là da venire. Anzi, semmai fu proprio la "Stramilano" ad accendere la miccia. Nata alle 20.57 di martedì 14 marzo 1972, quando 5000 persone - 3500 regolarmente iscritte più 1500 abusive - scattarono da Prato Centamaro, in via Suzzani, per dar vita alla prima edizione, la madre di tutte le corse podistiche di massa sarebbe diventata di lì a pochi anni la corsa dei 50.000. Un evento - l'unico - in grado di fermare per una domenica di primavera la metropoli lombarda, abitualmente refrattaria a fenomeni sportivi  così diffusi in tante altre grandi città europee - e di mettere tutti in pantaloncini e maglietta: dalla massaia al bancario, dallo studente universitario al barista. E, davanti all'uomo comune, i grandi campioni dell'atletica: dagli etiopi Yifter e Kedir all'australiano De Castella, dai big azzurri Cova, Panetta e Bordin ai grandi keniani Ngugi, Tanui e Tergat, quest'ultimo capace di vincere sei volte consecutive la "Stramilano" agonistica e di centrare proprio nella corsa organizzata dal G.S. Fior di Roccia (di cui Onesti è stato presidente per oltre 20 anni) uno stratosferico record del mondo sulla mezza maratona: 59:17 nel 1998, cinque anni dopo quello realizzato nella stessa corsa dal connazionale Moses Tanui.

In quelle imprese, così come nel successo mai scalfito della non competitiva, la mano di Camillo Onesti si è sentita sempre, sino all'ultima edizione. E se la "Stramilano" continuerà a sopravvivere, molto merito sarà anche di questo dirigente illuminato, per nulla geloso di trasmettere ai giovani la sua esperienza e il suo entusiasmo.

Last Updated on Thursday, 20 November 2014 13:00
 
Nella foto del nostro quiz di novembre un bel pezzo di storia del lancio del disco in Italia PDF Print E-mail
Tuesday, 18 November 2014 08:57

"Questa fotografia, fatta a Bologna nel 1934, rappresenta un po'...la cronologia illustrata del primato italiano di lancio del disco". Questa la dicitura originale a corredo della foto che abbiamo pubblicato nei primi giorni di novembre come quiz storico. Quando abbiamo proposto l'immagine pensavamo a cinque nomi, ma poi chi ci ha dato la foto non era assolutamente certo su chi fosse la prima persona a destra, così abbiamo ridotto a quattro. In ogni caso nessuno ha risposto in maniera completa, solo una signora ha riconosciuto Giorgio Oberveger.

Passiamo in rassegna questi nostri atleti, chiarendo che non abbiamo tenuto conto delle indicazioni fornite sul primato italiano come riportate nella didascalia; e neppure di alcune fantasiose ricostruzioni successive... ci siamo invece attenuti alla progressione del record così come ricostruita da Marco Martini, una garanzia per noi. Il secondo da destra è Giuseppe Tugnoli, bolognese, 41.69 nel 1914 e 42.21 nel 1922, ma aveva davanti il pistoiese Aurelio Lenzi (43.65 nel 1913). Record che fu superato dal tarchiato veronese Albino Pighi, terzo da destra, con la maglia della gloriosa I.C. Bentegodi Verona, che raggiunse 43.90 nel 1925. Ci fu un intermezzo con un nuovo primato del pavese Camillo Zemi (44.25), che Pighi (44.44) si riprese nella stessa stagione (1927). Un primato che resistette sei anni: si arriva così al quarto personaggio da destra, Benvenuto Mignani, della Virtus Bologna, il primo discobolo italiano a toccare i 45.00 metri il 28 ottobre 1933, a Vienna, durante l'incontro delle Nazionali di Austria e Italia. Giusto il tempo di gioire per Mignani, perchè 28 giorni dopo inizierà il lungo "regno" di Giorgio Oberveger con i suoi nove primati , da 46.43 a 51.49. E una medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Berlino '36, a soli 13 centimetri dall'argento. Lo avete riconosciuto, vero?

Last Updated on Wednesday, 19 November 2014 08:32
 
Ci ha lasciati Renato Marcandelli, la sua prima casa fu sempre la pedana del lancio del peso PDF Print E-mail
Sunday, 16 November 2014 09:36

alt

Si è spento a 86 anni, dopo aver vissuto intensamente, soprattutto in pedana. Che era poi la sua seconda casa. O forse la prima, visto il tempo che vi ci ha passato sopra, a scagliare pesi e dischi (ma anche a fiondare martellate), fino a 70 anni suonati.

Renato Marcandelli (nella foto, in pedana osservato dal tecnico nazionale Lauro Bononcini, in piedi, sulla destra) era nato a Bergamo il 10 marzo 1928 e aveva davvero l’atletica nel sangue. Le prime gare nell’immediato dopoguerra: 1947. Un anno dopo ecco i primi successi: campione italiano Csi nel peso e nel disco. Poi oltre un decennio da protagonista di livello nazionale, con la casacca della gloriosa Libertas Bergamo. Mica facile, negli anni ’50, battere gente come Angiolo Profeti e soprattutto Silvano Meconi, talento da quasi 19 metri nel peso. Marcandelli, che era soprattutto pesista, si accontentò di battagliare con i più abbordabili Dalla Fontana, Paolone, Monguzzi, Fusilli, Monti. Per la verità, però, in un’occasione arrivò davvero vicino a metterseli alle spalle i due mostri sacri toscani. Accadde il 2 ottobre 1954, proprio a casa loro, a Firenze, quando ai campionati italiani il giovanotto bergamasco fiondò la palla da kg 7.25 a 14.22, mentre Profeti fu primo con 14.62 e Meconi argento con 14.49.

Nel cimento tricolore, Marcandelli era già stato terzo due anni prima. E lo sarebbe stato anche nel 1956. Pur trovandosi la strada sbarrata da quei due, riuscì anche a indossare la maglia azzurra: nel 1961, a Belgrado, in Italia-Jugoslavia. Il suo anno migliore fu tuttavia il 1964, quando raggiunse il suo top: 15.15, misura mica male per quei tempi, che durò come primato bergamasco assoluto per ben 21 anni, gli stessi in cui restò immacolato il suo 45.73 nel martello. Nel disco, invece, nel 1960 aveva mancato di pochissimo il muro dei 40 metri: 39.93. E gli rimase per sempre il cruccio di essere arrivato così vicino alla fatidica barriera, sebbene avesse riservato minor applicazione a quell’attrezzo.

Ma Marcandelli scrisse pagine dense di risultati e di vittorie anche – anzi, soprattutto – da Master, con oltre 70 titoli italiani nelle varie categorie e nelle tre specialità, un bronzo mondiale e due titoli europei, col contorno di un primato mondiale M50 nel peso indoor: 14.91 nel 1983, a 55 anni.

Sole, pioggia, caldo o freddo, da vecchietto indomabile ed entusiasta lo si vedeva quasi tutti i giorni al Lazzaretto o al Campo di via delle Valli, i due impianti simbolo dell’atletica bergamasca. Ad allenare se stesso ma anche i tre figli, ovviamente tutti lanciatori. E tutti talenti precoci, anche se specialisti più del giavellotto, guarda caso la disciplina più indigesta al capostipite: il primogenito Cesare, classe 1954, morto tre mesi fa per un tumore, arrivato sino a 63.72 col vecchio attrezzo; poi Claudio, classe 1961, rimasto mezzo metro più sotto, e Stefano, nato nel 1968, il più dotato del terzetto, come dimostrò lanciando ventitreenne a 65.80 con il nuovo giavellotto. Claudio e Stefano, tra l’altro, arrivarono entrambi alla maglia azzurra della Nazionale giovanile. Privilegio toccato successivamente anche a uno dei nipoti, Davide, figlio di Claudio, 2.20 nel salto in alto a soli 20 anni, costretto però al ritiro prematuro da caviglie troppo delicate. Nessun’altra famiglia bergamasca è arrivata a tanto. (Lo ricorda così Paolo Marabini)

Last Updated on Monday, 17 November 2014 08:18
 
Enjoy running a marathon in Italy / Divertiti a correre una maratona sulle strade italiane PDF Print E-mail
Friday, 14 November 2014 13:55

altalt

Champions from 10 different countries (AUT, BEL, EST, FIN, FRA, GBR, GER, HUN, SUI, SWE) came to Italy to run a marathon before World War 2. The 42 kilometers road race was still technically considered an adventure in a sort of  «land of the unknown», and perhaps this is the reason why in Italy it was such a popular event.  Marco Martini gives us the details of their performances. / Campioni di ben 10 Paesi europei sono venuti in Italia a disputare una maratona prima della Seconda Guerra Mondiale. I 42 chilometri su strada erano allora una sfida alle non ancora ben conosciute capacità di sopportare lo sforzo da parte del nostro fisico, ma la gara era molto popolare. Marco Martini ha raccolto i dettagli di quelle competizioni.

Le foto che corredano questa introduzione sono riprese dal volume "Marathon Handbook 1989" di Ottavio Castellini. Si riferiscono alla maratona disputata a Milano il 27 settembre 1908, sotto l'egida del giornale "Il Secolo". In alto a sinistra, l'arrivo del vincitore Giuseppe Losi; a destra il professionista francese Henri Siret, il più veloce. Qui sotto, il tavolo dei giudici e degli addetti al percorso.

alt

Foreigners athletes who ran a marathon in Italy before World War 2 / elenco degli stranieri che hanno corso una maratona in Italia prima della Seconda Guerra Mondiale: top 3 + foreigners / migliori 3 + stranieri (1934 European Championships are not included / non inclusa la gara dei Campionati Europei 1934): here you can read the lists prepared by Marco Martini / di seguito il documento PDF con la ricerca di Marco Martini.

Last Updated on Friday, 14 November 2014 15:13
 
<< Start < Prev 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 Next > End >>

Page 210 of 258