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Grazie Sara, per tutti i regali che ci hai fatto, per il tuo sorriso, per la tua grazia PDF Stampa E-mail
Mercoledì 19 Aprile 2023 17:30

Tutti i compleanni dovrebbero essere uguali. Adattando a convenienza nostra la famosissima, ed abusatissima, frase di George Orwell (pseudonimo, il suo vero nome era Eric Arthur Blair) in uno dei due suoi più celebri romanzi, «La fattoria degli animali», ci azzardiamo a scrivere che «tutti i compleanni sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». E quello di oggi per Sara Simeoni appartiene a questa categoria, quella dei «più uguali degli altri». Non serve puntualizzare la cifra del compleanno, chi la sa la sa, gli altri si documentino. Noi sentiamo il dovere di farle gli auguri, con tanto affetto, quello riservato a una cara amica che ci ha accompagnato nel nostro lungo peregrinare sui sentieri di questo meraviglioso sport che chiamano atletica leggera. Tanti della nostra generazione hanno avuto il grandissimo regalo di vivere le sue gesta atletiche, i suoi primati, le sue medaglie. Hanno avuto il dono di vivere, semplicemente, Sara Simeoni, l'atleta, la donna, che ci ha fatto gioire, lei in pista, noi fuori, negli stadi di una gran parte di mondo.

Che la vita ti sorrida sempre, cara Sara!

Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Aprile 2023 21:18
 
Trekkenfild numero 117: non manca neppure questa volta materia su cui discutere PDF Stampa E-mail
Martedì 18 Aprile 2023 13:49

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Ecco, almeno con gli amici Daniele e Walter andiamo in pari. Con la pubblicazione del numero 117 di «Trekkenfild», appena ricevuto, ripristiamo la consueta puntualità nel rilanciare sul nostro sito il giornale online dei due scriba lumbard. È un obbligo per noi rispettare l'accordo stretto con loro: noi mettiamo un richiamo quando producono un nuovo numero, loro trovano spazio in una delle loro pagine per una manchette che ricorda l' esistenza  dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli". Loro si occupano dell'atletica di oggi, noi di quella di ieri; ognuno fa il suo, sta nel suo orticello, non ci copiamo l'un l'altro, non saccheggiamo i comunicati stampa dei siti istituzionali, e non rimbalziamo articoli già apparsi su altri «fogli», che senso avrebbe?, invece usiamo farina del nostro sacco. E tutti viviamo felici e contenti.

Sunto delle dieci pagine di questo numero: corposa intervista a Samuele Ceccarelli, velocista che non molti s'aspettavano (anzi, ci ha sussurrato qualcuno, lo avevano già relegato nel dimenticatoio) e il suo allenatore Marco Del Medico. Notare: intervista non al telefono, ma visita in loco, a Pietrasanta, alle pendici delle marmoree Alpi Apuane. I due lumbard muovono le chiappe: voto 9 e mezzo. Poi una occhiata alle gare...prenatali (scherziamo, nessuno se ne abbia a male) sui campi milanesi. Lettera aperta indirizzata a Yeman Crippa, con l'invito  non mollare sulla decisione di fare la maratona, ma di insistere. Per noi sarebbe già gran cosa che insistesse sulla pista (dove si fa atletica) e ottenesse grandi risultati lì, non è obbligatorio che tutti corrano la maratona. A seguire: un «inno» alla Lomellina e a Pietro Pastorini decano allenatore di marcia, avrebbe scritto Gianni Brera "innalziamo vessilli e cori" e Perboni li ha innalzati. Poi una lettera, sacrosanta, di Massimo Magnani che sa tanto di documento dell'anagrafe, del tipo «di chi sono figli? chi è il padre, chi la madre?». Non ci riferiamo direttamente a Massimo, ma lasciateci dire che troppo spesso nello sport, limitiamoci al nostro, ci si dimentica che la vita di ciascuno è un continuum che è una somma di azioni umane di differenti soggetti, non semplicemente matematica. A chiudere, recensioni librarie e auguri di compleanno.

Ultimo aggiornamento Martedì 18 Aprile 2023 18:52
 
Olympiabolario, affascinante viaggio fra gli atleti olimpici italiani 1896-1936 PDF Stampa E-mail
Domenica 16 Aprile 2023 00:00

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Prima di entrare nell’argomento che vi proponiamo oggi, dobbiamo fare una doverosa premessa. Negli ultimi tre mesi, alcune situazioni contingenti ci hanno impedito di dare la consueta continuità alla nostra pubblicazione online. Adesso stiamo cercando di recuperare. Ci scusiamo con gli autori degli articoli e con i nostri lettori, cercheremo di fare del nostro meglio.

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Quella che presentiamo oggi merita a pieno titolo l’etichetta di «ricerca» nel campo della storia dello sport. Si eleva come argomento e come spessore di contenuti ben al di sopra di tante rifritture che vengono pubblicate su argomenti sportivi, senza un minimo di ricerca su documenti e fonti autentiche. L’esempio più calzante è quello dei libri sui Giochi Olimpici che, ad ogni edizione (prepariamoci per il 2024…), invadono le vetrine delle librerie. Banali ricopiature di pubblicazioni precedenti, senza nessun approfondimento, con errori che si trascinano nel tempo, di edizione in edizione. Poche sono le pubblicazioni sui Giochi Olimpici assurte alla dignità di ricerca storica.

Ci fa piacere poter scrivere che il lavoro che presentiamo oggi va annoverato a pieno titolo in questa categoria. E ci fa ancor maggior piacere perché è frutto del lungo lavoro di due amici che stimiamo molto. Alberto Zanetti Lorenzetti (foto a destra) fece parte del «nucleo» originale che diede vita, ormai ventotto anni fa, all’Archivio Storico dell’Atletica Italiana. Alberto ha ricoperto la carica di vicepresidente, oggi quella di segretario-tesoriere. Autore di numerose pubblicazioni, sia per il nostro Archivio (ne ricordiamo due in particolare: l’indice della rivista «Atletica» 1933-1994 e la raccolta di scritti di Bruno Bonomelli), sia per la società sportiva di cui ha fatto parte sia come atleta che come dirigente (Atletica Brescia 1950), per finire con due libri di eccezionale fattura sullo sport giuliano-dalmata in collaborazione con il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Croazia.

L’altro autore Giampiero Petrucci (foto a sinistra), toscano di Viareggio, è un grande esperto di ciclismo, ha scritto diversi libri fra i quali "Coppi per sempre", coautore Auro Bulbarelli, opera che nel 2019 ha vinto il Premio letterario del Comitato Olimpico Italiano. Petrucci era legato da amicizia e comuni interessi con Aldo Capanni, altro dei nostri pilastri portanti prima della prematura scomparsa, e in questo intersecarsi di conoscenze si creò anche un duraturo rapporto fra Alberto e Giampiero, che sfocia oggi in questa eccezionale ricerca. Trattasi delle biografie – 875 – degli atleti italiani olimpici, cioè quelli che hanno preso parte ai Giochi Olimpici, fra il 1896 e il 1936. Non vi diciamo altro, vi lasciamo alla presentazione (qui di seguito) scritta dai due autori, ma soprattutto alla consultazione dell’opera che trovate pubblicata sul sito del Comitato Olimpico Italiano entrando su questo indirizzo.

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Olympiabolario nasce dal desiderio di approfondire le figure personali e sportive degli Azzurri olimpionici nel periodo “eroico” del nostro sport, quando si gareggiava veramente “per diletto”, nel pieno spirito del fairplay, nel più alto concetto di olimpismo. Un desiderio, ma forse anche una necessità dei due Autori, da sempre appassionati di storia dello sport, di riscoprire e far conoscere le nostre radici, le nostre tradizioni, i nostri difficili inizi ed i nostri primi risultati importanti nell’agone olimpico, in un periodo in cui il modello sociale e sportivo nel nostro paese era ben lungi dall’essere sviluppato pienamente ed affermato in maniera globale.

Ecco perché in Olympiabolario troverete i profili biografici degli 875 atleti italiani, di ogni disciplina, che hanno partecipato ai Giochi Olimpici, estivi ed invernali, dal 1896 al 1936, elencati in ordine alfabetico, proprio come in un dizionario, in questo caso “sportivo”, con le loro storie ed i loro risultati, anche con qualche aneddoto e curiosità. Ovviamente, non è stato possibile completare le schede di tutti: alcuni sono campioni ben noti, altri sono atleti misconosciuti e di cui è veramente complicato trovare informazioni. Ma, nel complesso, si sono compiuti grandi passi in avanti nella loro conoscenza rispetto a quanto sinora noto e pubblicato, in maniera cartacea od online.

Vi sono difatti molte novità e notizie poco note se non inedite a completare il quadro personale di ogni atleta, compresi i dati anagrafi, controllati e certificati dai vari Comuni di nascita e dagli eredi degli olimpionici. Sono stati dunque corretti, dopo attenta verifica, anche diversi errori sedimentatisi nel tempo, non senza qualche sorpresa clamorosa. Certamente non è stato un lavoro semplice: tre anni di assemblaggio, oscuro e paziente, certosino, quotidiano. Sono stati consultati migliaia di giornali, riviste, libri e siti online, di tutto il mondo, e ciò ovviamente ha portato via molto tempo, non senza sacrificio ma con immensa passione. Il risultato, costituito da 1500 pagine ed oltre un migliaio di foto, non lascia dubbi: l’Italia, da sempre, ha costituito una componente importante dei Giochi, con risultati talora anche insperati, soprattutto nelle prime edizioni, rispetto al livello medio globale del nostro movimento sportivo che già allora possedeva comunque eccellenze in grado di farsi valere a livello mondiale.

Olympiabolario si presenta dunque come la più grande ricerca storico-sportiva mai dedicata ai nostri olimpionici, in una sorta di archeologia sportiva, ed il risultato è merito, in gran parte, anche dei numerosi e competenti esperti, massimi conoscitori della materia sportiva, che hanno supportato sempre e comunque gli Autori nella loro fatica: i nomi li troverete nell’apposita sezione dei ringraziamenti. Ma è indubbio che senza il loro grande apporto questo lavoro non avrebbe mai potuto essere così completo e dettagliato. Certo, vi sono ancora dubbi e lacune, anche a livello iconografico (ma sono comunque presenti le foto del 93% degli Azzurri), e speriamo che la pubblicazione online possa fornire lo spunto per migliorare ed implementare queste pagine.

Se oggi l’Italia è una potenza sportiva a livello mondiale, lo deve anche alla sua Storia, alla sua Tradizione, alle sue Radici: non a caso siamo, come confermato anche da questo lavoro, tra le poche nazioni che hanno sempre partecipato ad ogni edizione dei Giochi. Ecco perchè è nato Olympiabolario: conoscere il passato per capire meglio il presente.

Ultimo aggiornamento Domenica 16 Aprile 2023 09:08
 
Ai Giochi Olimpici Parigi 1900 ci furono gare anche per atleti «professionisti» PDF Stampa E-mail
Mercoledì 12 Aprile 2023 00:00

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Nel recente bollettino di aprile della Commissione Documentazione e Storia della Federazione francese di atletica, inesauribile miniera di informazioni e ricerche sul nostro sport nelle Gallie, è pubblicato un interessante lavoro di Jean-Michel Serrurier sulle gare riservate agli atleti cosiddetti «professionnels» che si disputarono accanto a quelle riconosciute dal Comitato Olimpico Internazionale durante i Giochi Olimpici del 1900 a Parigi. Non va scordato che quella fu una edizione un po’ strampalata. Ci volle tutta la tenacia del barone Pierre Frédy de Coubertin per salvare i Giochi che già alla seconda edizione navigavano in acque turbolente e rischiavano di naufragare. L’ancora di salvezza arrivò dalla Esposizione Universale che in quell’anno si teneva nella Ville Lumière (era la quinta volta che la città la ospitava, la prima edizione a Londra nel 1851). I giochi sportivi vennero inseriti in questa cornice, ma in un ruolo subalterno, il Barone venne un po’ messo in un angolo e dovette far la piega, ma pur di salvare i neonati Giochi mise da parte l’orgoglio. Vennero «spalmati» su cinque mesi e molti passarono in un opaco anonimato, certo non con l’alone retorico e mitologico di Olimpiade. Unica novità di rilievo: la prima apparizione delle donne nel contesto olimpico, facendo arricciare i baffi al signor Barone, che sempre contrastò la presenza muliebre nei «suoi» Giochi. Le gare di atletica furono un arruffato festival di prove, in alcuni casi anche bizzarre. E c’erano, come dimostrano i risultati messi insieme da Jean-Michel Serrurier, prove per professionisti, i quali ricevettero premi in danaro. Mentre molti dei vincitori «dilettanti» non ricevettero neppure una medaglietta; alcuni, nel migliore dei casi, un berrettino (cap), come i giocatori inglesi di rugby. 

Questa ve la dobbiamo dire. Dunque, Giochi furono inseriti in posizione subordinata nella Esposizione Universale, che li inserì nel programma generale delle sue manifestazioni. Se doveste avere fra le mani una copia di questo rarissimo documento e vi pungesse curiosità di cercare la voce «atletica», mal ve ne incorrebbe. Difficilmente andreste a cercarla sotto il titolo «Istituzioni per lo sviluppo mentale e morale dei lavoratori». Chissà, forse gli organizzatori avevano chiesto una consulenza a qualche pensatore marxista o anarchico che già predicava il tempo libero per i lavoratori!

Risultati completi e foto (ripresi dalla bellissima rivista francese «La Vie au Grand Air») consultabili su questo link. Attiriamo la vostra attenzione su un dettaglio: la didascalia sotto la foto che campeggia sul numero 95 del 6 luglio 1900, un lanciatore di peso, hanno scritto «I campionati del mondo di atletica per professionisti».

Ultimo aggiornamento Mercoledì 12 Aprile 2023 17:08
 
Inizia la collaborazione fra l'A.S.A.I. e la Biblioteca dello Sport Nerio Marabini PDF Stampa E-mail
Lunedì 10 Aprile 2023 00:00

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Non ha lasciato passare neppure un paio di settimane. Paolo Marabini aprirà lo spazio biblio-museale di Seriate intitolato alla memoria di suo padre Nerio con la prima delle iniziate rivolte al pubblico. Paolo si propone di tener viva la sua «creatura» con dei periodici incontri a tema sportivo. Si inizierà venerdì prossimo 14 aprile con una serata dedicata ad uno dei grandi campioni dello sport bergamasco, Felice Gimondi, che contende il titolo di «più grande» con il pilota motociclistico Giacomo Agostini. Ognuno ha i suoi idoli, al di sopra di qualsiasi improbabile classificazione.

Offriranno il loro personale ricordo a coloro che racciglieranno l'invito, la figlia Norma; campioni del pedale come Giambattista Baronchelli, Claudio Corti, Pietro Algeri, Davide Boifava, Flavio Giupponi; e poi, Gianluigi Stanga, che intraprese la carriera dirigenziale di Team Manager (conclusa nel 2007) dopo alcuni anni di attività fra i dilettanti; Ildo Serantoni, decano del giornalismo sportivo bergamasco, autore di libri a tema sportivo (uno proprio su Gimondi, nel 2005), vincitore anche di un premio Bancarella Sport; monsignor Mansueto Callioni, che fino a un paio d'anni fa resse la parrocchia di Almè, e, insieme a Gimondi, creò una scuola di mountain bike per i bambini.

Paolo Marabini è autore di un libro su Felice Gimondi, pubblicato (2021) nella collana «I miti dello sport» edita dalla «Gazzetta», dove il nostro lavora come apprezzato giornalista da parecchi anni. Abbiamo ragione di credere che Paolo metterà mano ad un altro lavoro sul grande ciclista di Sedrina. Dal libro edito dalla «rosea» abbiamo preso le parole di Eddy Mercks:"Era un rivale e un uomo straordinario. Un ciclista tenace, testardo. Uno che non mollava mai. Era di una regolarità impressionante, non potevo mai aspettarmi una sua flessione. Come avversario mi è sempre stato da stimolo e credo che siamo stati importanti l'uno per l'altro. Ha sempre accettatao la legge della strada. Spesso il più forte ero io, ma tante volte è stato lui".

Sulla locandina che annuncia l'incontro a Seriate spicca anche il logo del nostro Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli", in uno spirito di collaborazione che, da parte nostra, vogliamo cementare. Non a caso, Paolo è nostro socio fin dai primi anni, e son adesso ventinove. E insieme a lui lo fu sua zia Bice, la mai dimenticata Bicetta, anche lei un «mito» dell'atletica bergamasca e lombarda.

Ultimo aggiornamento Lunedì 10 Aprile 2023 14:56
 
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