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Sergio Giuntini eletto presidente della Società Italiana di Storia dello Sport PDF Stampa E-mail
Giovedì 27 Aprile 2023 00:00

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La notizia che sta nel titolo non può che farci piacere. Sergio Giuntini, apprezzato storico dello sport, docente universitario, è socio del nostro Archivio Storico da molti anni. Sergio ha svolto la sua attività di docente e ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Fin dalla costituzione è stato membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Storia dello Sport (S.I.S.S.), di cui ora ricopre la carica di presidente. 

Sergio è nato a Milano il 6 ottobre 1956. È autore di numerosi volumi e di una vasta produzione di articoli su riviste del settore. Tra i libri citiamo solo quelli che trattano di atletica e di Giochi Olimpici: «L’atletica è leggera» (1998), «Sport e fascismo: il caso dell’atletica leggera» (2003), «Dorando Pietri dalla Via Emilia al West» (2004), «Due secoli di Arena e grande atletica a Milano» (2007), «Pugni chiusi e cerchi Olimpici» (2008), «L’Olimpiade dimezzata» (2009), «Storia e politica leggera nel boicottaggio nello sport» (2009), «Storia dell’atletica siciliana» (coautore Pino Clemente, 2012), «Storia agonistica, sociale e politica dell’atletica leggera italiana» (2017), «Lo sport imbroglione da Dorando Pietri a Alex Schwazer» (2002). Il professore milanese ha dedicato numerosi volumi anche alla storia dello sport nella sua città, alla squadra di calcio del Milan, alla attività del CUS Milano; di grande interesse quelli sullo sport femminile in Italia, dagli inizi del Novecento ad oggi; attentissimo all’opera di Gianni Brera del quale ha approfondito gli scritti e la carriera giornalistica ricavandone libri e articoli. Attenzione ha dedicato anche agli aspetti politici dello sport.

Ha contribuito con pregevoli articoli ai volumi dell’A.S.A.I. sulla Storia dei Campionati italiani di atletica leggera. Fu relatore al convegno organizzato a Brescia in occasione dei cento anni della nascita di Bruno Bonomelli (il suo intervento è pubblicato nel volume degli Atti del convegno).

Ci fa piacere ricordare che la Società Italiana di Storia dello Sport ha avuto fra i fondatori un altro socio del nostro Archivio Storico dell'Atletica Italiana (di cui fu pure fondatore): il mai dimenticato Aldo Capanni, che la S.I.S.S. ricorda ogni anno con un premio speciale (istituito dall'A.S.A.I. anni fa) che vuole premiare l’autore o l’autrice (under 35) della pubblicazione più rilevante relativa alla storia dello sport pubblicato nell'anno precedente. E insieme ad Aldo, fu presente all'atto costitutivo anche Alberto Zanetti Lorenzetti, che della nostra associazione è una solida presenza da sempre. Alberto ha fatto parte anche del Collegio dei probiviri della S.I.S.S. per alcuni anni. Nell'elenco dei soci onorari un altro dei «nostri»: l'attuale vicepresidente Augusto Frasca.

Non ci resta che complimentarci con Sergio Giuntini e augurargli «buon lavoro» al vertice degli storici italiani dello sport, e di poter usufruire sempre per le nostre pubblicazioni della sua vasta cultura.

Ultimo aggiornamento Giovedì 27 Aprile 2023 21:44
 
Nel nome di Pino Dordoni su Piacenza domani sventolerà la «Bandiera Azzurra» PDF Stampa E-mail
Venerdì 21 Aprile 2023 12:56

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Le poche righe scritte sulla locandina di presentazione spiegano succintamente di cosa si tratta: una bella camminata che fa bene alla salute. Quello che fa piacere a noi è che questa iniziativa va ad aggiungersi alle altre che nel 2022 furono ideate per ricordare i settanta anni del successo olimpico di Giuseppe Dordoni nella gara di marcia sui 50 chilometri sulle strade di Helsinki. Distanza oggi cancellata dal programma olimpico e dai campionati di atletica in ossequio ai ricatti della televisione (la gara è troppo lunga si lamentano i registi...), in compenso i padroni del vapore delle varie Federatletiche, nazionali e internazionali, si inventano ogni sorta di michiate in sostituzione. E altre ne inventeranno, statene certi. Si accettano scommesse su quali saranno le prossime discipline che verranno cancellate, con una scusa o con un'altra. La marcia è sempre stata nel mirino dei detrattori, che qualche volta son perfino riusciti a sbatterla fuori: dai Giochi Olimpici del 1928, da quelli del 1976; addirittura nel 1952 - l'anno di Dordoni - un alto papavero del Comitato organizzatore finlandese cercò di eliminare la gara. Ma non ci riuscì, fortunatamente per l'Italia che portò a casa la medaglia d'oro del Pino, in una partecipazione dei nostri atleti nel complesso abbastanza opaca. E ci viene in mente che nel 1976, su pressione di Primo Nebiolo, uno che le palle le aveva, difronte alla stolida iniziativa di estromettere la «cinquanta» dai Giochi, la Federazione mondiale organizzò, a Malmö, in Svezia, il Campionato del mondo su questa distanza, come risposta all'insulto fatto alla marcia.

Torniamo a Piacenza, alla «Bandiera Azzurra», alla camminata, soprattutto a Pino Dordoni, che nel cuor ci sta. Atto conclusivo (posticipato per varie ragioni) di quelle iniziative messe in campo lo scorso anno. Ma siamo proprio sicuri che questo sarà l'atto conclusivo? Vabbuó, per adesso lasciamo garrire al vento piacentino la bandiera, con i nostri più sentiti auguri agli amici di quella città.

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Ultimo aggiornamento Venerdì 21 Aprile 2023 20:54
 
Facile farsi belli citando il famoso 2,01, ma commentate Sara che salta a 1,49 PDF Stampa E-mail
Giovedì 20 Aprile 2023 12:30

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Un attentissimo lettore di Piacenza ci ha omaggiato di una chicca che pochi conoscono: questo ritaglio pubblicato qui sopra tratto dalla rivista «Atletica Leggera», che veniva pubblicata a Vigevano, direttore responsabile Dante Merlo, direttore Marco Cassani. Forse la stessa Sara Simeoni non ha memoria di quella gara e di quel risultato ormai tanto lontani nel tempo.

Parliamo del giorno della Befana, 6 gennaio 1968. Siamo nella città di Piacenza, in via Fratelli Alberici, a pochi metri da quel lungo viale alberato che i piacentini hanno chiamato in origine Wouxall, poi trasformata in Facsal, una lunga passeggiata per le afose giornate d'estate, infatti il nome nello stradario è Viale Pubblico Passeggio. Un percorso, di quasi due chilometri, che Pino Dordoni utilizzò tante volte per l'organizzazione di gare di marcia nazionali e internazionali. Nella via Alberici che abbiamo citato era stato costruito il Palazzetto dello Sport, dove ha sempre avuto dimora la società Salus et Virtus, la gloriosa Salus et Virtus, il primo club sportivo della città. Ad esso sono da ascriversi le prime gare pedestri agli inizi del secolo scorso, la prima, di cui si sa poco o niente, agli inizi di ottobre del 1904, e un anno dopo, proprio con partenza e arrivo sul citato Wouxall, un'altra corsa, vinta da un tale il cui nome forse dice ancora qualcosa: Dorando Pietri.

Andiamo avanti di alcuni decenni e ritorniamo al salto in alto. E in un impianto al coperto, cosa abbastanza inusuale per quel tempo. Pensate che non erano ancora nati i Campionati nazionali in pista coperta: i primi a Genova nel 1970. Anima delle iniziative piacentine i due fratelli Baldini, Felice, il più grande d'età, e Claudio Enrico, antica famiglia di Agazzano che gestiva una macelleria storica. Felice fu uno dei primi in Italia a superare i due metri (Antistadio di Bologna, luglio 1964), eclettico, buon lanciatore, un potenziale decatleta. Anche Claudio Enrico molto versatile, passava dal mezzofondo al lancio del disco, tanto per dire. Entrambi scelsero la strada, appena inaugurata, della Scuola Centrale dello Sport che avrebbe formato la categoria dei Maestri dello Sport. I due fratelli non furono solamente atleti e poi allenatori ma avevano la voglia e la passione di organizzare. E così, nel 1967, diedero vita a una gara di salto in alto «indoor», sempre il giorno 6 gennaio: vinse (1,97) Walter Zamparelli, genovese di Arenzano, che qualche anno prima era stato primatista italiano con 2,03 e poi 2,04. Quella prima edizione vide in gara solo gli uomini. C'erano anche Felice Baldini, undicesimo con 1,70, e Ennio Buttò, quattordicesino con 1,65, il quale oggi è apprezzatissimo tecnico di Andrea Dallavalle, triplista che ha regalato alla maglia azzurra tante soddisfazioni.

Replica un anno dopo, stessa ambientazione, ma in più anche una gara per le ragazze. Superando i due metri, primo Vittoriano Drovandi, pisano di San Giuliano Terme, secondo con 1,96, Giacomo Crosa, che divideva la camera con Felice Baldini alla Scuola dello Sport, nel complesso dell'Acquacetosa, a Roma. Qualche mese dopo, ai Giochi Olimpici, a Città del Messico, l'estroverso giovanotto alessandrino, allenato dal prof. Carlo Vittori, ottenne un risultato eccezionale: sesto, e fece tre volte il primato italiano. Per i deboli di memoria, fu la gara dell'americano Dick Fosbury (quello che ha fatto tanta pubblicità ai gamberi), deceduto recentemente.

E arriviamo al «nucleo», alla ragione di queste righe: la gara delle ragazze. Vinse M. Mercede (per tutti Maridè) Ricci Oddi, un cognome che a Piacenza richiama immediatamente una primaria istituzione culturale: il Museo d'Arte Moderna, che ha sede in via San Siro. Pinacoteca voluta e costruita da Giuseppe Ricci Oddi nei primi decenni del Novecento. Il signor Giuseppe era un cugino del nonno della signora Maria Mercede. La Galleria Ricci Oddi è stata al centro di una mai chiarita sparizione e successivo inspiegabile ritrovamento di un'opera di gran valore : Ritratto di signora, del pittore austriaco Gustav Klimt, dipinto scomparso nel 1997 e ritrovato nell'intercapedine di una parete nel 2019.

Maridè, con la maglietta della Libertas Piacenza animata dall'instancabile Franco Rattotti, praticava con ottimi risultati il salto in alto. Quell'anno, in maggio a Bologna, superò 1,61, misura che a fine stagione la mise al primo posto della lista italiana. Nella gara al coperto, il 6 gennaio, vinse con 1,49, la stessa misura superata dalla ragazzina non ancora quindicenne Sara Simeoni, della «scuola» atletica veronese di Walter Bragagnolo. Forse, calchiamo il forse perchè non ne siamo sicuri, a quel tempo usava ancora il «ventrale». Ma anche se giovanissima, già faceva parlare di sé. Leggete cosa scrisse Salvatore Massara, che l'occhio per l'atletica ce l'aveva buono. Riprendiamo da un suo commento sul numero 2 della rivista federale «Atletica», una rassegna della precedente stagione 1967. " (...) ecco che le speranze si appuntano su M. Mercede Ricci Oddi (classe 1948) m. 1,58...ma soprattutto grandi speranze per la «ragazza» Sara Simeoni (1953 - cioè lo scorso anno 14 anni!) che il 27 luglio a Verona fuori gara ha raggiunto m.1,52. Sarà lei la nostra futura stella del salto in alto? Lasciamo crescere atleticamente senza fretta. All'epoca delle Olimpiadi di Monaco di Baviera (1972) avrà appena 19 anni". Lasciamola crescere, e lei è cresciuta, oh sì che è cresciuta! A Monaco si presenterà e si classificherà sesta con la stessa misura (1,85) della quarta.

Per un dovere di completezza, riportiamo per esteso la classfica del secondo «Trofeo Quotidiano Libertà», 6 gennaio 1968.

Uomini: 1. Vittoriano Drovandi (Carabinieri Bologna) 2,00; 2. Giacomo Crosa (Aeronautica) 1,96; 3. Massimo Armoni (U.S. Orvietana) 1,90; 4. Carlo Arrighi (Carabinieri Bologna) 1,87; 5. Lucio Pistolato (G. A. Treviso) 1,80; 6. Carlo Devoti (Aeronautica) 1,80; 7. Ennio Buttò (Atletica Piacenza) 1,80; 8. Giuseppe Ghidetti (S. A. Cemonese) 1,75; 9. Carlo Brizzi (Atletica Piacenza) 1,75; 10. Mauro Sfolcini (Atletica Piacenza) 1,75; 11. Luca Corradi (CSI Riccardi Milano) 1,65; 12. Alessandro Ferrari (Atletica Piacenza) 1,65.

Donne: 1. M. Mercede Ricci Oddi (Libertas Piacenza) 1,49; 2. Sara Simeoni (Scala Azzurra Verona) 1,49; 3. Annarosa Bellamoli (Scala Azzurra Verona) 1,46; 4. Albarosa Bartoli (Atletica Brescia) 1,43; 5. Ernestina Demaldè (Libertas Piacenza) 1,43; 6. Antonietta Gamaleri (A.L.A. Alessandria) 1,40; 7. Annmaria Lugoboni (Scala Azzurra Verona) 1,40; 8. Wilma Trioli (Libertas Piacenza) 1,35; 9. Loredana Fiori (Scala Azzurra Verona) 1,35; Laura Cordioli (Scala Azzurra Verona) non classificata.

Ultimo aggiornamento Giovedì 20 Aprile 2023 18:48
 
Grazie Sara, per tutti i regali che ci hai fatto, per il tuo sorriso, per la tua grazia PDF Stampa E-mail
Mercoledì 19 Aprile 2023 17:30

Tutti i compleanni dovrebbero essere uguali. Adattando a convenienza nostra la famosissima, ed abusatissima, frase di George Orwell (pseudonimo, il suo vero nome era Eric Arthur Blair) in uno dei due suoi più celebri romanzi, «La fattoria degli animali», ci azzardiamo a scrivere che «tutti i compleanni sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». E quello di oggi per Sara Simeoni appartiene a questa categoria, quella dei «più uguali degli altri». Non serve puntualizzare la cifra del compleanno, chi la sa la sa, gli altri si documentino. Noi sentiamo il dovere di farle gli auguri, con tanto affetto, quello riservato a una cara amica che ci ha accompagnato nel nostro lungo peregrinare sui sentieri di questo meraviglioso sport che chiamano atletica leggera. Tanti della nostra generazione hanno avuto il grandissimo regalo di vivere le sue gesta atletiche, i suoi primati, le sue medaglie. Hanno avuto il dono di vivere, semplicemente, Sara Simeoni, l'atleta, la donna, che ci ha fatto gioire, lei in pista, noi fuori, negli stadi di una gran parte di mondo.

Che la vita ti sorrida sempre, cara Sara!

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Aprile 2023 21:18
 
Trekkenfild numero 117: non manca neppure questa volta materia su cui discutere PDF Stampa E-mail
Martedì 18 Aprile 2023 13:49

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Ecco, almeno con gli amici Daniele e Walter andiamo in pari. Con la pubblicazione del numero 117 di «Trekkenfild», appena ricevuto, ripristiamo la consueta puntualità nel rilanciare sul nostro sito il giornale online dei due scriba lumbard. È un obbligo per noi rispettare l'accordo stretto con loro: noi mettiamo un richiamo quando producono un nuovo numero, loro trovano spazio in una delle loro pagine per una manchette che ricorda l' esistenza  dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli". Loro si occupano dell'atletica di oggi, noi di quella di ieri; ognuno fa il suo, sta nel suo orticello, non ci copiamo l'un l'altro, non saccheggiamo i comunicati stampa dei siti istituzionali, e non rimbalziamo articoli già apparsi su altri «fogli», che senso avrebbe?, invece usiamo farina del nostro sacco. E tutti viviamo felici e contenti.

Sunto delle dieci pagine di questo numero: corposa intervista a Samuele Ceccarelli, velocista che non molti s'aspettavano (anzi, ci ha sussurrato qualcuno, lo avevano già relegato nel dimenticatoio) e il suo allenatore Marco Del Medico. Notare: intervista non al telefono, ma visita in loco, a Pietrasanta, alle pendici delle marmoree Alpi Apuane. I due lumbard muovono le chiappe: voto 9 e mezzo. Poi una occhiata alle gare...prenatali (scherziamo, nessuno se ne abbia a male) sui campi milanesi. Lettera aperta indirizzata a Yeman Crippa, con l'invito  non mollare sulla decisione di fare la maratona, ma di insistere. Per noi sarebbe già gran cosa che insistesse sulla pista (dove si fa atletica) e ottenesse grandi risultati lì, non è obbligatorio che tutti corrano la maratona. A seguire: un «inno» alla Lomellina e a Pietro Pastorini decano allenatore di marcia, avrebbe scritto Gianni Brera "innalziamo vessilli e cori" e Perboni li ha innalzati. Poi una lettera, sacrosanta, di Massimo Magnani che sa tanto di documento dell'anagrafe, del tipo «di chi sono figli? chi è il padre, chi la madre?». Non ci riferiamo direttamente a Massimo, ma lasciateci dire che troppo spesso nello sport, limitiamoci al nostro, ci si dimentica che la vita di ciascuno è un continuum che è una somma di azioni umane di differenti soggetti, non semplicemente matematica. A chiudere, recensioni librarie e auguri di compleanno.

Ultimo aggiornamento Martedì 18 Aprile 2023 18:52
 
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