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Da Giacinto Lambiasi a Federica Selis, quasi un secolo di atleti e di atletica sarda PDF Stampa E-mail
Lunedì 15 Aprile 2024 00:00

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Oggi prendiamo il traghetto e viaggiamo alla bella Sardegna. Dedichiamo qualche paragrafo al quarto volume prodotto - in tutto e per tutto - da Giovanni Usala, per gli amici Gianni, e pure lui lo preferisce. Atletica sarda a 360 gradi, con alcune puntualizzaioni, che lasciamo fare all'autore. Ma prima ricordiamo il titolo generale della collana: «Atletica sarda da non dimenticare», questo specifico volume «Tra cronaca e immagini». Contenuto. Scrive Usala:" C'è un prima e c'è un dopo. Il cinquatennio 1950-2000 resta il riferimento temporale del mio lavoro. Ciò non significa che la disciplina non sia stata di buon livello sia negli anni precedenti sia in quelli successivi. La presenza in questo volume di alcuni dei personaggi affermatisi a livelli nazionali ed internazionali prima e dopo questo periodo è funzionale solo in ottica dello sviluppo di singole discipline". Forse - è opinione di chi scrive queste notelle - l'atletica sarda del passato ebbe un rilievo tecnico in molti casi superiore a quello più recente. Il ponderoso volume (380 pagine) apre con pochissime righe dedicate a Giacinto Lambiasi, un giovanotto di Cagliari che ebbe una fulgida carriera come saltatore con l'asta negli anni '20. Fu, ai suoi tempi e per parecchi anni, il migliore della specialità, e di gran lunga. Un breve riassunto. Si affacciò alla ribalta nazionale nel 1920, egli era nato...con i Giochi Olimpici, 1896!  Dopo aver praticato ginnastica, si era scoperto atleta poliedrico: alto, giavellotto, lungo, ostacoli...Poi si arruolò in Marina, e riapparse, come detto, nel 1920: subito campione italiano e al vertice della lista nazionale di quell'anno. Negli anni successivi innalzò progressivamente il primato italiano e indossò ancora la maglietta di campione nazionale: 1921-24-25-26-29. Innalzò il record prima a 3,57, e poi ancora a 3,59. Dovette fare i conti con Adolfo Contoli, gran talento, e poi con l'ascesa del fiorentino Danilo Innocenti. Partecipò ai Giochi Universitari a Parigi (terzo) e quando nacque ufficialmente la Nazionale di atletica (1925) fu in squadra per due volte: a Milano, nel '26, contro i cecoslovacchi, vincitore con 3,40; a Roma, nel '27, contro i polacchi, secondo sempre con 3,40. Chiuderà la sua epopea atletica con un massimo di 3,60.

E che dire di Carlo Clemente, sassarese, classe 1903? Stessi anni di Lambiasi, e come lui proveniente dalla ginnastica, allora era normale, le discipline di campo erano parte di questo sport. Clemente, giavellottista, primo italiano a superare i 50 metri, titoli e primati anche per lui. Vogliamo poi parlare di quel grandissimo talento che fu negli anni '40-'50 Tonino Siddi, ultimo frazionista della 4x100 bronzea dei Giochi Olimpici di Londra '48? E poi, ancora un astista, Mario Romeo, il fondista maratoneta crossista Antonio Ambu, l'insuperato decatleta Franco Sar, e facciamo torto ad altri non citandoli. Non ce ne vorrà Gianni Usala se, per qualche riga, abbiamo dato sfogo alla nostra vocazione di...antiquari dell'atletica. Ma fermiamoci e torniamo al suo lavoro."Il libro raccoglie 150 articoli e oltre 500 foto rielaborate, che raccontano carriere, profili e momenti significativi dell'atletica sarda...ricavati dalle cronache apparse nei quotidiani, negli annuari, nelle riviste specializzate".

E poi una nota di delusione, comprensibilissima, ne sappiamo qualcosa qui all'Archivio storico..."Il prodotto dei miei lavori, attraverso i canali sociali, è alla portata di tutti, ma ho l'impressione che esso sia importante solo ai nostalgici dell'atletica...". Impressione solo? Stanne certo, Gianni. Ma c'è ancora qualche rara avis in terris nigroque simillima cycno" (Giovenale) che sa apprezzare e far tesoro di questi lavori. E conservarli con il dovuto rispetto.

Se qualche rara avis volesse saperne di più o addirittura mettere mano al portafoglio per arricchire la propria collezione (per carità, non sia mai!) prenda contatto con l'autore Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Ultimo aggiornamento Lunedì 15 Aprile 2024 14:49
 
Alcuni libri di nostri soci arricchiscono la conoscenza delle realtà locali e di club PDF Stampa E-mail
Mercoledì 27 Marzo 2024 20:23

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Negli ultimi mesi la produzione atletico letteraria dei nostri soci si è arricchita di alcune pubblicazioni che potrebbero avere interesse per i lettori del sito ASAI. Presentiamo oggi il quarto volume della collezione ideata e realizzata da Marino Piccino, nostro aderente da qualche anno, ex atleta che si è espresso soprattutto sui 400 piani e con ostacoli, il quale ha vestito il color amaranto delle Fiamme Oro di Padova, il gruppo sportivo della Polizia di Stato. Marino un bel giorno ha deciso di mettere in fila, ricopiandoli meticolosamente da riviste, annuari, giornali, e con l'aiuto di alcuni amici, i risultati ottenuti dagli atleti che hanno vestito la stessa canotta. Ha diviso il materiale per periodi a partire dal 1954, anno di fondazione del gruppo sportivo: ne ha dati alle stampe in precedenza tre ed ora è arrivato il quarto che copre il decennio 1980 - 1989. Due gli aspetti di maggior interesse: le molte fotografie, in particolare quelle dei volumi precedenti fornite dai diretti interessati e quindi inedite, e, nell'attuale volume, alcune sommarie informazioni sul dopo-atletica, a dire che cosa hanno fatto i «celerini» una volta che hanno smesso di frequentare piste e pedane di atletica. Questa è sempre stata la parte più trascurata da tutti (diciamo, quasi tutti) coloro che hanno affrontato compilazioni di atletica: che ne è stato, che ne è, di quei giovanotti che abbiamo visto competere sulle piste? Sono vivi, sono deceduti? Hanno asceso i vertici della Polizia di Stato? Son diventati generali? Oppure si son dedicati al giardinaggio? Nebbia, non se ne sa più nulla. Tanti, talvolta troppi e poco utili, numerini, ma della vita che ne è? Discorso a carattere generale, che, ovviamente, non intacca il lavoro né di Marino Piccino né di altri. E, in ogni caso, ognuno con il proprio tempo e i propri denari fa ciò che più lo gratifica. Pubblicazioni come quella di Marino contribuiscono, comunque, ad arricchire gli scaffali della biblioteca atletica di qualsiasi appassionato. Quindi, complimenti a lui.

E ancora a lui deve rivolgersi chiunque abbia interesse nelle sue quattro pubblicazioni. Può essere contattato a questo indirizzo mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Ultimo aggiornamento Venerdì 12 Aprile 2024 08:15
 
Walter Bassi, da maratoneta a scalatore, tradito dalle montagne che tanto amava PDF Stampa E-mail
Lunedì 25 Marzo 2024 09:52

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Giornata tristissima quella di domenica scorsa per l'atletica bresciana. In poche ore sono tragicamente deceduti due uomini che hanno impiegato parte della loro vita nel nostro sport, prima come atleti poi come organizzatori, tecnici e dirigenti. Deceduti in due incidenti in una bella valle bresciana, la Valcamonica, ricca di storia e anche di preistoria. Walter Bassi, che di questa valle era figlio, Stefano Martinelli, che nella stessa valle aveva trovato una riposante dimora dove trascorrere ore serene. Walter, da sempre innamorato delle sue montagne, da loro è stato tradito, durante una escursione di scialpinismo. Un banalissimo incidente, mentre faceva giardinaggio nella sua villetta di Lozio, ha portato via Stefano alla famiglia, al sodalizio sportivo di cui era parte rilevante e alle atlete della sua amata Atletica Brescia con le quali aveva stabilito un fortissimo legame.

Alcuni dei nostri soci avevano avuto occasione di incontrarli, negli ultimi mesi, in eventi legati al mondo dell'atletica bresciana. A fine luglio dello scorso anno, alla Azienda Peri Bigogno di Castenedolo, in occasione della presentazione della gara podistica «Diecimiglia del Garda» organizzata da un nostro socio per omaggiare il traguardo dei cinquanta anni di organizzazione, qualcuno si era ricordato di invitare alcuni dei bravi fondisti bresciani che avevano onorato con la loro presenza questa competizione in anni di grande fulgore. E Walter Bassi era uno di questi, tanto che un anno, era il 1990, con la maglia della Ellesse - nella quale militava anche Gianni Poli - , fu secondo fra Arthur Castro, brasiliano, e Simeon Kigen, keniano, che non erano proprio i «signori nessuno» della corsa di lunga lena. Walter fu felice di quell'invito, così come gli altri, che snocciolarono poi, nel successivo terzo tempo conviviale, i loro vivissimi ricordi. Pubblichiamo la foto - scattata da Pietro Delpero - di quel giorno a Castenedolo: Walter è il primo a sinistra; di seguito, Ottavio Castellini, Sergio Gandaglia, Angelo Fedrigo e Loretta Pagliarini.

Walter Bassi fu buon maratoneta, dalla carriera non lunga complice una struttura muscolare che gli procurava molti problemi. Un nostro amico che era là quel giorno lo ricorda steso sul prato dello Stadio Olimpico di Montjuic al termine della maratona di Barcellona: i muscoli delle sue gambe sembravano volessero schizzare fuori, inarrestabili, ci volle qualche decina di minuti per superare questa crisi. Walter si era convertito alla maratona nel 1987. Nel dicembre del 1988 vinse la prima Tourist Marathon di Palermo, secondo fu un altro bresciano, Osvaldo Faustini. Poche settimane dopo, in gennaio, altra maratona, a Marrakech, in Marocco, secondo. Sono solo alcuni sommari accenni.

L'incontro con Stefano Martinelli ha una data recentissima: il pomeriggio del 15 marzo, in un hotel del centro a Brescia, dove l'Atletica Brescia 1950 ha organizzato un incontro fra dirigenti, atlete di oggi ed ex atleti di ieri, potenziali finanziatori, e presentato un bel libro sulla attività societaria. Presenti anche in questa occasione alcuni soci dell'ASAI. Uno in particolare che con Stefano ha collaborato per parecchi anni nella struttura del sodalizio bresciano. A lui abbiamo affidato il suo ricordo.

"Non c’è bisogno di essere dei campioni per innamorarsi dell’atletica. Stefano Martinelli ne è l’esempio: si è sempre impegnato a fondo in questo sport senza arrivare a risultati eclatanti, ma questo non ha scalfito di un millimetro una passione costruita giorno per giorno prima sulla tennisolite dello Stadio Rigamonti di Mompiano e poi sul manto gommoso del Campo Scuole, il Morosini (oggi Campo Calvesi), coltivando assieme ad alcuni compagni dell’Assindustria Atletica Brescia 1950 un profondo senso di appartenenza al sodalizio. Appese le scarpe al chiodo ha continuato a frequentare gli impianti bresciani come allenatore di mezzofondisti e saltatori coll’asta e ottenendo dai colleghi quel rispetto che gli ha permesso di assumere il ruolo di Direttore Tecnico della società bianco-azzurra. A lui si deve la scelta del club di dedicarsi in modo particolare al settore femminile, riuscendo a costruire una formazione di alto livello in campo nazionale che dapprima ha portato al raggiungimento di una presenza stabile nella Finale Oro del Campionato di società e successivamente alla conquista del titolo italiano che ha permesso alle atlete di cucire sulle maglie lo scudetto per la prima volta nel 2019, mantenedolo fino ad oggi".

Ultimo aggiornamento Martedì 26 Marzo 2024 09:10
 
Quelle piste in carbonella nera, quanti rimpianti: in Spagna vogliono ricordarle PDF Stampa E-mail
Mercoledì 20 Marzo 2024 07:46

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Abbiamo ricevuto da amici spagnoli un comunicato e una locandina che ha attirato la nostra curiosità. Un gruppo di appassionati ha dato vita a una associazione i cui aderenti non vogliono dimenticare...che cosa? Le piste in carbonella, de ceniza, come dicono loro, in cenere. L'hanno chiamata «Amigos de la Pista de Ceniza», acronimo APC. Domani l'iniziativa verrà presentata a Madrid, all'INEF, Istituto Nazionale di Educazione Fisica. La presentazione (come potrete leggere nel comunicato che alleghiamo, in castigliano, così fate un po' di esercizio in vista delle prossime vacanze a Lanzarote) sarà affiancata da una tavola rotonda attorno alla quale siederanno alcune atlete che hanno corso sulla carbonella. Fra loro, Loles Vives, catalana, la prima a scendere sotto i 12 secondi sui 100 metri. Qualcuno ricorda con simpatia la piccola e vivace Loles - che andò sposa a Marti Perarnau, primatista spagnolo di salto in alto e poi responsabile della comunicazione ai Giochi Olimpici di Barcellona '92 - la quale per parecchi anni scrisse per il quotidiano «Mundo Deportivo». Oltre a essere biologa e nutrizionista. E attiva ancor oggi in pista...purtroppo non più de ceniza!

Qui sopra locandina e comunicato degli organizzatori. fare click per ingrandire e leggere, se v'interessa.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 20 Marzo 2024 12:33
 
«Trekkenfild» usa le veloci frequenze degli sprinters, non quelle dei maratoneti PDF Stampa E-mail
Lunedì 11 Marzo 2024 10:22

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«Trekkenfild» numero 128, detto, fatto. Al centro i Campionati del mondo in pista coperta, obbiettivo puntato sugli eccellenti risultati degli atleti italiani. Come sempre, un paio di didate sul «topolino» del computer posizionato sulla copertina e buona lettura.

Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Marzo 2024 11:58
 
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